Sant’Egidio e il dialogo

Di Gianni Baget Bozzo
04 Ottobre 2001
La Comunità di Sant’Egidio organizzerà un convegno sui rapporti con l’islam. L’idea che il dialogo con l’islam fosse possibile è una idea antica.

La Comunità di Sant’Egidio organizzerà un convegno sui rapporti con l’islam. L’idea che il dialogo con l’islam fosse possibile è una idea antica. La tentò «nelle presenza del Soldan superba» San Francesco: gli risposero i martiti francescani inviati a predicare in Marocco. La tentò Raymond Lull, con una dimostrazione filosofica della Trinità. Dopo il grande catalano, nessuno ha più provato. Per un islamico, il fatto stesso che la fede islamica possa essere oggetto di dibattito è apostasia. Il Kalam, la teologia islamica, non è una teologia, l’uso della ragione per illustrare la fede; è la difesa apologetica contro gli argomenti anti islamici. L’islam non si discute, si crede. Che cosa il dialogo possa dare in questa condizione è difficile dire.

Certo, i terroristi non sono l’islam. Ma il martirio del terrorista un fatto nuovo dell’islam di oggi. Anche l’islam conosce evoluzione: ed applicare lo jihad sino al suicidio in battaglia è un fatto nuovo, forse esso è nato nella feroce lotta per il Khorassan degli sciiti di Khomeyni contro gli iraqeni di Saddam Hussein. Anche lo sgozzamento di musulmani, emersa nella guerra d’Algeria, è una prassi nuova nell’islam.

L’islam che imbocca la via dell’attacco diretto all’Occidente mediante il terrorismo del livello dell’attentato newyorkese è un islam diverso: è un islam in cui emerge un filone di guerra santa che finora si era esercitato solo contro le minoranze cristiane.

Il dialogo è per i musulmani non un segno di forza del Cristianesimo, è un segno di debolezza. Mentre invece l’attentato contro le due Torri unifica l’islam nel segno da essi più amato: la potenza annichilente di Allah. La religione araba è una religione annichilente, la Volontà coranica che parla nelle pagine del libro, e che è la voce stessa di Allah (come si è detto, il Corano non è la Bibbia dei Musulmani, è il Verbo incarnato, il loro Cristo) chiede l’annientamento dei nemici dell’islam. Per i pii musulmani la distruzione delle due Torri e del Pentagono è un’opera d’Allah, è un gesto divino, Dio ha annichilito gli infedeli.

I cari di sant’Egidio dialogherebbero persino con le ranocchie: e forse questo sarebbe un dialogo più interessante. Ma non capire che la strage americana è per i musulmani un segno della potenza divina è non tenere conto della concezione che di Allah hanno i musulmani. Il governo dei paesi musulmani sanno che questa è una via distruttiva, ma infine la predica dell’iman del Venerdì unificherà il popolo musulmano oltre i vari Stati contro l’Occidente e quel che rimane della Cristianità. Ormai le minoranze cristiane nei paesi arabi sono distrutte o destinate alla distruzione.

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