
«Respingiamo» la nuova coalizione che rappresenta il popolo siriano: «Noi vogliamo uno Stato islamico»
Ma quali legittimi rappresentanti del popolo siriano, la “Coalizione dell’opposizione e dei rivoluzionari siriani” non è il «solo rappresentante». A scagliarsi contro l’organo politico riconosciuto l’11 novembre scorso a Doha dalla comunità internazionale sono 13 gruppi rivoluzionari che combattono contro le truppe di Assad nella città di Aleppo. In un video diffuso su internet, i rivoluzionari si definiscono «rappresentanti delle formazioni che combattono ad Aleppo e respingiamo il progetto cospiratorio, la cosiddetta “coalizione”. Noi siamo d’accordo all’unanimità per instaurare uno Stato islamico».
LA COALIZIONE MINIMIZZA. Il gruppo di armate islamiste non accetta la decisione della comunità internazionale ma la Coalizione guidata dallo sceicco Ahmad Moaz al-Khatib non sembra preoccupata dalle loro dichiarazioni: «Ci terremo in contatto anche con loro per cooperare nell’interesse del popolo siriano». Diversa la reazione di molti paesi occidentali, che temono una deriva islamista della guerra civile siriana.
RIBELLI E JIHADISTI. Al contrario dell’appoggio incondizionato alla nuova “Coalizione” espresso da Inghilterra e Francia, Barack Obama ha invece affermato settimana scorsa che «i nuovi interlocutori saranno soggetti alla creazione di una Siria democratica, inclusiva e moderata», altrimenti non verranno riconosciuti come legittimi rappresentanti della Siria. La composizione dei gruppi di ribelli siriani, infatti, non è così omogenea e accanto a gruppi di civili che hanno imbracciato le armi ci sono squadre estremiste e jihadiste che combattono tanto il regime di Assad quanto, ad esempio, la comunità cristiana.
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