RISORGEREMO DEMOCRISTIANI?

è forse improprio citare Giovanni Battista Vico e parlare di ‘ricorsi storici’, ma è forse il caso di usare questa antica espressione applicandola a quello che accade alla Dc nel 2005. Tra il ’92 e il ’94, la Dc fu decapitata o, più esattamente, consentì alla propria dissoluzione: ma perdere il potere formale non significa far sparire l’esperienza storica centenaria e così la Dc rinasce in forma molteplice dopo essere sparita in forma unitaria. In un certo modo è rinata anche l’unità politica dei cattolici, seppur in forma marginale e indiretta, con l’invito all’astensione rivolto dalla Cei agli elettori italiani nel referendum sulla legge 40. Mentre la sinistra ha creato una cultura politica, anche se questa è ormai in dissoluzione, i dc hanno creato un personale politico che non ha definizioni culturali, ma ha mantenuto, a livello individuale e di gruppo, quella capacità di mediazione che sembra corrispondere al temperamento politico italiano e rende così difficile l’introduzione dello schema bipolare nelle nostre istituzioni. In un sistema formalmente rigido, come quello maggioritario da essi creato contro ogni proprio interesse e contro ogni loro storia, i democristiani riemergono ovunque esista uno spazio di mediazione. I casi non si contano e ciascuno è un pezzo di antologia. Il più significativo è quello di Clemente Mastella, un caso esemplare di ‘virtuoso’ della politica democristiana, l’unico che è riuscito a resistere sulla linea del bagnasciuga tra il polo nord e il polo sud, tra Berlusconi e Prodi. Non si è nemmeno sicuri se veramente rimarrà con Prodi o se, nel caso Casini fosse il candidato del centro-destra, non rinascerebbe la coppia indissolubile che è rimasta tale oltre le spartizioni tra destra e sinistra.
è singolare come la cultura politica abbia poco notato questo fenomeno dell’universale ricomparsa dei dc come personale politico: l’anonimato in cui essa di fatto avviene e la molteplicità delle sue forme non permette di riconoscere il carattere unitario e rilevante della ricomparsa dc. Ma Giuseppe Pisanu, ministro degli Interni del governo Berlusconi, nei giorni del terrorismo islamico, somigliava come a una goccia d’acqua a Giuseppe Pisanu, capo della segreteria di Zaccagnini, nei giorni del terrorismo rosso. E attorno a lui è rinata, come d’incanto, l’unità nazionale. E non è mancata nel dibattito alla Camera sulla relazione del ministro neanche un’altra nota dc, gli ‘opposti estremismi’, costituiti a destra dalla Lega e a sinistra da Rc, Pdci e Verdi. In particolare l’Unione ha dovuto registrare, grazie a Pisanu, la prima decomposizione tra moderati e radicali, nel voto sulle riforme proposte dal ministro. Di qui alle elezioni noteremo altre anomalie nel funzionamento del bipolarismo italiano.
bagetbozzo@ragionpolitica.it

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