
Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo: i cristiani sono il gruppo maggiormente perseguitato

Tratto da Acs – Il rispetto della libertà religiosa nel mondo continua a diminuire. È quanto emerge dalla XII edizione del Rapporto sulla Libertà Religiosa nel Mondo della Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre. Il rapporto, nato nel 1999, fotografa il grado di rispetto della libertà religiosa in 196 paesi, analizzando le violazioni subite dai fedeli di ogni credo e non solo dai cristiani. «La libertà religiosa è per sua stessa natura un diritto da garantire a chiunque – scrive nella prefazione del volume Paul Bhatti, già ministro federale pachistano per l’Armonia nazionale e gli affari delle minoranze e fratello del compianto Shahbaz Bhatti, ministro per le minoranze ucciso nel 2011 – e, considerata la situazione di moltissimi gruppi religiosi, il Rapporto ci obbliga a guardare con nuovi occhi a questo diritto fondamentale, che è condizione imprescindibile di ogni società libera e giusta».
I cristiani si confermano ancora una volta il gruppo religioso maggiormente perseguitato. Minoranza oppressa in numerosi paesi, molte delle terre in cui i cristiani abitano da secoli, se non da millenni, sono oggi sconvolte dal terrorismo.
Redatto da giornalisti, esperti e studiosi, il rapporto prende in esame il periodo compreso tra l’ottobre 2012 e il giugno 2014. Dei 196 paesi analizzati, in ben 116 si registra un preoccupante disprezzo per la libertà religiosa, ovvero quasi il 60%. Nel periodo in esame sono stati rilevati cambiamenti in 61 paesi, ed è interessante notare come soltanto in sei di questi – Cuba, Emirati Arabi Uniti, Iran, Qatar, Taiwan e Zimbabwe – tali trasformazioni hanno coinciso con un miglioramento della situazione. Peraltro, ad eccezione di Taiwan e Zimbabwe, anche in queste nazioni si riscontrano limitazioni elevate o medie alla libertà religiosa. Inoltre spesso i miglioramenti sono il frutto di iniziative locali, più che segnali di un progresso nazionale.
Schede paese e approfondimenti sono disponibili in italiano su questo sito internet, oppure scaricando la nuova app ACS per smartphone (disponibile per apple e android), e in varie lingue sul sito religion-freedom-report.org.
Quest’anno il Rapporto si accompagna al Focus sulla Libertà Religiosa, una pubblicazione di 32 pagine che, oltre ad una panoramica generale sui dati emersi dall’analisi, contiene una graduatoria che suddivide i paesi in quattro categorie in base al grado di violazione della libertà religiosa: elevato, medio, preoccupante, lieve. La classifica è ovviamente indicativa, i fattori che condizionano la libertà religiosa sono altamente variabili e poco si prestano ad una valutazione oggettiva. La classifica è stata realizzata prendendo in considerazione gli episodi di violenza a sfondo religioso e indicatori diversi quali il diritto alla conversione, a praticare la fede, a costruire luoghi di culto e a ricevere un’istruzione religiosa.
In 14 dei 20 paesi dove si registra un elevato grado di violazione della libertà religiosa, la persecuzione dei credenti è legata all’estremismo islamico: Afghanistan, Arabia Saudita, Egitto, Iran, Iraq, Libia, Maldive, Nigeria, Pakistan, Repubblica Centrafricana, Somalia, Sudan, Siria e Yemen.
Negli altri sei paesi, l’elevato grado di violazione della libertà religiosa è legato all’azione di regimi autoritari quali quelli di Azerbaigian, Birmania, Cina, Corea del Nord, Eritrea e Uzbekistan.
Le violenze a sfondo religioso – che contribuiscono in modo determinante al costante aumento dei flussi migratori – sono legate al regresso della tolleranza e del pluralismo religioso. Il progressivo distacco dal pluralismo religioso è chiaramente documentato nel Rapporto. In varie nazioni del Medio e dell’Estremo Oriente inizia ad appalesarsi il cosiddetto fenomeno degli stati mono-confessionali, in cui il gruppo religioso dominante cerca di prevaricare sulle minoranze, imponendo la sharia o approvando normative quali la legge anti-blasfemia. La recente affermazione dello Stato Islamico in Iraq è un chiaro esempio di tale fenomeno.
