
Scaldiamo i motori per il Family Day

È slittato al 28 gennaio l’inizio dell’iter al Senato del testo sulle cosiddette “unioni civili”, un testo che viene presentato come uno strumento necessario a garantire dei diritti ad una supposta categoria di persone discriminate per il loro orientamento sessuale, ma che ha il solo obiettivo di legittimare il comportamento omosessuale.
Infatti, in discussione non ci sono i diritti dei singoli all’interno di una coabitazione, o diritti di visita in ospedale, piuttosto che eredità da trasmettere a chi si crede più prossimo, tutto questo è già regolamentato dal diritto privato, ma il riconoscimento giuridico civile di diritti delle coppie dello stesso sesso.
Dietro la pressione delle potentissime lobby Lgbt anche il Parlamento, dopo i mass media, i tribunali, la scuola e il pensiero dominante, sta per cedere alla pressione di una minoranza che chiede che venga riconosciuta una relazione sentimentale e sessuale tra persone dello stesso sesso e che la stessa venga equiparata al matrimonio.
Ma una legge non renderà uguali due realtà differenti, poiché non è lo Stato a rendere unite due persone, non è l’uomo a decidere l’ordine della realtà. Esiste infatti la legge naturale che viene prima di ogni legge statale a cui il diritto civile di un governo democratico dovrebbe piegarsi per evitare il prevalere dell’opinione del più forte. Questa legge, riconoscibile nella realtà da ogni uomo di buona volontà con cuore e ragione, prevede che solo la donna e l’uomo siano complementari e potenzialmente fecondi.
Dunque, qualunque cosa si opponga a ciò, fosse anche lo Stato, non può cambiare la realtà per cui nessuna relazione omosessuale porta a un’unione fisica organica potenzialmente procreativa che esige un impegno permanente ed esclusivo per raggiungere il suo scopo. Illudere che una legge possa rendere uguali due realtà differenti in nome di un “sentimento” è una presa in giro innanzitutto di chi crede, in questo modo, di trovare la felicità, ma soprattutto di chi comincerà a pensare che il matrimonio sia un istituto basato sulle emozioni o le preferenze sessuali, perdendo il senso dell’impegno permanente, della fedeltà e della responsabilità, vero scopo del matrimonio a garanzia della continuità delle generazioni.
Questo dunque non è un dibattito sui diritti di una presunta minoranza discriminata, ma su un bene fondamentale della nostra società: la famiglia.
La nostra Costituzione ri-conosce la famiglia (ovvero prende atto che esiste da prima della Carta) come cellula primaria della società poiché la stessa è l’unica che può educare, in un nucleo stabile, cittadini capaci di contribuire al bene comune e di accogliere la diversità, all’interno di un’unione fondata sulla differenza sessuale.
La prova lampante che il ddl Cirinnà scardina il matrimonio e quindi la famiglia, è che la stessa apra la strada alla concezione del figlio come un diritto, come un oggetto. Se questo testo diventasse legge due persone adulte avrebbero il diritto, in funzione unicamente di un desiderio, di fabbricare un bambino con ovuli, utero e seme esterni, sfruttando il corpo di donne straniere (che avvenga a pagamento o meno, resta inaccettabile) di tornare in Italia e di vedersi riconosciuto quel bambino come figlio, quando figlio non è. Tutto questo avverrebbe ai danni dei più piccoli che non solo sarebbero strappati ai loro genitori biologici, ma verrebbero cresciuti in assenza della necessaria bipolarità sessuale del padre e della madre. Come abbiamo già detto, è chiaro che non basterebbe eliminare dal DDL la stepchild adoption, perché qualora il nostro paese varasse una legge sulle cosiddette “unioni civili”, anche senza adozione, l’Europa ce la imporrebbe (vedi la sentenza contro l’Austria) o lo farebbe la magistratura a colpi di sentenze. Inoltre, anche senza figli, queste unioni indebolirebbero l’istituto matrimoniale, svilendone il significato, facendo passare l’idea che il compito procreativo ed educativo sono solo delle opzioni.
Ecco perché bisogna scendere in piazza. Se il ddl Cirinnà, come abbiamo detto, disintegra la società partendo dalla famiglia, la società intera è chiamata a dire no ed è chiamata a farlo nello spazio pubblico poiché questa legge riguarda chiunque sia figlio, fratello, padre, madre, amico. La famiglia non è una delle tante opzioni possibili per costruire la società, il matrimonio non è “una modalità di vivere l’amore”, il figlio non è mai un oggetto, l’amore non è una pulsione sessuale e la tendenza sessuale non definisce le persone. Ripetiamo, il matrimonio è una reciproca donazione, esclusiva, di un uomo e una donna che si compiono nell’apertura alla generazione ed educazione di nuove vite.
