
Scuole paritarie. Presidente Renzi, non ci imbroglia più

«E poi occorre un gigantesco investimento educativo e culturale. Perché l’educazione è il principale fattore per la sicurezza di un popolo». Chi scrive ricopia queste parole dalla newsletter del 26 marzo. Alle provocazioni si deve rispondere.
Presidente Renzi, non le credo. Non ci imbroglia più. Le scuole paritarie serie, di tradizione cristiana, quella che educa persone che non si fanno esplodere e che non tagliano teste, stanno morendo. E non è solo un fattore economico. I loro docenti migliori, abilitati, capaci ma affamati perché lo stipendio – con tutta la buona volontà – è inferiore a quello dello Stato, sono costretti ad andarsene, piangendo, da una situazione in cui professionalmente sono realizzati; dovendo far vivere moglie e figli, hanno accettato il ruolo nella pubblica statale, restando a non far niente in sala professori, o con compiti risibili, oppure lanciati dai presidi nelle situazioni di peggior degrado, con l’opposizione dei colleghi abituati a non far nulla…
Nessuna libertà per i docenti, in Italia: sei bravo, apprezzi la pubblica paritaria, ma non puoi sceglierla: faresti la fame. Neppure puoi avere i 500 euro per l’aggiornamento. Magari li avranno i diciottenni… I docenti pubblici paritari, che hanno sfornato generazioni di gente per bene che non è costata nulla allo Stato, ad esempio la prima donna astronauta italiana, o il famoso chirurgo della mano che opera le malformazioni dei bambini in utero, i docenti di questa bella gente per campare dovranno starsene in sala prof ad aspettare una supplenza o a realizzare uno stupido laboratorio buttato giù da altri, per mettere fumo negli occhi ai genitori… Le sappiamo queste cose (chieda a sua moglie, confermerà): che i docenti insegnino a leggere e a scrivere e lascino perdere le maschere di carnevale di cartoncino in inglese…
Caro presidente Renzi, so che lei non mi risponderà mai, perché giustamente ha altre cose da fare (allora non dia la sua mail invitando a scriverle; dopo un po’ ci si sente – elegantemente parlando – presi in giro…), ma io vorrei dirle il parere di una persona di esperienza, che potrebbe essere sua mamma, una al di sopra di ogni sospetto con cui ho parlato di “questi ragazzi dell’Isis”. È la madre generale di un gruppo di suore e laici dediti all’educazione e alla formazione di bambini ragazzi giovani, persona di fascino spirituale e cultura spettacolari, che pochi nel nostro Parlamento potrebbero uguagliare. Questa suora schiva, ma acuta e determinata, è stata per dodici anni chef d’établissement in una grande scuola pubblica cattolica di Chambéry. Come lei sa in Francia le pubbliche paritarie sono effettivamente scelte, in quanto, anche se gestite da privati, sono finanziate dallo Stato. A Bardonecchia un liceo italiano pubblico paritario può costare ai genitori 6000 euro all’anno; dopo 15’ di tunnel del Fréjus c’è Modane, dove lo stesso liceo che ne costa 700. Conviene fare il pendolare.
A questa suora ho chiesto un parere su questi giovani francesi delle banlieues, ragazzi per bene, figli di musulmani gran lavoratori, anche benestanti… Lei li vedeva 20 anni fa, arrivare nel nostro liceo a 13-14 anni…erano già appartenenti alla terza generazione di emigrati. Caratteristica: privi di qualsiasi radice culturale e religiosa, ragazzi vuoti interiormente, estranei ad ogni slancio ideale. Moralmente distrutti. La scuola francese, con il suo laicismo esasperato, li ha stroncati nella loro umanità. Nessun ricordo di tradizioni, feste, dei paesi di origine; la parola “cristiano cattolico” abolita dal vocabolario… Alla domanda dell’insegnante nella prima ora dell’anno di cultura religiosa di quella scuola cattolica di Chambéry, riguardo a “quali tradizioni hai?” la risposta era “moi je ne sais pas, moi je suis athée”, “Moi je ne suis rien”… “Religion chrétienne? Je ne sais pas… Ah! Oui, Une photo… J’étais tout petit. Mamie (la nonna) sait peut-etre… Moi non plus”. Sradicati. Distrutti nel cervello. Incapaci di sperare, di pensare. Ad un certo punto, negli ultimi anni, il governo francese si è accorto che questi giovani delle scuola pubbliche statali (le più numerose) erano facile preda degli integralismi religiosi, delle sette… e ha tentato di invertire la rotta, di aumentare la cultura religiosa nelle sue scuole, per porre rimedio ad un’ignoranza bestiale. Ma orami era tardi. In Francia ci sono decine di migliaia di potenziali affiliati all’Isis. Ragazzi perbene.
