
Raid aerei in Iraq e Siria. La debolezza dell’esercito iracheno. Il Califfato in Algeria
Gli Stati Uniti, insieme ai paesi arabi alleati, hanno lanciato i primi attacchi aerei contro lo Stato islamico in Siria, dove si trovano i due terzi dei 30 mila soldati jihadisti. Contemporaneamente missili Tomahawk sono stati lanciati da navi da guerra, colpendo circa 20 obiettivi, come riferito dall’addetto stampa del Pentagono. Secondo l’Osservatorio dei diritti siriani nei bombardamenti sono rimasti uccisi 8 civili tra cui tre bambini mentre i jet a guida Usa cercavano di colpire i qaedisti del fronte al Nusra, di cui sono stati eliminati 30 miliziani.
Da agosto i raid aerei condotti dagli Stati Uniti tra Iraq e Siria sono già arrivati a 190, nel tentativo annunciato da Barack Obama di distruggere lo Stato islamico. La situazione sul campo, specie in Siria, si fa però sempre più difficile. Solo pochi giorni fa, secondo l’intelligence americana, è nata in Siria una nuova milizia legata ad Al Qaeda con lo specifico obiettivo di colpire l’Occidente. Il gruppo porta il nome di Khorasan e sarebbe comandato da Muhsin al Fadhli e il saudita Abd Al-Rahman Muhammad al Juhni. Al Fadhli, secondo la Cnn, avrebbe già combattuto con Aqap (Al Qaeda nella Penisola arabica) e con i talebani in Afghanistan. Ricercato negli Stati Uniti e in Arabia Saudita e condannato in contumacia in Kuwait, è sempre riuscito a scappare e ora si troverebbe in Siria per formare un gruppo specializzato in attacchi terroristici contro l’Occidente.
CALIFFATO IN ALGERIA. Questa non è l’unica cattiva notizia per Obama e i suoi alleati. Ieri lo Stato islamico, attraverso il suo portavoce Abu Muhammed al-Adnani al-Shami, ha diffuso un file audio lungo 42 minuti, che invitava a uccidere «i miscredenti in qualunque modo, americani o europei, australiani o canadesi, compresi i cittadini dei paesi che entrano in una coalizione contro lo Stato Islamico e attaccate i civili». Poche ore dopo è stato annunciato in Algeria il rapimento di un francese di Nizza di 55 anni: Herve Gourdel.
Il rapimento è stato rivendicato da militanti islamisti algerini, che si dicono legati al califfato: «Noi siamo soldati dello Stato islamico in Algeria e rispondiamo al messaggio di Al Baghdadi e del suo portavoce. Diamo a Hollande, capo del governo criminale francese, 24 ore per fermare la sua offensiva contro lo Stato islamico, scadute le quali questo ostaggio, il cittadino francese Herve Gourdel, sarà decapitato».
L’ESERCITO IRACHENO INAFFIDABILE. Se i jihadisti dimostrano di fare sul serio, la reale capacità dell’esercito iracheno di contrastare lo Stato islamico, su cui Barack Obama fa affidamento per condurre le operazioni di terra sul suolo iracheno, è stata messa fortemente in dubbio. Come riporta il Washington Post, la caserma principale dell’esercito iracheno nel governatorato di Anbar, già in parte conquistato a gennaio dai terroristi, si trova sotto assedio da settimane. Domenica il complesso ha subito decisivi attacchi kamikaze da parte dei jihadisti che, secondo cinque superstiti, avrebbero così ucciso dalle 300 alle 500 persone.
Sarebbe il peggior attacco mai subito dalle forze irachene e il nuovo premier Al Abadi è già stato accusato di non essere in grado di fronteggiare la minaccia islamista. Soprattutto, affermano diversi analisti americani, sembra impossibile fare affidamento su un simile esercito per «eliminare i terroristi», così come è difficile trovare ribelli in Siria affidabili e moderati. Se il Pentagono si convincesse di questo, gli Stati Uniti potrebbero decidere di fare quanto paventato domenica dall’ex premier inglese Tony Blair: «Non si può escludere a priori di inviare truppe sul terreno. Con i bombardamenti puoi fermare i terroristi, ma non puoi sconfiggerli».
