
«Renzi intervenga per eliminare questa porcheria»

Scusate se torniamo di nuovo a parlare di intercettazioni, ma ciò che accade in Italia – e non da oggi – con la loro pubblicazione strumentale a fini politico-giornalistici la riteniamo una barbarie. Martedì sul Messaggero è stato pubblicato un articolo magistrale di Carlo Nordio, procuratore aggiunto di Venezia, che qui di seguito vi riproponiamo.
Alcuni giorni fa l’onorevole Bersani, a margine dell’inchiesta di Firenze, ha auspicato una riforma della disciplina delle intercettazioni: «Non si può buttar via così – ha detto – il nome di innocenti». Ieri l’onorevole D’Alema ha usato espressioni più ferme e pittoresche: «La giustizia non può avere come fine quello di sputtanare le persone». Gli onorevoli Bersani e D’Alema non sono due neofiti dilettanti della politica: direttamente o indirettamente hanno governato il Paese per quasi dieci anni, dopo la caduta della prima Repubblica. E onestamente non si può dire che si siano occupati del problema con risultati tangibili. È quindi con grande piacere che ora apprendiamo questa netta presa di posizione.
Per conto nostro, scriviamo da circa vent’anni che questa barbarie giuridica va radicalmente eliminata per le seguenti ragioni.
- Che i brogliacci della polizia giudiziaria con le trascrizioni delle telefonate non danno alcuna garanzia di autenticità (e infatti il codice ne prevederebbe la perizia).
- Che la loro selezione ad opera di chi ascolta è opinabile e spesso arbitraria, fonte di rappresentazione ingannevole.
- Che la libertà di stampa non solo non c’entra nulla, ma è anzi vulnerata e avvilita, perché il giornalista non scrive quello che sceglie lui, ma quello che altri gli hanno propinato.
- Che in queste trascrizioni manca l’elemento più importante, cioè il tono della voce. Secondo il tono della voce, infatti, anche un’imprecazione può essere affermativa, interlocutoria o negativa.
- Che la loro funzione, che il codice vorrebbe quali mezzo di ricerca della prova, si è imbastardita diventando una prova a sé, con il risultato di farle finire nel fascicolo processuale e quindi sui giornali.
- Da ultimo, ma non ultimo, che se le intercettazioni sono pericolose per i dialoganti, sono addirittura nefaste per i terzi ignari e sprovvisti di difesa.
Come accade oggi per l’onorevole D’Alema. Com’è avvenuto che l’inviolabile segreto delle conversazioni, solennemente protetto dall’articolo 15 della Costituzione, sia stato così stracciato e offeso? È accaduto per una combinazione perversa di mistificazione, di interesse e di viltà.
La mistificazione sta in chi illude i cittadini che le intercettazioni tutelino la loro sicurezza, e che senza di queste tante indagini nemmeno inizierebbero. Non è vero: le inchieste più importanti della nostra storia giudiziaria, quelle contro il terrorismo e le brigate rosse, si sono felicemente concluse senza una sola intercettazione utile. L’interesse sta in chi maneggia questo strumento abominevole per alimentare il coccodrillo nella speranza che esso mangi il proprio avversario, senza sapere che alla fine il coccodrillo mangerà anche lui. E la viltà sta in tutti noi, che abbiano accettato questa nefandezza senza un esame critico delle sue conseguenze civili e morali.
Forse perché, abituati per secoli all’umiliazione dei sudditi, non abbiamo ancora acquisito il vigore dei cittadini. Se dunque potessimo dare un consiglio al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, diremmo questo: intervenga ora, con l’energia che gli è congeniale, usi lo strumento del decreto legge per eliminare questa porcheria. Le intercettazioni sono raramente indispensabili, talvolta utili e sempre insidiose.
Lo strumento tecnico per conciliarne l’(in)offensività con le esigenze investigative esiste già: sono le intercettazioni preventive, che funzionano benissimo contro il terrorismo. Sono anch’esse disposte dal magistrato, che però ne garantisce, sotto la sua responsabilità, la segretezza. Funzionano come spunto investigativo, ma non hanno valore probatorio. E quindi non finiscono tra gli atti e tantomeno sui giornali. Stimolano quelle indagini che reggono al dibattimento: le ricostruzioni dei flussi finanziari, i servizi di pedinamento e controllo, insomma i cosiddetti riscontri oggettivi. Mentre non si è mai visto un processo concludersi in modo utile sulla sola base di questo strumento invasivo e costoso. E infine, cosa più importante, l’insaziabile coccodrillo potrà morire di fame.
Foto Ansa
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7 commenti
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il gip di terni nella trasmissione virus della settimana scorsa ha elencato tutti i provvedimenti che impediscono di tenere in carcere i criminali. ecco la vera emergenza, che non interessa a nessuno, perché in questo paese delle vittime non frega nulla, neanche ai preti, che non chiedono mai pene certe e severe, non è da cristiani.
