
Riforma sanitaria, la Corte Suprema deciderà il futuro di Obama
È iniziata ieri alla Corte Suprema la discussione che per tre giorni catalizzerà l’attenzione degli Stati Uniti. Se la legge che più ha fatto discutere gli americani dovesse essere giudicata incostituzionale per Obama sarebbe un duro colpo.
Il fulcro della diatriba, da cui discendono tutte le altre norme contenute nella riforma sanitaria, è l’obbligo per ogni cittadino di acquistare un’assicurazione medica entro il 2014, pena sanzioni pecuniarie. L’Obama Care ha suscitato molte polemiche, soprattutto da parte dei repubblicani che vedono nella riforma un attentato alla libertà su cui è fondata la nazione. Al contrario l’Obama are è sostenuta dall’ala sinistra del Partito Democratico, quella più vicina idealmente al paternalismo europeo.
Un sondaggio condotto da Cbs e New York Times ha confermato le perplessità degli statunitensi: il 47 per cento degli intervistati si è detto contrario e, di questi il 30 per cento si è dichiarato favorevole ad una sua abolizione. Solo il 36 dichiara di essere favorevole. Significativo è il fatto che nel maggio 2012 ad appoggiare la legge era il 43 per cento degli americani. Questo perché dopo l’“Obama mandate”, promulgato a fine gennaio scorso per obbligare i datori di lavoro a pagare la contraccezione e l’aborto ai propri dipendenti, le chiese di diverse religioni e anche alcune istituzioni laiche si sono scagliate contro la norma.
La sentenza è attesa non prima della fine di giugno. Proprio a metà della campagna presidenziale.
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