Il volume rileva inoltre altre tendenze preoccupanti, quali l’aumento dell’intolleranza religiosa e dell’ ”ateismo aggressivo” in Europa Occidentale; il crescente analfabetismo religioso delle classi politiche occidentali; il numero allarmante di episodi anti-semiti nel Vecchio Continente.
Ulteriore novità dell’edizione 2014 sono le analisi continentali di studiosi ed esperti: sulla situazione della libertà religiosa in AFRICA, AMERICA DEL NORD, AMERICA LATINA, ASIA, EUROPA OCCIDENTALE, MEDIO ORIENTE, RUSSIA E ASIA CENTRALE. Tutte le analisi sono disponibili online.
L’Asia si conferma il continente dove la libertà religiosa è maggiormente violata. Nei paesi in cui vi è una religione di maggioranza si riscontra un incremento del fondamentalismo non soltanto islamico, ma anche indù e buddista. Analizzando la situazione del Medio Oriente si nota come i paesi in cui la libertà religiosa è negata offrono un terreno fertile all’estremismo e al terrorismo. Se in Russia il crescente numero di immigrati musulmani comporta il rischio di una radicalizzazione della presenza islamica, nei paesi dell’Asia Centrale, il timore di rivolte sulla falsa riga delle primavere arabe, ha provocato un inasprimento delle restrizioni imposte ai gruppi religiosi.
In Africa, la tendenza più preoccupante degli ultimi due anni è senza dubbio la crescita del fondamentalismo islamico – sotto l’impulso di gruppi come Al Qaeda nel Maghreb islamico, Boko Haram e al Shabaab – e si riscontra un aumento di casi di intolleranza religiosa in Egitto, Libia e Sudan. Non mancano tuttavia esempi di dialogo e cooperazione religiosa in Camerun, Nigeria, Centrafrica, Uganda, Zambia, Sudafrica e Kenya.
In Europa Occidentale si registrano minacce sia alla libertà religiosa che alla libertà di coscienza. In numerosi paesi vi è inoltre una tendenza laicizzante che cerca di escludere la religione dalla vita pubblica. Anche in America del Nord si riscontrano casi relativi all’obiezione di coscienza.
In America Latina gli ostacoli alla libertà religiosa sono quasi sempre causati dalle politiche di regimi apertamente laicisti o atei, come quelli di Venezuela ed Ecuador, che limitano la libertà di tutti i gruppi religiosi, senza alcuna distinzione di credo
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23 commenti
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@Redazione : leggo “I commenti sono liberi. La redazione rimuoverà quelli offensivi”
Ora non discuto su questa regola, ci mancherebbe, ma la sua interpretazione da parte vostra mi lascia un po’ perplesso. Mi riferisco ad alcuni miei commenti censurati. Mi piacerebbe sapere dove sta la parte offensiva, per conoscere il criterio di valutazione da voi usato e potermi adeguare al meglio. Magari sono solo inconvenienti tecnici ed in questo caso vogliate prendere questo mio commento come una semplice segnalazione di un mal funzionamento del sito.
Leo, ti rispondo io, ormai mi sono presa questo compito , e non mi pagano nemmeno !
Dunque, per la mia esperienza, fino all’anno scorso i commenti erano veramente liberi, ma dopo l’arrivo di post infarciti di best.emmie, hanno introdotto un sistema che monitora alcune parole chiave degli interventi. Per esempio se in uno stesso post ci sono parole come n.azismo o omi.cidio o simili, anche in un contesto di giudizio assolutamente non offens.ivo, il sistema mette in moderazione i post, fino a bloccare persino l’indirizzo I.P.
I post in moderazione poi vengono di solito sbloccati, appunto se non offens.ivi, mentre quelli che bloccano l’I.P. vanno persi.
Sapere in anticipo quali saranno le parole o le combinazioni di parole che bloccheranno i post e come li bloccheranno è pressoché impossibile, si possono adottare degli escamotage come il mio di mettere un puntino, o altro, ma alla fine ci vuole solo tanta pazienza !
Leo, ti ho risposto, ma sono finita in moderazione, ça va sans dir !
Leggerai domani, credo !
Chi ha in mano Hollywood ha in mano il mondo, almeno quello occidentale.