Caro Renzi, lei dirà che non siamo la Francia. Ma si chieda se non ci stiamo arrivando e se non è peggio, in certe nostre zone. Mandi gli ispettori (lo so, lo so… sono pochissimi in Italia; ce l’hanno detto alla conferenza di servizio dei presidi, a Milano pochi giorni fa) in certe scuole primarie della zona vesuviana… veda come vengono gestiti i bambini portatori di h: il PEI, questo sconosciuto… Verifichi la cultura delle maestre e controlli se sanno insegnare a leggere e fare di conto (se sanno…). Le basi. Faccia scorrere un po’ di curricula di laureati che arrivano da certe università italiane: se vuole glieli mando, oscurando i dati sensibili. Buoni per il macero, non di certo per la buona scuola pubblica paritaria e statale italiana. Li mandi anche al nord, gli ispettori, ma non alle pubbliche statali doc come il Parini (qui al massimo c’è il docente che è sempre ammalato al martedì pomeriggio quando ci sono i consigli di classe; lasci perdere: il preside non può farci niente) o il Leonardo: tempo perso. Là si lavora. Al massimo, in questi scientifici prestigiosi troverà qualche docente che discrimina e mobbizza gli studenti che fanno il quarto anno all’estero… ma se eccedono i limiti, i ragazzi intelligenti preferiscono l’Australia e risolvono il problema. Ciao ciao! Fuga di cervelletti, non ancora diplomati. Li mandi, questi ispettori, nei Tecnici e nei Professionali, ma non quelli dei salesiani, dove si lavora seriamente e di gran lena… mandi a controllare che aria tira nelle classi dei Tecnici e Professionali statali. Che gente esce da lì? Con quale formazione, anche culturale? Tecnico non può essere sinonimo di ignorante. Che esperienze di vita fanno i ragazzi? Come sono i docenti? Quanto questi “fanno corpo” di fronte ai terribili rischi di dipendenze e di distruzione delle menti?
Lei ha una bella parlantina, Renzi. Ma ci sono situazioni che la farebbero – e la faranno – ammutolire. In tutto ciò, le buone scuole pubbliche paritarie italiane, che sarebbero scelte volentieri dai genitori poveri, stanno scomparendo. A Milano, la mazzata definitiva la darà il nuovo candidato del suo partito, già fagocitato dalla vecchia guardia uscente. Con ciò, l’Italia aspetta che siano debellati i diplomifici, gestiti dai politici. Ci avvisi, quando sarà, che festeggiamo! Con un analcolico. Devo guidare.
Ma non finisce qui. La soluzione c’è, l’unica possibile, ed è sulla sua scrivania: la proposta del “costo standard di sostenibilità”, ampiamente argomentato con la scienza e la tenacia di tre testardi ricercatori (Alfieri, Grumo, Parola) che hanno prodotto il saggio Il diritto di apprendere. Nuove linee di finanziamento per un sistema integrato, Edizione Giappicchelli 2015. Buona lettura!
Sr. Miranda Moltedo
Preside IC Paritario
Marcelline Quadronno
Foto Ansa
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42 commenti
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ho capito cosa mi suonava stonato in questo intervento: non -questo è scontato- il manicheismo tutt’altro che disinteressato tra privato e pubblico, ma la visione (scusate la volgarità) classista di cui è impregnato. si citano e si contrappongono le scuole più blasonate -uniche degne di stare alla pari con la scuola confessionale- e dall’altra parte le scuole disagiate, quelle dei pezzenti. l’obiettivo esplicito sono gli insegnanti, sì, ma nessuna considerazione per il materiale umano e la differenza socioeconomica delle famiglie, anzi un larvato disprezzo. se sapesse cosa vuol dire fare una scuola davvero “per tutti”.. e questi sarebbero i cristiani
Per al serie “te le cerchi”.
