
Rassegna dei film orrendi che mi auguro non abbiate mai visto

Articolo tratto dal numero di aprile 2020 di Tempi. Questo contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.
È stato un fioccare di elenchi, consigli cinematografici, recensioni ad hoc sui social. È stato il tempo del «sembra di essere in un film», oppure «’sta cosa del virus lo abbiamo già vista dove? In Contagion?»
Il fatto è che tutti – ma proprio tutti – si sono ammazzati di cinema a casa, su ogni piattaforma possibile immaginabile (compresa la benemerita Disney+ che è stata la salvezza di chi ha i nanetti in giro per casa). Tutti hanno finito le loro serie preferite e anche quelle non preferite, tutti, spero, hanno scoperto i menù segreti di Netflix, sottoscritto abbonamenti. Tutti.
Tranne quei due o tre fulminati tra cui il sottoscritto che ’sta vita la fanno anche in tempo di pace. Film film film serie film film film documentario film film film rassegna sul Cinema Novo brasileiro film film film Giovannona coscialunga.
Così, mentre tutti guardavano qualcosa, io mi sono trovato per la prima volta nella mia vita a non sapere che guardare. O meglio, ho deciso nella piena consapevolezza dei miei mezzi e di quel che resta della mia intelligenza di andare a recuperare quei buchi, quelle voragini, quelle cose che sembrano una perdita di tempo e forse lo sono ma sono ugualmente divertenti, i film orrendi, non i trash beninteso, ma quelle cose mai uscite, mai viste forse, quelle cose che dovresti vedere almeno una volta nella vita per poterlo raccontare a un amico, magari a un figlio cresciuto, chissà quando.
NB: la maggior parte dei film si trovano sul canale free Cine 34 di Mediaset o su Prime Video che è a pagamento ma ha tantissime cose. La fonte scritta è il grandioso Dizionario dei film italiani stracult di Marco Giusti, critico e appassionato di film alti e bassi e che ringrazio perché mi ha tenuto compagnia in queste settimane di clausura e mi ha aiutato a non impazzire del tutto. Forse.
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Contamination
Lo splatter italiano amato da Tarantino
Splatterone assai divertente del 1980, altro figlio degenere dell’Alien di Ridley Scott, Contamination è il punto più alto della carriera di Luigi Cozzi che si firma Lewis Coates e la butta in caciara sanguinolenta, lui che è ex aiuto regista di Dario Argento. Girato in economia in Sudamerica, con musiche dei Goblin e effetti speciali da sagra paesana (ma l’incipit supersplatterone è gustoso).
L’idea sarebbe quella de L’invasione degli ultracorpi coi mitologici baccelloni sostituiti da delle uova spaziali da cui dovrebbero nascere la progenie aliena che però non nasce perché le uova esplodono prima.
Amatissimo da Quentin Tarantino che del resto ha un venerazione per i film di Cozzi. Narra la leggenda che le uova fossero in realtà delle olive che la troupe si spazzolò la sera stessa delle riprese.
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Là dove non batte il sole
Mix folle e simpatico di western e kung fu
Un grande produttore come Carlo Ponti prende un buon artigiano come Anthony M. Dawson (Antonio Margheriti, autore di cult degli anni Sessanta) e gli commissiona uno strano mix tra spaghetti western e kung fu che allora andava per la maggiore.
Ne viene fuori Là dove non batte il sole, un mix folle ma simpatico con Lee Van Cleef e Lo Lieh che allora spopolava come simil Bruce Lee. È molto divertente. Il titolo fa riferimento a 4 sederi di gentildonne (c’è anche quello di Femi Benussi) dove sono tatuate parti di una mappa del tesoro. Avrei voluto scrivere io un film del genere.
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2019: dopo la caduta di New York
Fantascienza all’amatriciana
Altro fantascientifico all’amatriciana (mi ero fatto il filotto una sera). 2019: dopo la caduta di New York è uscito nel 1983: riecheggia sin dal titolo il 1997 carpenteriano.
Dirige Martin Dolman, ovvero Sergio Martino, che noi riteniamo più a suo agio nelle commedie pecorecce/sportive (L’allenatore nel pallone).
Storia folle: dopo una terza guerra mondiale non nucleare ma addirittura termonucleare, ci stanno ovviamente radiazioni ovunque tranne in Alaska, forse per via del clima rigido. Che poi non si capisce perché solo in Alaska e non nella Terra del fuoco. Comunque. Dei tizi vengono inviati a New York dove dovrebbe ancora esistere l’unica donna fertile al mondo. Musiche dei mitologici Oliver Onions.