Bravo Leo, l’Europa è troppo succube delle tendenze “culturali” che provengono dagli usa o dal nordeuropa !Spesso succede che qualsiasi novità proveniente da tali sponde ci venga spacciata per l’ennesima rivoluzione copernicana , e vediamo le conseguenze di tutto ciò !
Al, contrario, è la prova del oggettività del rapporto.
Come al solito i soliti troll cialtroni non trovano di meglio che definire questo rapporto “di parte”.
Il troll cialtrone, infatti, non arriva a concepire il fatto che gli altri non soffrano della sua stessa malafede cronica.
@ TUTTI
Non è affatto necessario a nessuno interagire con me – sono uno dei tanti signor nessuno, e non me dispiace affatto.
Chi lo desidera e/o lo ritiene utile dovrebbe provare a proporre argomenti diversi, attaccare quelli proposti, comunque stare collegato al tema.
Il tema qui è cosa caratterizza e cosa nega la libertà religiosa, ed io prendo sul serio il tema; lo colloco, ovviamente secondo le mie convinzioni ed i miei ragionamenti, nel più ampio alveo delle libertà civili – del tutto coerentemente con l’articolo, che parla di sistemi, leggi, episodi di rilevanza sociale e politica – e sviluppo un discorso positivo e propositivo. Risposte: l’aborto (semmai l’obiezione di coscienza, ma non questo si obbietta); le mattanze; scalfar8; la corea del nord; boko aram.
Ci riprovo.
Due temi forti che pongo a partire dall’articolo.
La libertà religiosa è uno specifico che come cartina di tornasole consente da sola ed in quanto tale di misurare il ph da basico ad acido – da dittatura a libertà – di una società, di un sistema giuridico, di uno stato? O piuttosto è una delle libertà che in un sistema democratico vanno insieme garantite e dinamicamente composte fra le altre istanze e libertà?
La libertà religiosa in che rapporto sta con le scelte individuali – non nocive per l’altrui libertà – che i non religiosi, o i diversamente religiosi, compiono e vivono nella comunità civile? Si tratta cioè di pensare ad uno spazio il più largo possibile dove tendenzialmente e sperabilmente tutti fanno ciò che corrisponde ai propri più differenti credi purché non nuocciano ad altri, oppure si tratta di definire a priori i confini ottimali entro i quali tutti devono stare? nel secondo caso: come si fa? chi lo fa? come si trattano i barbari?
Entrambi i temi si esemplificano in: può un sistema democratico prescindere da ed insieme rispettare la libertà religiosa? in altre parole: laddove il tema è la libertà in quanto tale, di tutti e la più ampia possibile, le singole libertà compresa quella religiosa sono meglio o peggio possibili delle situazioni dove il concetto e gli spazi di libertà sono sottoordinati ad un concetto elaborato ed imposto dal potere vigente quale che sia?
Luccillo, prima di esigere risposte a quesiti interessanti, ma meno direttamente connessi al tema in oggetto, dovrebbe provare a spiegare cosa trova di contestabile in questo Rapporto e quali indici propone o di quali cifre dispone lei per dare addosso ai cristiani ammazzati in giro per il mondo che la autorizzano a sospettare di falsità quelli ancora in vita. Non faccia lei la vittima di chi trascura le sue insinuazioni, quando il Rapporto aautorizza altri a lamentarsi, certo, anche di atteggiamenti come il suo: non si seta in colpa, ma non incolpi gli altri di insensibilità. E’, quanto meno, inopportuno e indelicato. Sui problemi che pone lei si può discutere tantissimo; sui dati del Rapporto, al netto dei sospetti senza onere di prova, c’è molto meno da discutere e molto più da meditare.
P.S. Non so che fine abbiano fatto i post che ho inviato. Ma non vorrei che Filomena si sentisse trascuarata ovvero discriminata; e qualche altro continuasse a propinarci la favola antica dei “fratelli in Abramo”, che non discrimina il vero dal falso e le vittime dai carnefici, come documenta il Rapport, casomai ce ne fosse stato bisogno. E per esempio, la coppia di cristiani gettati dentro una fornace, per dire un banale fatto di cronaca quotidiana, non ne aveva bisogno.
Grazie.