Ho capito già dal tuo “ho capito” che sei intriso del più becero giacobinismo. Premesse e conclusioni in linea con il tuo pregiudizio. Infatti è normale e lecito per te e similari sputacchiare su scuole e definirli “diplomifici” e sminuire parametri didattici e pedagogici che indicano tutt’altro.
(Ovviamente non puoi chiosare che buttandola sul classista e su uno sprezzante ” e questi sarebbero i cristiani”.)
Le scuole paritarie,se cattoliche, saranno meno pagate dallo Stato ma preparano meglio ( Il sole 24 ore del 3.12.2015*) e questi sono fatti. Se hai problemi di stomaco fai bollire delle foglie di alloro e metti una scorza di limone. Una bella tazza (puoi aggiungere dello zucchero, ma non eccedere) … forse con lo stomaco a posto , rifletti meglio. Forse.
Trollona, ma sempre questi miseri spettacolini…ma non ti vergogni neanche un po’ a darti ragione da sola ?
Qui sei intervenuta come Giacomo, Lucillo, Giovanni Cadoni, Arnold…ma a che pro ?
Ha ragione Giuseppe, se ti credi Napoleone non c’è niente da fare.
Solo rivolgere un pensiero per te.
( la più bella è che tu conosci degli insegnanti…no, tu non conosci nessuno, non frequenti nessuno, affoghi nella tua solitudine e credi sia vita una vita passata a scopiazzare brutture sul web…forse non avrai scelta, ma una libertà ultima di cercare il bene ce l’abbiamo tutti, anche una che si crede Napoleone )
Con la Buona Scuola é nato il cosiddetto “personale aggiuntivo”, docenti che, loro malgrado, stanno veramente ore e ore in sala professori in attesa di una supplenza o realizzano “stupidi laboratori buttati giú da altri”, cioé dal corpo docenti che nei primi mesi dell’anno, prima che essi fossero assunti ha predisposto a scatola chiusa (prima di conoscere chi sarebbe arrivato e che competenze avrebbe avuto) laboratori di varia natura.
Sono state assunte cosí tante persone che sarebbero altrimenti rimaste a spasso ma che, almeno al momento, svolgono mansioni ai limiti del ridicolo.
I primi due paragrafi dell’articolo di cui sopra, quindi, fotografano assai fedelmente questa nuova situazione che probabilmente non tutti conoscono. Quando dice “chieda a sua moglie, confermerá” credo che si riferisca proprio a questa nuova e inedita condizione dei neo immessi.
Ritengo la legge 62/2000 un imbroglio di uno stato fintamente laico e sempre più confessionale, in contraddizione forse formale e certo sostanziale con la costituzione.
Che la firma sia di un Berlinguer non fa altro che provare che la laicità qui è finta, e se non impossibile certo difficile.
Appunto ” Ritengo”… personalmente, una opinione … no Costituzione. “Fintamente laico” è la prepotenza di imporre la è propria religione laica. Tradotto: tutti devono diventare come me e lo stato deve garantire questo.
la* propria religione laica.
Non riesci proprio a capire o ammettere che si può essere non religiosi. Se uno non è religioso per te aderisce alla religione laica.
Il tema è invece la neutralità dell’istruzione rispetto alle scelte religiose, inclusa fra queste la scelta della non religiosità.
Istruzione è una cosa, educazione un’altra.
La legge Berlinguer è frutto tecnicamente del solito cavillismo italiano, e culturalmente e politicamente la ulteriore dimostrazione di sudditanza alla chiesa cattolica da parte della classe politica, compresa gran parte di quella che si dice di sinistra.
