Non riguarda solo la cannabis e non la rende legale. Tutte le bugie dell’ennesima campagna per sdoganare la canapa “leggera” (anche questo si fa per dire)
Il partito Volt distribuisce piantine di cannabis per legalizzare la canapa al parco Valentino, Torino, 19 giugno 2021 (foto Ansa)
I promotori lo chiamano “referendum cannabis legale”: ma la prima e la terza parte del quesito riguardano ogni tipo di droga, mentre la seconda, limitata alle droghe cosiddette leggere, fra cui la cannabis, in realtà non la rende “legale”. Provo a motivare perché ci si trova di fronte a un caso esemplare di frode da etichetta.
Parto dal quesito referendario. «Volete voi che sia abrogato (il testo unico sulla droga) limitatamente alle seguenti parti: articolo 73, comma 1, limitatamente all’inciso “coltiva”; articolo 73, comma 4, limitatamente alle parole “la reclusione da due a 6 anni e”; articolo 75, limitatamente alle parole “a) sospensione della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori o divieto di conseguirli per un periodo fino a tre anni;”?». Che cosa accadrebbe se il referendum fosse ammesso e prevalessero i sì?
Lecita qualunque coltivazione
Libera coltivazione di ogni droga...