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8 commenti
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solo con gli aerei l’occidente non combinerà un bel niente. Ci voglio truppe di terra motivate e feroci, ma oggi l’occidente può solo schierare soldati LGBT e Maometto,di questi, ne farà un sol boccone. Chissà a provare con i centri sociali che in genere possiedono una cattiveria e una propensione alla violenza genetici, se non fosse che costoro passerebbero con il nemico. Non rimane che arrendersi
Non è vero.
Per combinare, combina.
Non tutto, questo è ovvio, ma molto.
Non sono sufficienti gli attacchi dall’aria però.
Mai sentito parlare dei Curdi?
Si sono fatti carico dei profughi, e attualmente sono l’unica realtà che si sta opponendo seriamente all’avanzata dell’ISIS.
Quelli hanno quel che si dice, il dente avvelenato, nei confronti dei terroristi.
E’ gente che ha patito ingiustizie e violenze da parte dei confinanti.
Loro si che sono motivati.
In quanto ad essere feroci, no, combattono per la sopravvivenza.
Sono la gente giusta.
Secondo me ce li manda la Provvidenza.
In quanto all’ultima frase che hai scritto, quel non rimane che…irripetibile, voglio credere che l’hai scritto per scherzo.
Piuttosto che arrendersi a loro, meglio fare i kamikaze.
caro menelik, speriamo non si debba mai arrivare al punto di doversi esporre fisicamente per difendere la nostra civiltà. nel caso , tra quinte colonne, ( tutti i laicisti e pseudo.cattolici) rinnegati e cacasotto, quelli che sarebbero disposti a lottare veramente per la loro fede e civiltà sarebbero pochini.
Menelik, quello che dici è in gran parte condivisibile, ma riguardo alla Provvidenza che ci avebbe mandato i curdi ci andrei piano. Nel genocidio armeno di cent’anni fa i curdi ebbero un ruolo fondamentale. Ringrazio i curdi di oggi per quello che fanno combattendo i tagliagole di ISIS e accogliendo i profughi cristiani, ma eviterei facili entusiasmi pensando a quello che gli avi degli attuali peshmerga hanno fatto ai cristiani armeni
In televisione poco fa hanno detto che c’è stato un buon raccolto: i nostri bombardieri hanno distrutto parecchia roba dei nemici.
E’ un risultato importante, perché chi è indeciso di arruolarsi con gli stupratori schiavisti, sappia che la sua vita è appesa ad un filo ed abbia paura.
Quelli che sono già dentro, o li facciamo fuori noi o li faranno fuori i loro ex-commilitoni quando vorranno disertare, per loro non ci sarà scampo, ma per chi è fuori e sta accarezzando l’idea di entrarvi, l’attacco di oggi è un messaggio molto eloquente.
Il martirio è, nella loro religione bacata, quasi desiderabile, auspicabile.
Degna conclusione di un fervente credente.
Figurati se hanno paura.
Ti sbagli.
Proprio su Tempi, settimane fa, si diceva che una parte di chi combatte per l’ISIS non sono credenti ferventi della jihad, terroristi dichiarati, ma opportunisti qualunque, gente diciamo “comune” che si mette coi terroristi per prendere parte alle razzie e agli stupri.
L’ho letto qui tempo addietro, mi pare in un’intervista ad un vescovo laggiù, se ben ricordo, ma su questo particolare potrei sbagliarmi.
Mettere sotto torchio l’ISIS bombardandoli pesantemente serve a sfrondare via gli opportunisti razziatori e stupratori.
Quando sapranno che razziare e stuprare e il miraggio di poter acquistare una o più schiave gli può costare la pelle, con tutto il travaglio psicologico di sottostare a lunghi bombardamenti, l’ISIS “vero” si smezza.
Comunque qualcosa bisogna pur fare, non si può dargli partita vinta.
Vogliono vincere questa guerra?
Vogliono soddisfare la loro sete di sangue?
Vogliono la lussuria di possedere delle schiave?
Bene, dovranno sputare sangue per avere tutto ciò.
Tutto ha un prezzo: vuoi rapinare un supermercato? Ti accolli il rischio di fare anni di galera.
Vuoi derubare i tuoi ex-compaesani e prendere come schiave le loro mogli e le loro figlie?
Devi rischiare concretamente di morire, e se ne uscissi vivo, di uscirne male.
Dov’è sbagliato questo ragionamento?