
Riciclaggio sporco
La proposta di riforma dei cicli intende dare un nuovo volto al sistema scolastico italiano, a partire dall’obbligo, che verrà prolungato fino a diciotto anni, per arrivare alla scansione che prevederà un ciclo di base e uno secondario. Il ciclo di base è una compressione delle attuali scuole elementari e medie che al posto di svolgersi in otto anni ne userà solo sette, introducendo i bambini-ragazzi da sei a tredici anni ai tanto declamati “saperi di base”. Il ciclo secondario che dura 5 anni è suddiviso in un biennio e un triennio: il biennio dovrà insegnare i metodi disciplinari e implicherà la possibilità di passare da un indirizzo all’altro. Il triennio è articolato per aree: umanistica, scientifica, tecnica e tecnologica, artistica e musicale; in alternativa ad una di queste aree lo studente potrà scegliere di frequentare un corso di formazione professionale della durata di un triennio per assolvere l’obbligo scolastico. Questa riforma sembra fatta apposta per abbassare il livello di istruzione e ridurre le possibilità di conoscenza, come a dire che fino a diciotto anni si sta tutti allegramente dentro un calderone e si fa qualcosa, poi all’Università si inizierà a studiare seriamente. Certo di un cambiamento c’è bisogno, ma non di questo tipo, basterebbe in primo luogo riguardare il biennio superiore creando dei percorsi realmente flessibili e inserendo già a questo punto la formazione professionale nell’ottica dell’obbligo scolastico, e in secondo luogo mettere mano seriamente alla questione dei programmi scolastici.
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