Riformiamo l’inter

Di Fred Perri
13 Maggio 2004
L’altra sera ho visto in Tv il ministro dell’Istruzione

L’altra sera ho visto in Tv il ministro dell’Istruzione (o come fischia si chiama ora) Letizia Moratti. Ora che Rupert Murdoch ha eliminato i film porno gratuiti, non guardo più nulla in Tv che non sia “Law and order”, la serie americana più bella mai trasmessa. Alcuni episodi li so a memoria. Comunque era la seconda volta che mi capitava di incocciare la signora ministra. È forte, perbacco. Non so se la riforma della scuola sia buona, ma se è un po’ a sua immagine e somiglianza non dev’essere male. Certo, se fossi un suo dipendente mi metterebbe paura, ma mi dà affidamento, sicurezza. È tosta, preparata, non conta ciance come (quasi) tutti i suoi colleghi o come i quaquaraquà del centrosinistra. Questi ultimi, li ha sistemati alla grandissima. Ha preso a sberle (mediatiche) Serena Dandini che non sapeva neanche di che parlava. Così mi è venuta un’illuminazione: ma perché il presidente dell’Inter non lo fa lei? Forse non sono il primo a cui viene in mente una cosa del genere. Innanzitutto si circonderebbe di professionisti, di esperti veri e non di sicofanti vari. Poi non parlerebbe con i giornalisti, dei quali, giustamente, ha una pessima opinione. Infine sistemerebbe Vieri, Zaccheroni e compagnia cantante come ha sistemato la Melandri. C’è un solo problema: ha cose più importanti da fare che occuparsi di pallone.

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