Lo capisco e lo ammetto benissimo che si può essere “non religiosi”. Quello che contesto è che il “non religioso” ridisegni la realtà assecondo la sua “non religiosità”. La “neutralità” non deve coincidere con la “non religiosità” ma come uguale opportunità di essere (per religiosi e non). La legge Berlinguer è coerente con la Costituzione (ti rimando alla lettura sopra).
Se veramente i professori delle privati fuggono nel pubblico per soldi, beh che dire: è il mercato bellezza! che le scuole private li paghino meglio! qui invece si pretende non solo un finanziamento che come è già stato precisato non è un diritto riconosciuto dalla nostre costituzione, ma si vuole pure che il carico del costo del lavoro sia totalmente al carico dello Stato, è no cari miei allora non è più scuola paritaria, ma diventa statele. Non puoi pretendere di fare impresa coi soldi dello Stato, ma poi decidere tu come dirigerla,
Una scuola privata non ha diritto al finanziamento. Una scuola paritaria non è una semplice scuola privata .
Se è privato è privato, punto. Qui inoltre non state parlando solo di finanziamenti – che in un regime di concorrenza fra pubblico e privato ci potrebbero anche stare, ma patto di farlo come quello americano – ma in pratica si ha la quasi pretesi che lo stato paghi pure gli insegnanti affinché restino in quella privata.
io ho piuttosto conosciuto insegnanti che per lavorare e fare punteggio hanno accettato stipendi bassi etc. aspettando un concorso
Un grazie alla Preside Suor Miranda Moltedo. E un invito a documentarsi a coloro che rimangono fermi nei loro pregiudizi: pubblico vs privato, scuole che lucrano, chi le vuole se le paghi con i propri soldi, ecc.
Inutile ricordare la Legge Berlinguer del 2000, che istituisce il sistema nazionale di istruzione, di cui fanno parte scuole statali e paritarie; inutile ricordare che in tutti gli Stati europei – esclusa Grecia e appunto Italia – sono previste forme di contribuzione e di finanziamento alle scuole non statali e/o alle famiglie.. Chissà perché.
In ogni caso, la Preside ricorda la progressiva scomparsa di un patrimonio di cultura e di professionalità,
motivo di arricchimento per tutti. Se qualcuno replica che dedizione e cultura si trovano anche nella scuola statale, nulla da obiettare; ma non certo in tutte. Dove finisce, poi, la libertà di scelta educativa delle famiglie? lo dico per coloro che citano – ma solo quando fa comodo – l’art. 3 della Costituzione in cui si delinea la rimozione degli ostacoli di natura economica e sociale che limitano di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini..
Renzi risponderà? si chiede la Preside Moltedo, conoscendo già la risposta. Ma no, deve occuparsi delle magnifiche sorti e progressive, non della discriminazione dei docenti delle paritarie – che hanno la stessa dignità degli altri! – ma che non hanno diritto, ad es, ai famosi 500 Euro.
Ora torno a occuparmi, come tanti miei colleghi – di scuola statale o paritaria che sia – della vera buona scuola, fatta di lezioni ben preparate e ben svolte, di relazioni personali, di tempo e di attenzione dedicati agli studenti. Un mondo lontanissimo da chi ha scritto – in un orrendo burocratese – la legge sulla cd Buona scuola..
macchè grazie, la presunzione merita una sonora pernacchia
Ecco, questo ti riesce meglio, non andare oltre, fai pernacchie a suggello della tua incapacità .
il suo livello culturale invece è ben espresso dallo storpiare i cognomi come fanno i bambini dell’asilo (però si nasconde dietro un nick) e nel cercare di far passare da mentecatti quelli che non la pensano come lei. è tutto chiaro per una mente media.. ma “senza oneri” proprio non lo capite.. anzi è “incongruo”.. tanto non stiamo parlando di scuola e costituzione.. la lascio ai suoi vaniloqui
il suo livello culturale è ben rappresentato dallo storpiare le parole e i nomi come i bimbi dell’asilo (ma si nasconde dietro un nick) e dall’incapacità di dialogare con chi non la pensa come lei, assumendo un atteggiamento di sufficienza. è tutto chiaro a una mente media, ma “senza oneri” proprio non lo capite, eh? anzi, diventa “incongruo” mentre si parla di scuola e costituzione.. complimentoni! torni pure ai suoi vaneggiamenti sul gomblotto islamogaygiudeomassonico
Non è stata mia intenzione storpiare i cognomi. Chi mi conosce sa che non lo faccio mai. L’errore è nato dalla combinazione di vista, orario e dall’uso maldestro di un piccolo tablet. Invero, nel nominarti intendevo scrivere CadoniL, la “L” è solo per dirti che sei riconoscibile .
