
Quest’anno il Te Deum di Tempi lo potete scrivere voi
Il Te Deum di Tempi lo potete scrivere voi. Come è ormai tradizione, l’ultimo numero dell’anno del settimanale sarà monografico e dedicato al “Te Deum”, che nella tradizione cristiana è l’inno cantato il 31 dicembre in segno di ringraziamento a Dio. Dal 2010, infatti, raccogliamo nel numero a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno una serie di articoli in cui gli autori rivolgono a Dio il loro personale Te Deum.
In questi anni abbiamo pubblicato scritti di personaggi più o meno noti che, ognuno secondo la propria sensibilità, hanno raccontato uno o più episodi accadutigli nei dodici mesi precedenti e per i quali desideravano ringraziare. Hanno scritto le persone più diverse, italiane e non, credenti o meno. Ognuno di loro è stato libero di raccontare quel che voleva avendo solo la premura di non rendere il proprio ringraziamento un atto asciuttamente devozionale, ma cercando di illustrare un’esperienza che avesse cambiato la loro vita. Non necessariamente un episodio positivo – in molti casi chi ha scritto ha raccontato di eventi drammatici o tragici -, ma certamente una circostanza che avesse segnato sorprendentemente la loro esistenza, rendendola più vera.
In questi anni abbiamo pubblicato gli autori più diversi. Uomini di Chiesa (Angelo Scola, Luigi Negri, Massimo Camisasca), esponenti politici (Roberto Formigoni, Maurizio Lupi, Rosy Bindi), scrittori e giornalisti (Davide Rondoni, Antonio Socci, Aldo Cazzullo, Rina Gagliardi, Eugenio Corti, Pierluigi Magnaschi, Nicholas Farrell, Costanza Miriano) missionari o cristiani nei quattro angoli del mondo, oltre – ovviamente – ai contributi di firme note ai lettori di Tempi: Luigi Amicone, Marina Corradi, Aldo Trento, Oscar Giannino, Fred Perri, Pippo Corigliano, Gian Micalessin.
Quest’anno abbiamo pensato di coinvolgere in questo numero speciale della rivista anche i lettori. Per questo vi chiediamo di inviarci via email (a redazione@tempi.it, specificando nell’oggetto “Te Deum”) il vostro personale contributo. Esso non dovrà superare le 4.000 battute spazi inclusi, dovrà pervenire alla redazione entro e non oltre il 12 dicembre, dovrà essere firmato. I più interessanti saranno pubblicati sul sito tempi.it e sul settimanale cartaceo.
Cliccando sui nomi evidenziati vi appariranno alcuni esempi. Altri ne trovate con una semplice ricerca sul sito.
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6 commenti
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Vi leggo da tempo e condivido le vostre teorie sull’omofobia, iscritto alle lotte contro la famigerata legge che ad oggi giace in Parlamento. Condivido, inoltre, tutte le vostre intelligenti considerazioni circa i famigerati teoremi politichesi sul “gender”. Però, perdonatemi, la monografia di oggi sul Te Deum, è davvero uno stolido esempio di sofisma “incartato” su se stesso, vuoto di senso reale, ed intrinsecamente ideologistico, prima ancora che ideologico. Mi dispiace, ma devo proprio manifestare il mio sincero disappunto. Vi seguo comunque e a prescindere. Grazie. Marco
Forse avendo poca fantasia trovo sempre molto utile leggere “Preghiere della gente” di Mons. S. Maggiolini. Pochi Te Deum, in apparenza, ma le preghiere di un popolo nell’arco di secoli
Non ho nessun nuovo Te Deum da inviare, basta tradurre dal latino quello originale e non modificarlo come hanno fatto i traduttori dei traduttor di Omero. Chiaro. Leo Aletti con amicizia.
caro dott. Aletti, la traduzione del Tantum Ergo è ancora peggio!
“Non horruisti virginis uterum”. Non aggiungo altro.
Veramente? Posso anch’io? Te Deum laudamus!