
No Tav. Plano: «Oggi nuovi scontri. Non controlliamo più il movimento»
No tav, la tensione è ancora alta. Sandro Plano, presidente della comunità montana, si mostra preoccupato: «Può succedere di tutto» spiega a tempi.it: «Non abbiamo nessun controllo del movimento».
Plano, il video di “pecorella” che fa il giro delle tv e giornali, e poi ieri due aggressioni alle troupe televisive. Come giudica questi fatti?
Dico che preferisco cento “pecorella” ad una manganellata. Credo che, mediaticamente, sia stato montato un episodio irrilevante. Premetto tre cose. Primo: non si devono insultare le forze dell’ordine. Secondo: il carabiniere si è comportato in maniera professionale. Terzo: “pecorella” non mi sembra un grosso insulto. Se pensiamo che il direttore del Giornale, Alessandro Sallusti, ha definito “cretinetti” Luca Abbà in coma, se pensiamo che il nostro ex premier definiva i magistrati “cancro della democrazia”, il nostro ex ministro Umberto Bossi predicava la secessione… Per carità, non dico che il ragazzo di “pecorella” ha fatto bene, ma negli stadi succede ben di peggio, gli insulti sono stati ben più brutali.
Non è un buon motivo: questi atteggiamenti non squalificaco la vostra protesta? E, soprattutto, state facendo qualcosa per contenere la manifestazione in senso pacifico?
Noi non pilotiamo il movimento, noi esprimiamo la posizione degli amministratori. Il movimento ha espressioni diverse, noi abbiamo concordato la manifestazione del 25 che avrebbe dovuto essere pacifica. Una manifestazione con migliaia di persone, tutto regolare. Il lunedì successivo poi è successo il fatto di Abbà che si è arrampicato sul traliccio. Ma noi non c’eravamo.
Dica la verità. Non è che vi sta sfuggendo di mano la situazione? Lei è chiamato ad interloquire con il prefetto in quanto rappresentante dei manifestanti, quanto meno dell’ala pacifica: esiste ancora un’ala pacifica?
Distinguiamo: io presiedo la comunità montana, quindi gli amministratori di circa 24 comuni. Gran parte dei manifestanti sono nostri cittadini e noi riteniamo che le loro ragioni siano valide, perciò le abbiamo fatte presenti al Governo. Ma, oltre a questo, non possiamo fare nulla. Non siamo in grado di fermarli o di pilotare il movimento. Il nostro compito è ben preciso, quello di portare i problemi ad un livello superiore. Io dal prefetto vado per evidenziare che la tensione in valle è elevatissima, per cui ho chiesto di sospendere le operazioni per calmare le acque. Ma il Governo ha detto di no.
Senta, ieri lei è stato in prefettura, per portare la richiesta dei No Tav. È vero che è venuto alle mani con il presidente della provincia Antonio Saitta?
Addirittura. Non è vero nulla.
Il governo ha risposto “no” alla vostra richiesta. E ora che succede?
Non ne ho la più pallida idea. Pare che alle 18 ci saranno nuove iniziative, probabilmente nuovi blocchi. L’informazione mi arriva dal movimento. E dico che noi non le condividiamo.
Ma ieri quando ha riportato ai comitati il no del prefetto alle richieste dei manifestanti, ha detto esplicitamente loro che non condivide queste nuove azioni?
Sì, l’ho detto esplicitamente. E mi è stato risposto: «Voi fate il vostro lavoro, noi le nostre manifestazioni». Siccome non posso costringere la gente, posso solo far rilevare loro che la valle ha anche ragioni economiche perché le manifestazioni siano sospese (le settimane bianche, che potrebbero saltare per le manifestazioni lungo l’A32, ndr). E mi hanno risposto di no.
Chi sono i suoi interlocutori?
C’è di tutto in un movimento. Da Askatasuna agli scout: è un onda, difficilmente pilotabile, e noi non siamo in grado di decidere. Loro dicono di sé: “Non ci sono capi, né seguaci, nessuno decide”. È un movimento: io posso solo dire che oggi sento aria di tensione, fortissima.
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