Martino girerà qualche anno dopo un thriller avventuroso con un titolo folle di cui ricordo poco, American Risciò.
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L’ultimo uomo sulla terra
Migliore del citatissimo “Io sono leggenda”
L’ultimo uomo sulla terra è, senza ironia, un gran film. Un postapocalittico girato a Roma al quartiere Eur (siamo nel 1964) completamente deserto dove si aggira Vincent Price che è l’ultimo uomo sulla terra e deve vedersela con dei vampiri.
Dirige Ubaldo Ragona che adatta un celebre racconto di Richard Matheson che poi avrebbe ispirato 1975: occhi bianchi sul pianeta Terra e il citatissimo in queste settimane Io sono leggenda, entrambi inferiori al film di Ragona.
Matheson è un genio assoluto e il film è in anticipo di 4 anni rispetto a La notte dei morti viventi e di mille altri del genere.
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Alien 2 – Sulla Terra
Sequel apocrifo girato nelle grotte (non si vede un tubo)
Sequel apocrifo di Alien di Ridley Scott, uscito un paio di anni prima. Ciro Ippolito ha l’idea di fare una sorta di maccheroni sci-fi. Non trova a chi farlo girare, allora se lo fa da solo firmandosi Sam Cromwell, prepara una buona locandina che scimmiotta il film di Scott, gira il film in una settimana.
Storia assurda, con degli alieni minerali radioattivi, se non ricordo male, che diventano non si capisce come degli esseri umani. Alien 2 – Sulla Terra è ambientato nelle grotte perché i protagonisti dovrebbero essere speleologi appassionati di rocce, in realtà perché il film fu girato alle grotte di Castellana e al buio notoriamente non si vede un tubo. Cult assoluto.
Più tardi Ippolito avrebbe girato Arrapaho, Uccelli d’Italia e il memorabile Vaniglia e cioccolato con un trio delle meraviglie (Cucinotta, Preziosi e Joaquin Cortés).
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Ultimo tango a Zagarolo
Commedia cult che fece arrabbiare Bertolucci
Cult assoluto. Ci sono più aneddoti attorno a questo film che in tutto il cinema italiano dell’epoca. Si racconta che De Niro e Coppola, innamorati del film, durante le riprese de Il padrino – Parte seconda si fossero offerti per distribuirlo negli Stati Uniti (con quale titolo poi?), e sembra che Bertolucci si fosse incazzato.
Ultimo tango a Zagarolo è uno dei film preferiti di Carmelo Bene ed è una delle cose migliori di Franco Franchi che fa Marlon Brando ma a parti invertite, nel senso che sarà lui a lasciarci quasi le penne. C’è anche Franca Valeri nei panni della regista e fa molto ridere.
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Alex l’ariete
Il peggiore dei peggiori adorato dai fan della bruttezza
Tappa obbligata in questa discesa all’inferno, Alex l’ariete fa giusto 20 anni quest’anno, e all’epoca riuscii a vederlo in un cinema di periferia. È un autentico scult, cioè un cult al contrario: al timone il povero Damiano Damiani, sceneggia Dardano Sacchetti, scrittore di tanti buoni film degli anni Settanta e non si capisce come siano finiti entrambi in un’operazione del genere.
La storia è memorabile. Alberto Tomba è tipo un Navy Seal che, per salvare una carrozzina con bambino annesso durante una retata della polizia, perde amico e reputazione. Uccide degli improbabili mercanti d’armi nella campagna bolognese con un mitragliatore alla Chuck Norris, e piange disperato la morte dell’amico (e siamo appena a 10 minuti di film). Viene mandato dall’Arma in un paesino alla Benvenuti al sud, trova la Hunziker che è ricercata come assassina di una amica che in realtà è stata uccisa dal baffo Moretti (il povero Orso Maria Guerrini, pure lui evidentemente a disagio), il quale viene soprannominato “il grande maiale” perché si strapazzava delle belle ragazze su uno yacht.
Trama e dialoghi confusi per una buona mezz’ora, poi la scena madre si consuma sullo yacht del grande maiale dove Tomba uccide tutti anche con mosse di Ju-Jitsu. Invedibile anche dopo così tanto tempo. Gira spesso in tv perché è uno spettacolo di bruttezza e vanta diversi fan.
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