Questi rapporti, fatta salva la buona intenzione di chi li redige, hanno sempre il grosso limite di non prendere in considerazione la situazione globale nel suo complesso che vede come maggiori responsabili (parlo soprattutto dei mandanti) dei soprusi e della instabilità a livello planetario chi comanda in Occidente e nei suoi complici e strettissimi alleati (Israele e Paesi del Golfo Persico). Tra l’altro assieme ai cristiani troviamo come vittime degli interessi occidentali e suoi alleati i loro fratelli in Abramo musulmani minacciati dal famigerato piano Yinon che prevedeva la destabilizzazione di tutti i paesi a maggioranza o forte componente islamica. Solo per fare un esempio guardiamo a paesi quali l’Afghanistan o l’Iraq fatti a pezzi dalle forze dell’impero del caos (come lo ha definito il giornalista brasiliano Pepe Escobar)
“maggiori responsabili (parlo soprattutto dei mandanti) dei soprusi e della instabilità a livello planetario chi comanda in Occidente”
Sarà un caso che i suoi ultimi anni padre Werenfried van Straaten li dedicò proprio a manifestare e parlare contro l’aborto nell’Europa occidentale e negli Stati Uniti ?
La favola sui fratelli in Abramo continua, a parte che Ismaele e Israele erano fratellastri e come fratellastri, i musulmani non dimostrano alcun complesso di inferiorità nei confronti del primo dei fratelli che uccise l’altro, negando di averlo fatto. In posti come le Filippine, la Thailandia, l’Indonesia, che siano maggioranza come in Medio Oriente e Nord Africa o minoranza come da noi (per ora), a ammazzare i cristiani in quanto tali sono sempre loro, i fratelli musulmani, senza aspettare di sentirsi dire che ci sono piani per destabilizzare Paes dalle solide tradizioni democratiche e nazionali, sembrerebbe a sentire chi, come Focauld, raccoglie voci complottistiche per rispondere così a cifre che non possono essere smentite. Il passato tribale, con la Umma e il Califfato sullo sfondo come realtà in grado di contrapporsi giustappunto agli infedeli, è giunto pressocheè indenne fino ai nostri giorni proprio in Paesi, per il resto, diversissimi, che producono droga, l’Afghanistan e petrolio, l’Iraq, come altri Paesi figli del profeta, petrolio di cui gli sceicchi fanno l’uso che fanno sotto forma dei proventi che garantisce. Le primavere arabe dovevano restituire libertà e democrazia a questi Paesi di lunga tradizione democratica, come sappiamo, mettendo in discussione regimi oppressivi e equilibri dietro cui piazzare complotti anche quando equilibri ingiusti saltano: altrimenti, potevano tenersi quello che avevano, visto che erano magnificamente stabilizzati.
E tutto questo fumo, con l’Occidente cui addossare anche le colpe di altri, perchè? Per assolvere chi? Per negare cosa? Che i cristiani sono fatti a pezzi dai musulmani, principalmente da loro? Per negare che i cristiani sono il gruppo religioso più perseguitato al mondo e non dall’anno scorso o da quello in corso? Per negare l’evidenza con i complottismi dietro le quinte o distogliere dai fatti per le paranoie dietrologiche? Il Cristianesimo è espulso con la violenza, sradicato a furia di decapitazioni e crocifissioni da terre in cui si era stabilito ben prima che i musulmani arrivassero armi in pugno per adempiere la volontà e le promesse di vittoria di Maometto; sono i più accaniti in una persecuzione che li vede primeggiare come boia: ma non sono certo soli. Il resto, è polemica spicciola; che, per giunta, non c’entra niente.
Mondadori sta per pubblicare “Libro nero dei cristiani nel mondo”, un’inchiesta di giornalisti dei più diversi orientamenti politici e religiosi (e non), coordinata da Samuel Lieven. Su venti Paesi in cui la libertà religiosa è assente del tutto o quasi del tutto, quattordici sono musulmani e i rimanenti, retti da regimi comunisti, dove non si gode di molta libertà nemmeno quanto al resto. Il libro conferma in toto i risultati emersi dalla Fondazione Pontificia, non le opinioni di questo o quello: e dà torto marcio ai sospetti sospettabili di faziosità di Lucillo, ai farneticanti complottismi di Focauld, alla diffidenza a senso unico di Leo, perso fra le nuvole di Cartoonia e le caverne di Tora Bora.
