
Rollerball
Non ci sono più regole: è la battuta finale di Rollerball, con finale di strage e dittatore assoluto (che conferma la regole che non ci sono più regole). E ciò dopo anni che non si fa che parlare di regole. Non penso alla sola Jugoslavia: per oggi in prima linea c’è lei. Io non sono mai stato un medioevalista al passato, ma un moderno in più di un senso, a partire da quello che trova Cristo il moderno, uno che non era, o non era più, né Atene né Gerusalemme. Ma sono un medioevalista al futuro, per un evo medio da fare e favorire, nell’odierno disorientamento e disordine universale, da parte di uomini di buona volontà che lavorino anche per quelli che non lo sono, ma senza aspettarli più, senza attendere da loro. Tutto deve ripartire da capo, senza spirito di etnìa – la “razza” di decenni fa: oggi si è solo cambiato parola, come “non vedenti” per “ciechi” – né una memoria fatta di morti da seppellire o disseppellire. Occorre una nuova fides, quella della parola “feudalesimo” ma senza sepolti feudalismi. Intravedo due indicazioni: 1° in positivo: ripartire a pensare, dopo la morte del pensiero decretata dal nostro secolo, 2° in negativo: sapere quale Circo Massimo, o Rollerball, cessare di frequentare.
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