«Qui non è L’Aquila. Impariamo a ripartire, non è tutto negativo»

Di Leone Grotti
21 Maggio 2012
Le chiese sono inagibili, [link url=https://dev.tempi.it/in-mezzo-a-un-cimitero-di-chiese-terremotate-non-ho-visto-piagnistei#axzz1vTyfp81P]«non se n'è salvata una»[/link], ma le case non sono rase al suolo a Cividale, frazione di Mirandola, colpita dal [link url=https://dev.tempi.it/terremoto-sette-morti-e-tremila-sfollati-in-emilia-nella-notte-ancora-scosse#axzz1vTyfp81P]terremoto[/link]. Intervista al parroco di Cividale, don Flavio Segalina: «Guardo le cose positive che ci sono date».

«Qui non è L’Aquila, è bene ricordarlo, la città non è stata rasa al suolo». Guarda al positivo don Flavio Segalina, parroco di Cividale, frazione di Mirandola, una delle città più colpite dal terremoto che domenica mattina ha causato la morte di sette persone e oltre 4 mila sfollati. «A parte le chiese, che sono tutte inagibili, non se n’è salvata neanche una – racconta a tempi.it – la situazione delle case è a macchia di leopardo».

I danni sono gravi?
Sì, anche se la situazione non va generalizzata: la città non è stata rasa al suolo. Le case che sono state ristrutturate e quelle rifatte con criteri sismici non hanno subito danni e hanno retto. Sono la maggioranza. Ma ci sono tante case vecchie, specie quelle più rurali o quelle dei centri storici, che hanno avuto dei problemi. I monumenti storici invece hanno subito danni ingenti: a San Felice la torre e il castello sono stati danneggiati, ad esempio. A Cividale la nostra chiesa non è più agibile, ma i muri hanno retto. A san Biagio e San Felice le chiese neanche ci sono più.

Come ha vissuto la notte del terremoto.
Rispetto a tanti altri di Cividale, molto bene. La canonica dove dormivo è stata rifatta l’anno scorso con criteri antisismici: io ho sentito la scossa dell’una, forte e secca, e ho subito capito che si trattava del terremoto ma siccome siamo sempre stati convinti che questa non è una zona sismica, e il terremoto non ha mai fatto danni, sono tornato a dormire. Poi mi sono svegliato di soprassalto alle quattro e pur non avendo avuto mobili rovesciati in casa, come molti altri, vedendo che la luce non c’era più, ho staccato gli allarmi e sono corso fuori in fretta. Giù c’erano già tutti i vicini. Quando ho visto che la canonica aveva retto, mi sono tranquillizzato e ho cominciato a reagire.

Qual è l’umore tra la gente?
È molto spaventata, impaurita. Stanotte nella frazione di Cividale anche se tantissime case sono nuove e senza danni, la gente ha dormito in macchina per precauzione. Lo stillicidio di scosse di assestamento mette paura, la gente è persa, fa fatica a guardare al futuro. Anche perché molti capannoni sono stati danneggiati, le attività produttive sono ferme e c’è il timore che le aziende non riaprano. A Mirandola hanno predisposto una tendopoli nella zona dei campi sportivi dove c’è l’area scolastica, là c’è il centro operativo della Protezione civile. Nel centro alcune zone sono state evacuate in attesa di ispezionare le case, ma tantissime hanno retto. Non è L’Aquila, ecco, la città non è rasa al suolo.

Lei dove andrà a dire Messa?
Le chiese rimarranno chiuse per molto tempo, i tempi delle belle arti sono lunghi e servono molti soldi. Non sappiamo dove verranno trovati. Come gli altri parroci, mi affiderò alla sala parrocchiale per la Messa. In qualche modo bisogna ripartire.

In quale modo?
Bella domanda, non lo so. Anch’io lo sto imparando in queste ore. Quello che ho cercato di fare è guardare alle cose positive che ci sono state date, ad esempio che nella nostra zona non siamo qui a piangere la scomparsa di nessuno. Questo è molto positivo. È chiaro che ci dovremo abituare alle scosse ma tutti, o quasi, abbiamo una casa dove tornare a dormire. E anche questo non è da poco. Cerco di individuare le cose positive in un clima che vorrebbe tutto negativo.

@LeoneGrotti

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