Il punto è: perché gli scafisti che partono dalla Turchia puntano dritti sull’Italia?

La spiaggia di Crotone in corrispondenza della quale domenica 26 febbraio è avvenuto il naufragio costato la vita ad almeno 67 migranti (foto Ansa)

Su Huffington Post Italia Angela Mauro scrive: «Governo tedesco diviso, verso l’astensione. Se la Germania non è a bordo, con il voto contrario dell’Italia e della Polonia e l’astensione della Bulgaria ci sarebbe la minoranza di blocco per cassare la norma. Pressing di Bruxelles su Berlino».

La resistenza all’ecofanatismo burocratico che ha dominato la scena politica europea in questi ultimi anni si esprime negli orientamenti che emergono in Germania, dove si discute del non forzare i tempi di un passaggio all’auto elettrica, e in una Francia che difende l’uso dell’energia nucleare. Avanza l’esigenza di una strategia più articolata per affrontare i problemi posti dal riscaldamento globale, dall’inquinamento e dalla scarsità di alcuni materiali strategici per la produzione industriale. L’Italia avrà, in questo senso, un ruolo per assumere decisioni, sui temi citati, più realistiche e razionali? Certamente. Se non assumerà le posizioni più drastiche di Elly Schlein che persino il suo “tutor” Romano Prodi (probabilmente per ragioni lobbistiche) non sposa, per esempio sul tema dell’auto elettrica.

* * *

Su First online si scrive: «Meglio il rischio di fare troppo o troppo poco? Non ci sono dubbi per il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenuto alla Frankfurt School of Finance & Management. L’inasprimento della politica monetaria dell’area dell’euro “deve proseguire per garantire che un aumento temporaneo dell’inflazione causato da uno shock dell’offerta non diventi un fenomeno più persistente sostenuto da fattori di domanda”. Ma bisogna “bilanciare il rischio di una ricalibrazione troppo graduale (fare troppo poco), che potrebbe far radicare l’inflazione nelle aspettative e nei processi di determinazione dei salari, con quello di un inasprimento eccessivo (fare troppo), che avrebbe ripercussioni significative sull’attività economica, sulla stabilità finanziaria e, in ultima analisi, sull’andamento dei prezzi a medio termine. In linea con il nostro obiettivo simmetrico di stabilità dei prezzi, ritengo che si debba dare lo stesso peso a entrambi i rischi”. Il numero uno di via Nazionale prende le distanze dai falchi e invita alla prudenza».

Ecco un altro fronte, quello della politica monetaria europea, dove Roma, con un’ampia concordia tra governo e Bankitalia, conduce un’iniziativa strategica che va implementata e sostenuta.

* * *

Su Formiche Stefano Folli dice: «È un punto importante che indica la necessità di tutti nel guardare al caso italiano senza lenti ideologiche, ma con pragmatismo. È chiaro che il governo Meloni va criticato pesantemente sugli errori che commette, spesso anche per l’inesperienza dei suoi ministri e la loro incapacità di comunicare secondo un certo criterio. Ma su punti di fondo come la politica estera e le questioni economiche l’Europa prende atto che non è un governo di barbari alle porte dell’Ue, bensì dà atto che questo pragmatismo è molto positivo. Il governo deve continuare ad agire con pragmatismo rispetto all’Europa e rispetto alle scelte che compie sul piano internazionale: per cui c’è da essere abbastanza soddisfatti, ma al contempo c’è da criticarlo su altre tematiche, come ad esempio le politiche migratorie».

A un osservatore intelligente come Folli non sfugge il ruolo internazionale che ha conquistato il governo Meloni e che può dare una chance reale a Roma anche di incidere sul piano europeo, salvaguardano così in modo strategico e non isolazionistico i nostri interessi nazionali.

* * *

Su Open si scrive: «“Se c’è stata un debolezza del ministero mi assumerò e mi assumo tutte le mie responsabilità”. Così è arrivata in audizione alla commissione Affari costituzionali della Camera sulle linee programmatiche del dicastero la potenziale ammissione di colpa del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi riguardo il naufragio di Cutro nel quale sono morti 64 migranti».

Il ministro degli Interni deve rispondere a due attacchi da parte dell’opposizione. Da una parte si tratta di verificare una sua eventuale responsabilità in errori nel soccorso ai naufraghi di Crotone. E la sua risposta è cristallina: se c’è una mia colpa, assumerò tutte le decisioni conseguenti. Dall’altra parte lo si accusa per una sua frase, tragicamente inopportuna in un momento di così grave lutto e dolore, su una disperazione che non deve tradursi in affidare il proprio destino e tanto meno quello dei propri famigliari a spericolati mercanti di carne umana come sono gli scafisti porta-naufraghi. È ricorrente in esponenti di governo del centrodestra la tendenza a rispondere alle questioni politiche emergenti con il linguaggio esasperato da talk show che peraltro caratterizza gran parte sia della sinistra sia dei nostri media principali. Ciò danneggia gravemente il profilo dell’azione dell’esecutivo. Però questa tendenza non deve far perdere di vista il nocciolo del problema che anche il naufragio di Crotone mette in luce. Perché gli scafisti che partono dalla Turchia puntano dritti sull’Italia? Perché in tutti gli altri Stati dell’Unione Europea che si affacciano sul Mediterraneo (dalla Grecia a Cipro, da Malta alla Slovenia, dalla Croazia alla Francia fino alla Spagna) non esiste quel disprezzo per il proprio Stato nazionale che è invece così presente in Italia. Destra e sinistra, cattolici o ortodossi, atei o religiosi, maggioranza e opposizione greche, cipriote, maltesi, slovene, croate, francesi, spagnole non accettano di subire pressioni dall’esterno per acconsentire a comportamenti illegali sul proprio territorio. Persino un massimalista come Jean-Luc Mélenchon ha più attenzione alla dignità del proprio Stato nazionale non di dico di una Schlein, ma persino di un Calenda. Ecco perché, se non ha commesso errori fattuali e non retorici, sarà necessario tenersi Piantedosi almeno per un po’, almeno finché si segneranno dei punti sulle questioni aperte nell’Unione Europea di cui si scrive in queste note di oggi.

Exit mobile version