Rancilio (Avvenire): «Il caso Celentano si risolve solo con la re-spon-sa-bi-li-tà!»

Di Carlo Candiani
17 Febbraio 2012
Intervista al caporedattore della pagina degli Spettacoli del quotidiano cattolico, attaccato dal Molleggiato sul palco di Sanremo. «Perché Morandi si scusa coi gay per i Soliti idioti, ma non coi cattolici per Celentano?». «Daremo ad Adriano un compenso per tutte le copie in più che ci ha fatto vendere, a patto che devolva la cifra in beneficenza. Speriamo che, stavolta, lo faccia in silenzio».

«Il “caso Celentano”, è solo l’ultimo caso di una serie sempre più lunga». Gigio Rancilio, capo redattore della pagina degli spettacoli di Avvenire, ragiona con tempi.it sulla performance del Molleggiato al Festival di Sanremo dove ha attaccato pesantemente il quotidiano cattolico e Famiglia cristiana.

Rancilio, di chi è la responsabilità dell’ultima prodezza di Celentano?
Il punto di partenza è che, fino a prova contraria, il servizio pubblico è la casa di tutti. Si può anche dare carta bianca a chi interviene in televisione, ma è giusto che se entri in questa casa e sporchi o combini dei danni, poi questo sporco sia pulito e che ciò che è stato rotto sia riparato. Altrimenti accadono cose strane. Ad esempio: perché Morandi si sente in dovere di scusarsi con i gay per il siparietto dei “Soliti idioti”, ma non chiede scusa ai cattolici per quello che Celentano ha detto la sera prima? Crea meno imbarazzo liquidare il duo comico, piuttosto che criticare il fiore all’occhiello di questo Festival.

Perché i dirigenti Rai come Mauro Mazza hanno così timore a criticare sua maestà Celentano?
È il risultato del contratto capestro che ha consentito al Molleggiato di avere carta bianca. Si fa finta di ignorare che l’unica legge a cui Celentano deve sottostare, oltre a quella penale, è il codice etico della Rai. Dovrebbe esserci una commissione ad hoc, ma ora che si riunisce, che valuta, che ufficializza “la sentenza”, passano mesi. E le sanzioni che vengono comminate sono ridicole.

Quindi? Qual è la soluzione? 
La soluzione è una cosa che si chiama re-spon-sa-bi-li-tà! Il Cda Rai scade fra sei settimane. Bisogna vedere che intenzioni ha il governo Monti e se veramente vuole una nuova Rai: più snella, con un presidente e un direttore generale che abbiano a loro disposizione dei veri poteri. Una cosa è certa: gran parte degli elettori italiani non vuole più un certo tipo di televisione. Il problema non è togliere esterni, super-ospiti e compensi extra lusso, il problema è l’ottimizzazione delle risorse e la responsabilità di ciò che va in onda. Insomma: il ritorno alla centralità del servizio pubblico, questa è la vera partita in gioco.

Sui quotidiani è stato scritto che «il Vaticano pretende le scuse di Celentano».
Questa cosa, su Avvenire, noi non l’abbiamo mai scritta. 

Concludiamo con un sorriso. Visto tutta la pubblicità che vi ha fatto, non è che adesso sarà Celentano a pretendere da voi dei ringraziamenti? 
Certo! Il nostro direttore, Marco Tarquinio, ha già scritto questa mattina un articolo per ringraziarlo. Potremmo accordarci così: daremo a Celentano un compenso per tutte le copie in più che ci ha fatto vendere, a patto che devolva la cifra in beneficenza. Ma questa volta, speriamo che lo faccia in silenzio.

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