Scuola e azienda parlano ancora lingue diverse. Qui c’è un tentativo di superare le distanze. Per il bene degli alunni

Di Matteo Rigamonti
23 Agosto 2014
«Il Polo Formativo di Lentate non è pensato per far contenti i professori, ma per attrezzare i ragazzi all'impatto col mondo del lavoro. Che è ciò di cui hanno più di tutto bisogno loro, ma anche le imprese». Parlano gli imprenditori

federlegno-scuola-ragazzi-classeIn tempi di crisi e di previsioni ancora incerte per l’avvenire, l’unico investimento sicuro sono i giovani. Se ne sono accorte le imprese brianzole del legno-arredo associate a Federlegno, che, per questo motivo, in attesa che la ripresa si faccia vedere e dell’attesissimo decreto Renzi sulla scuola, hanno deciso di puntare sulla formazione scolastica dopo le medie. L’ha fatto Federlegno con decisione, aprendo, in collaborazione con Aslam e la Fondazione Messina, una scuola dove saranno formati i “falegnami” del Duemila, ma anche gli export manager di cui ha sempre più urgente bisogno chiunque aspiri a competere e cercare nuovi sbocchi sui mercati internazionali.
Ma l’hanno fatto anche gli imprenditori, che hanno collaborato in prima persona alla definizione dei contenuti e dei programmi, esponendo, grazie a un sondaggio, le loro particolari necessità a chi quella scuola dovrà poi gestirla. Una forma di coordinamento e collaborazione che certamente proseguirà nel corso degli anni, grazie all’operato del consiglio di indirizzo, cui partecipano già diversi imprenditori oltre a professori e dirigenti scolastici.

TECNICI DEL LEGNO ED EXPORT MANAGER. Il Polo Formativo di Federlegno Arredo, che sorge a Lentate sul Seveso (Mb), è composto di due corsi: il primo è il tradizionale percorso triennale per conseguire la qualifica di operatore del legno, cui si può accedere direttamente dopo la terza media. Con la possibilità di un quarto anno per il diploma professionale di tecnico del legno.
Il secondo, che partirà a settembre e per il quale sono in corso, proprio in questi giorni, le selezioni, è il percorso di Istituto tecnico superiore (Its) post diploma per il marketing e l’internazionalizzazione nel settore del legno-arredo. Cinquanta i posti disponibili e le selezioni, aperte anche al Meeting di Rimini dove l’Its sarà presentato al grande pubblico, termineranno a fine settembre-inizio ottobre.

federlegno-scuola-lavoroUNA PORTA SUL MADE IN ITALY. «Il Polo formativo è indubbiamente un’iniziativa molto valida, perché permette di formare adeguatamente persone che aspirino a lavorare nel mondo del legno arredo e del Made in Italy», confida a tempi.it Vittorio Livi, titolare di Fiam Italia, azienda specializzata nella produzione di mobili in vetro e cristallo curvato che vanta collaborazioni con i più grandi architetti e designer del calibro di Philippe Starck, Massimiliano Fuksas, Ron Arad e Daniel Libeskind. «Una delle nostre maggiori difficoltà – prosegue Livi – sta proprio nel reperire nel mercato del lavoro giovani che abbiano svolto un percorso di studi che abbia dato loro le basi tecniche e conoscitive necessarie per poter lavorare con noi. La conseguenza negativa è che poi dobbiamo formarceli da capo e da soli in azienda. Non va bene. Poter fare affidamento su di un solido background di competenze e conoscenze già acquisite, invece, permette a noi imprenditori di avere un punto da cui partire e al ragazzo di fare un percorso che altrimenti gli resterebbe precluso e cogliere così delle belle soddisfazioni professionali».
Sono finiti, secondo Livi, «i tempi in cui il ragazzo andava in bottega e imparava tutto direttamente dal capo operaio oppure in maniera completamente autodidatta. Oggi gli operatori del legno non si possono improvvisare da sé, non fosse altro che per il fatto che i macchinari sono molto sofisticati e la tecnologia ha via via assunto una rilevanza sempre maggiore». Mentre, per quanto riguarda gli export manager, «loro hanno bisogno di conoscere le correnti di design e le tendenze nei diversi mercati globali e di saper cogliere il valore e l’originalità di un prodotto per poterlo adeguatamente proporre. Oltre che, ma questo va da sé, di conoscere bene qualche lingua». Ed è a queste diverse esigenze che il Polo formativo mira a rispondere.

legno«CON IL FIATO DELLE IMPRSE SUL COLLO». Un altro importante aspetto del Polo formativo, gli fa eco Pietro Bellotti, titolare di Bellotti Spa, azienda produttrice di compensati e multistrati speciali, «è far sentire ai ragazzi il fiato delle imprese sul collo. È per questo motivo che abbiamo pensato di prevedere che il 30-40 per cento delle ore di lezione possa avvenire, per così dire, sul campo, e non, invece, sempre e solo sui banchi di scuola». Come purtroppo spesso accade anche nei corsi di studio tecnici e professionali in Italia. E il fatto che questa scuola abbia alle spalle uno dei sistemi produttivi più importanti d’Italia è sicuramente un valore aggiunto per i ragazzi che decidono di cominciarla. Sia in termini di formazione, teorica e manuale, che di crescita personale e sbocchi occupazionali una volta terminati gli studi.
Ne è convinto anche Guido Sana, di Tino Sana Srl, specializzata in allestimenti per hotel e navi da crociera, che nei capannoni della sua azienda ha già ospitato i laboratori e gli studenti di un centro di formazione professionale della bergamasca: «In una scuola come questa i ragazzi vivono in prima persona un legame con le aziende che li può soltanto aiutare nel percepire fin da subito l’importanza e la responsabilità del lavoro, ma anche il valore culturale della produzione del legno». Oltretutto, di una simile impostazione ne beneficia anche la scuola, perché «si evita il rischio che istituto e aziende parlino due lingue completamente diverse e che i corsi vengano progettati soltanto per inseguire qualche bando o per ottimizzare l’impiego del corpo docenti».

@rigaz1

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