Radicalizzazioni sinistre

Paese che vai socialisti che trovi. Ma quello che appare è che la divisione tra una linea moderata e una linea radicale percorre la sinistra europea: e la sinistra radicale è ovunque in ascesa. Al congresso di Le Mans il Partito socialista francese (Ps) ha scelto la linea radicale. Ha criticato duramente il liberalismo, come una logica basata su leggi brutali; e questa è stata l’espressione di Martine Aubry, la figlia di un grande riformista, Jacques Delors, l’autrice della legge, così brutalmente sconfessata dalla realtà, delle 35 ore. Vedette del congresso è stato Laurent Fabius, che ha trascinato il voto socialista nel referendum della Costituzione europea, nonostante la scelta procostituzione fatta dai socialisti. La sua mozione al congresso ha ottenuto il 19 per cento, ma le sue idee hanno dominato l’assise: il liberalismo è volto a produrre ineguaglianze e divisioni. Il mercato e la concorrenza sono intrinsecamente di destra: dietro ci sono le grandi multinazionali e gli Stati Uniti. Chi avrebbe mai pensato che un presidente del Consiglio socialista sotto Mitterrand avrebbe mai sposato tesi così radicali? Ma anche Francois Hollande, il vincitore del congresso, ha criticato la “mondializzazione” come tutto ciò che sfida le conquiste della “costruzione francese”, quei valori universali, quel modo di vita, quell’identità nazionale che i socialisti hanno contribuito a formare nel corso dell’ultimo secolo. E la critica all’Europa è venuta in questa veste: essa è la causa di tutte le deregolamentazioni e della direttiva Bolkestein che liberalizza le professioni. L’Europa minaccia il protezionismo agricolo, i monopoli pubblici e i servizi universali. Non si poteva immaginare una svolta più radicale nel Ps. Esso chiede all’Europa un governo politico della moneta unica, riformando sia il patto di stabilità sia lo statuto della banca centrale, un reddito minimo garantito uniforme per tutta l’Unione, una direttiva quadro per i servizi pubblici.
Farà specie pensare che a questo congresso socialista è stato ospite applaudito Romano Prodi, come vincitore delle primarie in Italia. Il fatto francese mostra ancora il travaglio della sinistra europea, dopo la spaccatura interna della socialdemocrazia tedesca. La socialdemocrazia del passato non esiste più e per questo la Merkel può guidare la grande coalizione, perché la tradizione socialdemocratica è ormai in frantumi e non a caso Schroeder si ritira dalla vita politica. Questa è l’Europa dopo la Commissione di Romano Prodi; tutto ciò che egli ha fatto (accordo con la Organizzazione mondiale del commercio, Costituzione, allargamento) è ora in crisi perché ha messo in grave difficoltà il sistema europeo e particolarmente ha spaccato la sinistra.
bagetbozzo@ragionpolitica.it

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.