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La rivoluzione dell’ordine nell’era delle “policrisi”: il compito del conservatorismo

Di Lorenzo Malagola
10 Gennaio 2024
Il punto non è aumentare o inasprire le regole vigenti, e nemmeno la nostalgia per un tempo passato, bensì l’insieme dei princìpi su cui fondare la convivenza civile tra le persone
Fiamme a Kiev colpita da missili russi, 2 gennaio 2024
Fiamme a Kiev colpita da missili russi, 2 gennaio 2024 (foto Ansa)

La profezia con la quale Francis Fukuyama aveva sentenziato la “fine della Storia” nel suo celebre saggio del 1992 è stata smentita dalle più oscure pulsioni umane e dall’inefficienza del mercato globalizzato. L’idea del politologo nippo-statunitense che la caduta del Muro di Berlino e il suicidio dell’Unione Sovietica fossero l’amen conclusivo della Storia, simbolo della sconfitta definitiva del mondo delle ideologie, ceneri su cui avrebbe trionfato la nuova sintesi liberista della globalizzazione, è forse svanita definitivamente in Ucraina il 24 febbraio 2022 con il riaffacciarsi della guerra in Europa.
La Storia è tornata in movimento, anzi non si è mai arrestata, ma noi stavamo fissando l’orizzonte senza accorgerci che eravamo entrati con entrambi i piedi in una nuova epoca – in un “cambiamento d’epoca” per dirla con Francesco. È così che lo storico Adam Tooze ha reso celebre l’espressione “policrisi”, intersecando la confusa situazione dell’economia mondiale con le complicanze di ...

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