
Scuola. Il Parlamento deve sanare la «discriminazione delle paritarie»

Basta cambiare poche righe del dl Sostegni per sanare una discriminazione insopportabile nei confronti delle scuole paritarie. Con l’articolo 31 del decreto, infatti, il governo ha deciso di stanziare 300 milioni per aiutare gli istituti a far fronte alla pandemia. Un’iniziativa lodevole da parte dell’esecutivo Draghi, peccato che gli aiuti riguardino solo una parte della scuola pubblica: quella statale.
E i 900 mila alunni delle paritarie?
E i 900 mila alunni che frequentano le oltre 12 mila scuole paritarie, parte integrante del sistema pubblico? E il personale scolastico che ne garantisce il funzionamento? Che cosa hanno fatto di male perché lo Stato debba abbandonarli in modo così plateale? È per questo che l’Agorà delle parità, che riunisce le associazioni di gestori e genitori delle scuole paritarie, ha proposto un semplice emendamento al dl Sostegni. Stanziare 30 milioni aggiuntivi da destinare, appunto, alle paritarie per i medesimi scopi.
Così, spiega l’Agorà delle parità in una nota inviata a tutti i parlamentari, sarà possibile «porre rimedio alla discriminazione. L’Agorà confida nella più ampia condivisione possibile, perché studenti, docenti, famiglie e personale scolastico sono tutti cittadini italiani che hanno vissuto e stanno vivendo gli stessi problemi e la stessa emergenza».
Emendamento al dl Sostegni
«L’apertura del 26 aprile voluta da Draghi vuole essere un segnale importante: la scuola prima, non ultima», ha dichiarato il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, in merito al ritorno in classe di tutti gli alunni. Giusto, ma il governo e il Parlamento non possono dimenticare che la scuola pubblica è costituita anche dalle paritarie. E che i 900 mila studenti che le frequentano non sono ragazzi di serie B.
Foto di Kelly Sikkema per Unsplash
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