Qui Boston, nel giorno del cuore spezzato. Ma compassione e speranza prevarranno

Di Redazione
17 Aprile 2013
Un professore del Boston College racconta il giorno della tragedia, ma anche come "il lato peggiore della natura umana è stato redento da quello migliore"

Tratto dall’Osservatore Romano. Da Boston Robert P. Imbelli – Il 15 aprile nello Stato del Massachusetts si celebra il Patriot’s Day, festa in cui si commemorano le prime battaglie della guerra d’indipendenza americana. È anche il giorno in cui ogni anno si corre la maratona di Boston, che è tra le più antiche e prestigiose al mondo. Vi partecipano migliaia di podisti. Alcuni sono famosi a livello internazionale, altri sono noti solo ai loro familiari e ai loro amici. Anche diversi studenti del Boston College, dove io insegno, prendono parte alla gara per raccogliere fondi per beneficienza.

Lunedì scorso era una bella giornata di inizio primavera. C’era il sole, ma faceva fresco: un giorno perfetto per una maratona, dunque. Nel primo pomeriggio i vincitori avevano già superato il traguardo. La folla degli spettatori, però, si era fermata per accogliere i parenti e gli amici che finivano l’estenuante percorso. È stato allora che due bombe sono esplose in rapida successione.

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Circa sei miglia prima del traguardo della maratona c’è un tratto molto difficile chiamato heartbreak hill (“collina spezzacuore”). I corridori stanchi devono percorrere lentamente un lungo tratto in salita, che mette a dura prova la loro resistenza fisica. Ma sono state le bombe a trasformare un giorno di festa in un giorno dal cuore spezzato per tante persone, non solo a Boston, ma in tutto il mondo. I nostri cuori sono stati spezzati da un atto di puro terrore e di viltà, di violenza indiscriminata nei confronti di persone innocenti. Un gesto odioso che metterà alla prova la nostra resistenza spirituale per molti anni.

Ma il lato peggiore della natura umana è stato redento da quello migliore. C’è stata infatti la risposta immediata dei primi soccorritori. C’è stato il lavoro molto competente di medici e infermieri, di abili chirurghi e personale ospedaliero. Ma ci sono stati anche gesti spontanei di generosità e di compassione da parte di tante persone comuni accorse in aiuto delle vittime

Boston è una grande città, conosciuta in tutto il mondo. Sotto molti aspetti, però, è simile a una cittadina, formata da tanti piccoli quartieri. È stata questa dimensione di buon vicinato a rifulgere con grande splendore nel Patriot’s Day di Boston. È questa qualità dello spirito umano che resterà. Alla fine, la compassione e la speranza, donatrici di vita, prevarranno.

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