Da Nord a Sud il popolo è pronto per ritrovarsi in piazza a Roma il prossimo 30 gennaio per la marcia organizzata dal Comitato Difendiamo i Nostri figli poiché, pur non avendo mezzi di comunicazione a disposizione, abbiamo il nostro corpo, la nostra faccia, e siamo pronti a giocarci per amore per l’uomo e per il Bene Comune. Siamo quindi pronti ad una nuova manifestazione nella capitale, ma intanto da Nord a Sud vegliamo nelle piazze italiane, lì dove viviamo, abitiamo, dove siamo chiamati a svegliare le coscienze di tutti coloro che ci stanno vicino.
Bari, domenica 24 piazza del Ferrarese h 17.30
Bergamo, sabato 23 Sentierone h 16.00
Biella, domenica 24. via Italia (ang. Battistero) h 16.00
Bisceglie (BT), domenica 24 piazza Margherita h 11.30
Brescia, sabato 23 p. Vittoria h 16.30
Campobasso, sabato 23 corso Vittorio Emanuele (distretto militare) h17.00
Casalmaggiore (CR) domenica 24 piazza Garibaldi h 17.00
Catania, sabato 23 piazza Università h 18.00
Cesena, sabato 23 piazza del Popolo h 16.30
Cagliari, sabato 23 piazza della Costituzione h18.00
Cantù (CO), domenica 24 piazza Garibaldi h 11.00
Cosenza, domenica 24 piazza dei Bruzi h 16.30
Cremona, domenica 24 piazza Duomo h16.30
Salò (BS), domenica 24 piazza Serenissima h 15.30
Fabriano (AN), domenica 24 piazza del Comune h 17.00
Fano (PU), sabato 23 piazza XX settembre h 17.00
Fossano (CN), domenica 24 piazza Manfredi h 16.30
Genova, sabato 23 largo Eros Lanfranchi h 17.30
Ivrea, sabato 23 piazza di Città h 16.15
La Spezia, sabato 23 piazzetta del Bastione h 17.00
Latina, domenica 24 piazza della Libertà h 17.00
Macerata, domenica 24 piazza della Libertà h 15.00
Mantova, domenica 24 piazza Sordello h 16.00
Milano, sabato 23 piazza XXV aprile h 16.30
Modena, domenica 24 piazza Mazzini h 16.30
Padova, sabato 23 piazza Cavour h 10.30
Parma, sabato 23 piazza della Steccata h17.30
Perugia, domenica 24 piazza IV novembre h 11.00
Piacenza, sabato 23 piazza Cavalli h 16.00
Pordenone, sabato 23 piazza XX settembre h 16.00
Salerno, sabato 23 corso Vittorio Emanuele (angolo via Velia) h 19.30
Santeramo in Colle (BA), sabato 23 piazza dott. Simone Giuseppe h 17.00
Savona, domenica 24 piazza Mameli h 17.00
Senigallia (AN), sabato 23 piazza Roma h 16.30
Siena, sabato 23 piazza del Campo h 16.30
Taranto, domenica 24 piazza della Vittoria h 17.30
Termoli (CB), domenica 24 piazza Monumento h 19.00
Torino, sabato 23 piazza Lagrange h 17.00
Trento, sabato 23 piazza Cesare Battisti h 15.00
Trieste, sabato 23 piazza della Repubblica h 17.00
Udine, domenica 24 piazza San giacomo h 11.00
Mestre(VE), sabato 23 piazza Ferretto h 11.00
Verbania, sabato 23 piazza Ranzoni h 16.00
Verona, domenica 28 febbraio piazza Bra h17.30
Viterbo, sabato 23 piazza del Plebiscito (Piazza del Comune) h 18.30
Date in continuo aggiornamento su www.sentinelleinpiedi.it
Non c’è civiltà che non nasca dall’unione uomo-donna.
Non c’è felicità dove c’è una legge ingiusta.
Il matrimonio non è un diritto, é il fondamento della nostra società e noi siamo pronti a difenderla insieme, in piedi, in piazza.
Su facebook: Sentinelle in piedi
info@sentinelleinpiedi.it
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12 commenti
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Oh sentinelle, voi che siete personi più studiati di me e che avete anche i libri mi spiegati una cosa che proprio io non la capisco?
Ma una coppia di una femmina eterosessuala e di un maschio eterosessualo possono adottare un bambino gay?
Trollona !
Hai sbagliato horror-nick !
“Lucillo ” è quello noioso, pieno di sé, serioso, tronfio, vanesio….perché lo riduci al livello della collezione horror-nick-trucidi-stupidotti ?
Eh, trollona, perdi colpi, ti consiglio un troll-corso di recupero.
Certo che le sentinelle sono proprio ai tuoi antipodi in tutto, cara trollona, qui “lucilio ” , mostrano lealtà, onestà, sincerità, altruismo, preparazione, gratuità, mitezza, buona fede, coerenza, semplicità…un altro mondo, rispetto al mondo squallido e incattivito in cui sei rinchiusa, virtualmente e non.
Quando ne avrai un briciolo di consapevolezza , potrai cambiare anche tu ed essere un pochino, anche solo un pochino sarebbe qualcosa, felice.
Grazie anche a te Lucillo. Quelle tue domande cortesi, educate, quella richiesta di dialogo così pacata…
Poi a furia di scrivere vieni fuori per quello che sei.