Assolutissimamente d’accordo col dott.Nordio che,tra l’altro,mi risulta dica queste cose da tempo:solo che, non essendo parte del cerchio magico di Magistratura democratica e dintorni,é tranquillamente emarginato.A questo punto se un Presidente della Repubblica fosse veramente tale (e non solo un notaio di cose decise altrove)pienamente consapevole dei supi compiti-visto che é anche Presidente del Csm-dovrebbe mettere in riga questi(e conseguentemente l’Anm,riconducendoli ai loro autentici e specifici-costituzionalmente parlando(non alla loro interessata interpretazione della medesima):conosco l’obiezione…la nostra é una repubblica parlamentare e poi..qualcuno(v.Cossiga)c’aveva provato e sappiamo che
fine ha fatto. E allora?Ora che i magistrati-meglio certa magistratura-ha tolto il velo su certa ipocrisia ossia che in realtà il potere lo vuole esercitare ,a pieno titolo,per sé e non per l’interesse di una parte politica(come successo nel biennio92-94 con Mani pulite)la classe politica dovrebbe mettere da parte giochetti e dispetti reciproci per stringersi attorno al Presidente della Repubblica(anche per indurlo a iniziative decise e autorevoli)e così porre fine,finalmente a quella che è l’unica vera anomalia italiana ossia lo strapotere giudiziario di certa magistratura collusa con certa stampa(interessata,naturalmente):
perché chi credete che passi ai giornali i contenuti delle intercettazioni trascritte e che dovrebbe essere tenute riservate?Perché,poi,tanto strapotere ai pm che indirizzano-loro-le indagini della polizia giudizaria e non,come si faceva una volta-con risultati più efficaci-ossia la polizia fa le indagini,poi passa il risultato delle stesse al pm incaricato allo scopo e così procedere con un uso non invasivo,strumentale,mediatico e spropositato delle intercettazioni.Queste,certo,possono essere uno strumento utile ed efficiente,ma devono-pur sempre-essere precisamente finalizzate alla raccolta di prove,non di tutto il possibile e l’impossibile,il lecito e l’illecito riguardante vita pubblica e privata del mondo intero,in qualche modo ruotante attorno all’indagato..e chi non é indagato.non deve entrarci in alcuna maniera.Basterebbe solo un po’ di seria e buona volontà da parte di tutti.Cosa semplice ma impresa disperata nella voluta confusione attuale
tutta l’ipocrisia di cui i politici sono capaci. vogliono una legge che gli consenta di delinquere senza rischi. così dopo la legge che gli permette di rubare soldi agli italiani ora s’avanza l’impunità. richiesta a gran voce dai cattolici di tempi.
Le intercettazioni rappresentano uno strumento irrinunciabile per assicurare i corrotti e i mafiosi alla giustizia .
Perche’ richiamare oggi l’art 15 della Costituzione ? E perche’ i politici del Pd ,ieri giustizialisti , oggi si dichiarano garantisti?
La teatralita’ sembra essere la piu’ autentica espressione di chi strumentalizza valori e principi I sudditi applaudono
Il Dottor Nordio dice delle cose che in uno stato di diritto sarebbero del tutto ovvio quando non banali e questo la dice lunga sul fatto che l’Italia un tempo definita la patria del diritto oggi non sappia più neppure cosa sia il diritto. Personalmente non ho nulla contro le intercettazioni telefoniche, le ho fatte persino io ai tempi della leva militare, ma oramai il sistema è stato stravolto prima da gente come Di Pietro e poi da altri personaggi come De Magistris e Woodcock. Resta il fatto poi del doppiopesismo che persiste nel nostro paese, basta guardare le affermazioni di questi giorni di “illustri” personaggi della sinistra e confrontarle con quelle da loro rilasciate tempo addietro quando nel tritacarne ci finivano esponenti del centrodestra, in primis Berlusconi. Se qualcuno osasse rispondere alle dichiarazioni indignate di questi personaggi utilizzando le loro stesse frasi di anni fa sarebbe spassoso vedere le loro reazioni, come minimo D’Alema lo taccerebbe di essere uno sporcho fascista.
Lucido,intelligente,onesto.
Secondo me, visto come si è comportato con Lupi, non penso proprio ci metta mano.
Come si dice, il nostro fa’ la voce grossa con i deboli e il pavido con i forti.
La dice lunga del fatto che lui comunque è attento solo agli interessi della sua bottega, il nome più gettonato per il Ministero dei Trasporti è quello dell’on. Del Rio, alla faccia della pari dignità fra alleati nel governo.
P.S. Sarebbe anche utile un colpo d’ala da parte dell’ NCD per non essere condannati all’insignificanza.