
REVIVAL SCULETTANTI
Nevica e la nebbia in val Padana sotto zero ha più il fascino di certi inverni all’insegna di Giuliacci e delle sue coltri siberiane, che di leprotti e uccelli parlanti alla Disney, ma è arrivata la primavera, perché c’è Sanremo e bisogna cementare il tasto associato a Rai1 in nome della resistenza. Come in “Fahrenheit 451”, salviamo dal rogo la bella tradizione: già ci hanno scasciato i massimi sistemi, che non estendano l’eutanasia anche al povero panorama musicale italiano. E che non ci debba capitare di essere indotti in tentazione da un Harry Potter del calibro di Bonolis, tanto abile da poter spacciare una pratica diffusa quale è il delitto in “novità di questa edizione”. Ne abbiamo già subiti troppi, di classici padri del classico fortuito pezzo, che tanto speziava le estati di qualche vita fa, ritornare a devastarci i ricordi. E appena l’ugola evoluta si esprime, il dubbio di aver subito una lobotomia ai tempi che furono diventa tragica realtà. Quest’anno ci sono pure le coreografie per una serata-revival dei concorrenti, almeno alla corte dei capri espiatori (in caso di flop, sempre che il Potter Bonolis non sia scarico di miracoli) si aggiungeranno i ballerini. Ma la immaginereste la Caselli cantare che nessuno la può giudicare a braccia conserte mentre Rossella Brescia le sculetta davanti?
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