Dal momento che l’autore di questo report è la Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, quantomeno si potrebbe sostenere quanto sostengono coloro che giudicano di parte gli studi fatti dalle associazioni gay sulla condizione dei bambini adottati da coppie omosessuali. In questi casi si dice che gli studi sono pilotati perché viziati da presupposti unilaterali.
Mi chiedo allora altrettanto quanta affidabilità possa avere uno studio condotto da una fondazione che non potrebbe essere più sbilanciata e di parte di così. E infatti il presupposto è che per libertà si intende non la facoltà di ognuno di scegliere il credo che ritiene più opportuno, ma la sola libertà di aderire (in quanto superiore alle altre) al cristianesimo quale unica religione buona e giusta. Dunque se paradossalmente il cristianesimo fosse la religione adottata da tutti (definita magari pensiero unico?!!?) allora la libertà religiosa sarebbe tutelata perché in quanto superiore a qualsiasi altro ideale laico o meno, sarebbe addirittura in grado nella sfera pubblica di condizionare le leggi dello Stato.
Se questo non è essere di parte…..
Filomena, riesce a dare ragione a questo rapporto proprio mentre lo contesa con affermazioni risibili. Invece di mettere in dubbio l’affidabilità di queto studio, ci dia i suoi numeri e ci dica chi ha un palmarés che lei sembra invidiare più di quanto lo contesti. Se lei potesse comunicarci i dati di cui disponete lei e lo SNOQ, eviterebbe di lanciarsi dall’alto di certi SE per precipitare sul ridicolo.
Adesso, una pausa ippica. ricorda la battuta de “L’ultimo buscadero”? “Qualcuno deve tenere fermi i cavalli.” La prego, faccia da sola.
Sì, Filomena, i morti sono principalmente di una parte, lo dica a chi li ha ammazzti, che possono spiegarle bene come e perché lo hanno fatto e continuano a farlo. Spero che il post precedente passi, quand’anche al piccolo trotto (per restare in tema di cavalli pazzi).
A prima vista il rapporto appare assai interessante.
Però andando a vedere i dettagli delle varie aree geografiche, al di la di come siano posizionate nella classifica generale, si nota un fattore distorsivo che semina dubbi che coinvolgono l’intero lavoro. Sembra – come per altro coerentemente “esaltato” nel titolo dell’articolo – che la libertà religiosa sia sovraordinata rispetto alle altre. Tale sovraordinamento sembra assunto a criterio per valutare la libertà generale dei sistemi giuridici e delle singole norme: come dire, e non mi pare di forzare, che se le “scelte” civili dei religiosi, ed in particolare dei cristiani ed ancor più specificatamente dei cristiani cattolici, si impongono come norma generale, allora è garantita la libertà di tutti, anche di chi non condivide; se al contrario le norme generali, pur rispettando la libertà individuale dei cattolici, stabiliscono regole a cui essi stessi non si possono sottrarre specie nei ruoli pubblici, ecco che cadiamo in limitazioni o rischi per la loro libertà e, tout court, per la libertà in generale.
Trovo interessanti e preziose le ricerche sulla libertà religiosa. Esse dovrebbero essere studi specifici focalizzati su un aspetto specifico ed importante dei diritti dei singoli e delle regole civili delle società e degli stati. La libertà religiosa non è il criterio e la condizione per le altre – come si vede nello stesso articolo e nelle schede per area, l’estremizzazione della libertà di una specifica religione, specie ma non solo quella islamica, è in contrapposizione radicale e violenta con tutte le altre libertà – ma uno dei frutti di una società più o meno aperta dal punto di vista dei diritti e delle libertà individuali, di gruppi, e generali.
Più libertà per tutti e su tutto è la migliore condizione per le libertà particolari, compresa quella religiosa.
A quanto traspare da quanto hai scritto, in Occidente non è il cristianesimo ad essere oggetto di vessazioni da parte di gruppi istituzionalizzati o meno, ma sarebbe il cristianesimo che vorrebbe imporsi sull’autorità degli Stati i quali, naturalmente, si difendono attuando politiche che vanno contro ciò che vorrebbero imporre i cristiani.
Esempio, l’aborto non terapeutico, per tutte su semplice richiesta come si vorrebbe imporre.
Che il bambino venga ammazzato, è un dettaglio, anzi, si eliminerebbe un peso, un parassita che si è annidato nel grembo di una donna vampirizzandola.
