Scuola. Foschi (Diesse): «Mille prof vincitori del concorsone rimarranno senza lavoro»

Di Chiara Rizzo
16 Luglio 2013
«Degli 11.500 vincitori del concorso a cattedra, molti risultano già in sovrannumero, per errori di calcolo del Miur e per la riforma Fornero delle pensioni»

Una fetta consistente degli 11.542 vincitori del concorso a cattedre bandito lo scorso anno, pur dopo aver superato una dura selezione, rischiano di rimanere senza lavoro, per un errore di calcolo e di programmazione del ministero dell’Istruzione e per la riforma delle pensioni “Fornero”. Una situazione drammatica, soprattutto nelle regioni del meridione: è l’allarme lanciato dal sindacato Anief, e ripreso da Diesse. «A nostro avviso è molto probabile che più di mille persone in tutt’Italia rimarranno senza un posto di lavoro, pur avendo vinto il concorso» spiega a tempi.it Fabrizio Foschi, presidente dell’associazione Diesse.

In base a cosa sono stati calcolati questi dati da Anief? Voi li confermate?
I dati risultano anche a noi e sono stati ricavati incrociando i numeri ufficiali della ripartizione regionale delle cattedre da assegnare in base al concorso pubblico e le recenti elaborazioni su organici e mobilità del personale. A nostro avviso è probabile che più di mille persone rimarranno senza un posto di lavoro, pur avendo vinto il concorso. Questo anche se il ministro Maria Chiara Carrozza ha promesso un piano triennale di immissioni in ruolo di 44 mila persone, tra docenti e personale ata. Anzitutto è probabile che le immissioni in ruolo da concorso verranno spalmate in due anni. Ciò significa che solo circa seimila entrerebbero in ruolo nel 2013, e gli altri dopo. Ma a questa riduzione, si accompagna il problema che con la riforma Fornero delle pensioni, il turn over e la disponibilità di posti si sono ridotti. Tutti i posti disponibili inoltre devono essere divisi tra vincitori di concorso e personale in graduatoria, per il cosiddetto “doppio canale”. Ecco perché molti dei vincitori rimarranno a casa.

Il problema appare più drammatico al Sud. In Sicilia, per esempio, sono 216 i posti nella scuola d’infanzia che dovrebbero andare ai vincitori, ma ne sono rimasti effettivamente liberi 128. In Campania per 243 vincitori ci sono solo 164 posti. E il problema vale anche per le scuole superiori. In Puglia tra gli insegnanti di Scienze naturali ben 13 a fine agosto verranno immessi in ruolo; ma nella regione sono già 25 i colleghi in sovrannumero. In Sicilia i nuovi 10 insegnanti di Filosofia non potranno essere assunti se prima non verranno smaltiti i 20 in sovrannumero. È così? Non sono possibili trasferimenti di alcun tipo?
Sì risulta anche a noi che in Meridione la situazione è più grave, ma gli idonei non potranno andare in altre regioni perché il concorsone è stato indetto su base regionale. È probabile che al prossimo bando, anche chi è stato vincitore di cattedra, dovrà rifare il concorso. È un dramma. Bisogna poi dire però che le associazioni o i sindacati che giustamente sollevano questi problemi, non sono altrettanto disponibili a modificare il sistema.

Che cosa proponete voi?
Si tratterebbe di rivedere il sistema di reclutamento e passare effettivamente, come ha annunciato il ministro Carozza, ad un organico di istituto, cioè a personale disponibile per una singola scuola o una rete di scuole in base alle reali esigenze. Questo andrebbe contro la logica attuale che ragiona in astratto, per cui chi vince viene “collocato” dove si libererà prima o poi un posto. È un meccanismo perverso come si è verificato in questa situazione: se andiamo a vedere le singole regioni, ce ne sono alcune che hanno pochissimi posti, e altri ne hanno moltissimi di più in altre. Ci sono docenti di alcune materie, come quelle scientifiche, che sono più avvantaggiati di quelle di materie letterarie. Un’altra soluzione che proponiamo noi di Diesse, sulla linea dell’organico di istituto, è la chiamata diretta: un certo numero di nuovi docenti disponibili a coprire delle ore di lavoro; con altri docenti già assunti che non avrebbero più un monte ore fisso, da impiegati, ma orari flessibili. Stiamo preparando una grande manifestazione che si terrà ad ottobre, tra Bologna e Milano, in cui ovviamente si affronterà anche questo problema. In particolare interverrà un docente di Boston, per farci capire come in altri paesi gli insegnanti non sono per l’appunto generici impiegati, ma lavorano con più flessibilità, in base alle esigenze dei singoli istituti, e in questo modo sono anche maggiormente valorizzati. È questa la direzione in cui proponiamo di andare.

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2 commenti

  1. alfio

    carissimo Diesse , anche io ho fatto il concorso in Puglia e dopo un anno di studi probabilmente sarò idoneo ma non vincitore perché vittima di un sistema in cui la prova orale ( da sempre incontestabile se non con una registrazione delle prove cosa vietata nelle commissioni, ) tende a favorire chi ha santi in paradiso e chi conosce la commissione. io Lucano , di certo non ho avuto un trattamento si favore rispetto ai tanti baresi presenti in commissione.
    Non sarebbe il caso di fermarsi alle prove scritte che sono per loro natura incontestabili nella maggior parte dei casi?

    sul discorso della chiamata diretta se fossimo in un altro paese e non in Italia proobabilmente sarei d’accordo con lei ma le ricordo che la scuola è rimasto forse uno dei pochi sistemi meritocratici esistenti , perché rimuoverlo? se poi lo stato Italiano continua a vendere illusioni prima con le SISS e adesso con i TFA per fare bilancio all’interno delle Università allora non andremo da nessuna parte.

    altro punto è il turn over: con la riforma Fornero tanti docenti con 40 e passa anni di servizio sono costretti a rimanere in servizio controvoglia e completamente fuori luogo perché ormai la scuola esige docenti che conoscano la tecnologia e che mettano sul campo metodologie didattiche nuove e tanto entusiasmo.

    TURN OVER-MERITOCRAZIA-INVESTIMENTI SULLA SCUOLA questa è la ricetta

  2. giancarlo

    Cara DIESSE anche 305 Dirigenti scolastici vincitori di concorso in Lombardia rimarranno docenti e le scuole saranno affidate nuovamente in reggenza per un altro anno … a meno che i trasferimenti non sottraggano le posizioni a favore di altri …

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