“Bambino gay”, come se i bambini avessero già compiuto lo sviluppo fisico e raggiunto un minimo di consapevolezza affettiva.
“Bambino gay”: ma come fa a essere “gay” un bambino?
“Bambino gay”. Leggo queste parole e ci vedo una mentalità che vorrebbe la sessualizzazione a tappe forzate dei bambini. Leggo “bambino gay” e penso all’appello di Mario Mieli che ogni tanto qui vi viene sbattuto (giustamente a questo punto) in faccia.
E tu vorresti il dialogo?
Ecco, non diamoglielo, per l’appunto…
Mah, Andrea, cosa vuoi che ne sappia di bambini la trollona, non si ricorda più nemmeno l’ultima volta che ha parlato con un bambino o un giovane in persona.
Lei ha bisogno di 80studi80 per sapere se un bambino ha bisogno di crescere con un papà e una mamma, invece che con due uomini o due donne , e che un bambino è contento, contentissimo, di essere ceduto dalla mamma, anzi, sta pure meglio con i padroni, , lo dicono gli 80 studi !
Fuori da ogni realtà familiare, un po’ come quel Galasi , invero piuttosto spaventevole in foto, su facebook , che ha scritto non so quante volte che le unioni civili servono per poter andare a prendere i figli ( privati del loro papà o della loro mamma ) a scuola ! Ma se basta una comunicazione di due righe per poterci mandare chiunque !
Così, la nostra trollona ha perso del tutto il contatto con la realtà, sa solo spulciare qua e là sul web e sfogarsi un pochino qui.
“Proverò ad informarmi con quelli delle materne, mi mancano riscontri.
Vivendo in un piccolo paese non si perde poi di vista gli orientamenti sessuali quando gli ex bambini crescono e… sempre e tutti come si erano manifestati da piccoli.”
Cosa intendi con “riscontri”?
Stai lontano dalle scuole materne. E fai un favore anche a te stesso: prenota subito una visita al Centro di Salute Mentale più vicino a casa tua.
Trolloni e “haters” seriali si possono anche sopportare: fa parte del folklore e non tutti la pensiamo allo stesso modo.
Ma se hai scritto quello che hai scritto non per perdere tempo e far inc@##re il tuo prossimo, ma perché lo pensi veramente allora c’è qualcosa di profondamente malato nella tua testa.
Questa tua attenzione morbosa per la sessualità dei bambini non è normale.
Fatti vedere, dico sul serio.
Ho lavorato per molto tempo in comunità educative per minori di varie età, e conosco molte persone che ci lavorano tutt’oggi.
Nessuna attenzione morbosa alla sessualità dei bambini.E’ semmai fobico far finta che non esista una sessualità nei bambini. Qualunque educatore che pensa ai bambini concreti con cui ha a che fare, e non a sacri principi da inculcargli in testa, è perfettamente in grado di accorgersene e di aiutarli a crescere equilibratamente ascoltando se stessi e rispettando gli altri.
PS: chissà se questo arriva a pubblicazione e/o se verrà cancellato, subito o dopo un po’.
Giovannillo? Giovanna!!!!!!!!!!!!
Ma certo, Susanna, la nostra trollona ha una certa esperienza di comunità…ma come paziente !
Sono certa che non vede un bambino da anni, da secoli….se si dovesse scoprire che ne frequenta, sarebbe da denunciare gli operatori che la seguono, ma scherziamo ?
Cominci a notare, cara Susanna, come risponde con un nick per un altro con una certa disinvoltura ?
Si parlava con “lucillo, ed ecco spunta a rispondere “giovannillo” in sua vece, parli con “micheleL” e appare per magia, dopo cento commenti, “luca nullo” .ti dico la verità, io mi stupisco di come non sia evidente per tutti che abbiamo una trollona invasiva e invadente , con seri disturbi psichici.
Ma forse lo noto di più io perché leggo quasi tutti i giorni, da anni…magari un lettore più saltuario fa più fatica a leggere l’enorme sfrontatezza della trollona.
( e naturalmente, il fatto della scelta , come horror- nick di “giovannillo “, non è un’ennesima troll-firma della trollona ? mi sembra pure troppo banale )
Vero…
Le famiglie omo sono già tutelate dall’ordinamento. Questo ddl è contrario all’art.29 della ns costituzione, discriminatorio per i bambini che non possono avere il diritto di avere una madre e un padre (già non l’hannp di nascere!) e deleterio per gli stessi per il loro futuro,in quanto favorisce la pratica dell’utero in affitto ( i bambini non sono cose,non si comprano). Sai che bello avere un albero genealogico monco….una perdita d’identità a favore dell’egoismo di certi “adulti”.Il nazismo avrebbe tanto da imparare da questo ddl anti umano.
Luca Nullo,
“vederla sporcata da un’insulsa esibizione di protervia ed egoismo” potremmo pensarlo anche noi per le manifestazioni che sono vere e proprie esibizioni -non “sanno di esibizioni”.