I cristiani dicono: quello è un omicidio.
Gli Stati, sotto l’egida dell’ONU, vorrebbero dunque imporre la libertà di uccidere il proprio bambino, dicendo che è come recidere una paccottiglia informe di cellule indifferenziate, poco più di un taglio di capelli.
Nelle aree dove è in atto la mattanza reale, in termini fisici:
lì non è il cristianesimo il bersaglio, non sono i cristiani che si vogliono eliminare col genocidio, no, sono tutti quelli che non sono in linea, dunque anche lì crollerebbe il tentativo di far passare i cristiani come vittime.
E questo nonostante “il rapporto appare assai interessante”.
………………………
Io credo che qui nessuno abbia scritto ebete in fronte.
Menelik concordo su tutto, ottimo intervento.
Lucillo, per cortesia, le dispiacerebbe indicare a me in quali posti della Terra il Cattolicesimo che impronti la vita sociale o le istituzioni, beninteso, non con le dichiarazioni di un vescovo o cardinale che è cittadino italiano come lei, ma come controllo o assunzione diretta del potere, coincida con la mancanza di libertà? Le prometto che non ci andrò, anche se Scalfar8 dovesse mandarmici in esilio.
Se la sentirebbe, Lucillo, di fare paragoni fra un Paese come l’Italia, di tradizione cattolica, certo, ma, del resto, sempre più apertamente osteggiata, negata, irrisa, con la mancanza di libertà che si vive in Paesi con l’ateismo di Stato che non dispiacerebbe a molti che, in totale libertà, vomitano offese anti-cristiane anche in questo sito; o con l’islamismo al potere o se è per questo, anche all’opposizione armata, in atto o solo virtuale? Grazie.
Gli effetti distorsivi dell’inchiesta li vede lei, che sospetta di manipolazioni interessate da parte di chi – lo scordi quando vuole, ma non proprio ora – costituisce la minoranza più perseguitata sotto ogni regime, bandiera e moschea. Visto che la Corea del Nord non è il regno della libertà, per limitarci al regime di Pyongyang, forse, la libertà religiosa non è così incongrua o distorsiva o sospetta come indice della libertà cui tiene anche lei.
Io trovo, semmai, che l’inchiesta sia fin troppo tenera con la cara leader Ue: vero che, per es., in Nigeria non si riesce a impedire a Boko Haram di sequestrare, convertire a forza, massacrare: ma che in Italia sia, di fatto, proibito manifestare per la famiglia “tradizionale” e solo in questo caso; e a parte altro, per dire ciò che compendia il clima di libertà che a molti pare eccessivo, Scalfar8 è al lavoro per voi.
Perciò, non sia così sospettoso verso inchieste che, forse, le fanno il torto di non corrispondere alla immagine del Cristianesimo e del Cattolicesimo che le permette di giudicarlo non troppo differentemente da chi fa il tanto che pone questa religione in cima alle classifiche delle minoranze più perseguitate, opprese, massacrate. Faccia in modo che non sia così. Dica a assassini, persecutori, dittatori di smetterla. Una marcia di protesta, due, cento. Boicottaggi commerciali. Petizioni e raccolte di firme. Campagne stampa. Canzoni di protesta di gruppi e cantautori impegnati. Film e serie televisive in cui si veda bene tutto quello che succede ovunque. Cortei che paralizzino il centro storico della sua città. Presidio di ambasciate di Paesi che perseguitano o tollerano le persecuzioni, come si fa per altre cause. Non devo suggerirle nulla. Se è così scontento del primato in classifica dei suoi connazionali di una religione che non le piace, cxhe odia o di cui sospetta anche quando è messa a morte, faccia tutto questo senza perdere altro tempo.
io sarò più breve di menelik e raider. magari dominasse il cristianesimo con i suoi valori. sarebbe la civiltà estesa al globo. ma questo è dura da capire per qualcuno. se la mettiamo sui diritti civili moderni, che il cristianesimo negherebbe, basta dire che ogni “diritto” civile è si l’esercizio di un diritto solo che a qualcun altro si nega un suo diritto. per cui tale “diritto” civile andrebbe negato. come l’aborto: una donna vuole abortire? se lo fa toglie al nascituro un suo diritto, quello alla vita. se cose come questa non le si capisce significa che in occidente c’è il sonno della ragione.