
Riformiamo l’inter
L’altra sera ho visto in Tv il ministro dell’Istruzione (o come fischia si chiama ora) Letizia Moratti. Ora che Rupert Murdoch ha eliminato i film porno gratuiti, non guardo più nulla in Tv che non sia “Law and order”, la serie americana più bella mai trasmessa. Alcuni episodi li so a memoria. Comunque era la seconda volta che mi capitava di incocciare la signora ministra. È forte, perbacco. Non so se la riforma della scuola sia buona, ma se è un po’ a sua immagine e somiglianza non dev’essere male. Certo, se fossi un suo dipendente mi metterebbe paura, ma mi dà affidamento, sicurezza. È tosta, preparata, non conta ciance come (quasi) tutti i suoi colleghi o come i quaquaraquà del centrosinistra. Questi ultimi, li ha sistemati alla grandissima. Ha preso a sberle (mediatiche) Serena Dandini che non sapeva neanche di che parlava. Così mi è venuta un’illuminazione: ma perché il presidente dell’Inter non lo fa lei? Forse non sono il primo a cui viene in mente una cosa del genere. Innanzitutto si circonderebbe di professionisti, di esperti veri e non di sicofanti vari. Poi non parlerebbe con i giornalisti, dei quali, giustamente, ha una pessima opinione. Infine sistemerebbe Vieri, Zaccheroni e compagnia cantante come ha sistemato la Melandri. C’è un solo problema: ha cose più importanti da fare che occuparsi di pallone.
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