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    Noi che esultiamo perché Jannik Sinner ha deciso di non andare a Sanremo non siamo molto migliori di Amadeus che ce lo aveva invitato dagli schermi della Rai. Anche noi, come il finto buono conduttore televisivo, ci facciamo belli con la fatica altrui, sfruttiamo il prossimo per gli obiettivi nostri. Nel caso di Amadeus l’obiettivo era la riuscita della trasmissione e la conferma del potere di cui è stato investito, quello di legittimare i simboli nazionali autorizzati e omogeneizzarli alla mediocrità generale. Nel nostro caso è la gratificazione psicologica di potersi identificare con i successi di uno sportivo che in comune con noi ha una cosa sola (oltre all’appartenenza al genere umano): la cittadinanza italiana.
Il 98 per cento di noi non si è mai interessato del tennis giocato dai campioni perché non poteva identificarsi nelle vittorie di ispanici, balcanici ed elvetici, e quindi trarne appagamento ripetuto e durevole. Fosse nato 170 km più a sud, a Domodossola anziché a Basil...
   
  
        
        
            
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