Per quanto riguarda il merito della discussione sul “senza oneri” rientra in una forma di dislessia concettuale che si manifesta di prendere tre parole e scollegarle dal contesto più ampio costituzionale (non mi dilungo a spiegartelo … sarebbe inutile). In sostanza riduci il tutto ad una gratuità assimilabile a quella che hai dall’ortolano che ti regala il prezzemolo.
In ogni caso ti rassicuro: tutto colpa del disagio, tutta colpa dell’obbedienza ai pruriti.
PS: nota , non ti irrido con complimentoni, ma spero che guarisci.
Cuore mio, consentimi una ulteriore puntualizzazione: che si rivolge a me, con intento di “dialogare” non può esordire con “i suoi disagi li discuta altrove”. Non è un buon biglietto di presentazione.
come si permette di affermare che i professori nella scuola pubblica stsnno lí a far niente, a petdere tempo in sala orofessori, mentre i docenti delle vs sarebbero ‘ realizzati’ felici, costretti a malincuore a prenedere il ruolo nello stato?
lei é assolutamente in mala fede, una bugiarda e una provocatrice, e vorrebbeboktre tutto che noi tutti con le ns tasse oagassimo i vs docenti delle scuole private che vi fanno lucrare?
vergogna, ritiri tutto
cara serenella, sottoscrivo. questo è delirio
A parte alcune stupidaggini sugli insegnanti entusiasti del progetto e che sono costretti ad andar via per non soffrire la fame, direi che si tratta della solita proposta furbetta per avere più soldi.
Abbiate il coraggio di chiedere di cambiare la costituzione ed il problema è risolto.
Se poi piace tanto il sistema francese allora adottiamolo tutto, non solo per i soldi, sia per la scuola pubblica che per quella privata.
Non c’è bisogno di cambiare la costituzione. Anche se si considera la seconda parte dell’art. 33 (“senza oneri per lo Stato”) come indicazione per nn dare soldi alla scuole gestite dai privati, il primo comma dello stesso articolo mette lo Stato in condizioni di dover aiutare le scuole non statali oppure è nei guai. Infatti dice: lo Stato istituisce scuole di ogni ordine e grado” per rispondere al bisogno dei suoi cittadini cioè a seconda della popolazione. E quante scuole private ci sono dove la scuola statale MANCA?! Se veramente lo stato italiano dovesse applicare alla lettera questo articolo e quindi aprire tutte le scuole che gli mancano sai che spesa! Ricordo anche che c’è una legge che dice che le scuole gestite dai provati ma parificate (e li gli ispettori arrivano) sono pubbliche.
Non sono pubbliche, sono private con alcuni controlli su standard minimi da garantire agli alunni in quanto cittadini italiani. Sono parificate in quanto agli alunni si devono garantire pari controlli se si vuole che i titoli di studio abbiano pari valore; non significa affatto che siano pari.
Altro discorso che al nostro stato finto laico faccia piacere lasciare ampie zone del nostro territorio prive di adeguati servizi pubblici, istruzione ma non solo, in modo da consentire che il privato – o meglio il privato amico – sia costretto a supplire.
Il problema quindi non è fare costi standard per dare ancor più soldi al sistema privato, ma che lo stato garantisca di suo gli standard a tutti i cittadini su tutto il territorio. Poi chi ci rinuncia e vuole far altro che se lo paghi interamente.
Per le scuole paritarie vale il “deve assicurare alle scuole non statali “piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico EQUIPOLLENTE a quello degli alunni di scuole statali” (art.33 Cost) in quanto svolgono un servizio pubblico.
Deduci allora che tu per sminuire, secondo tuo stile, parli di “pari controlli ” quando il trattamento è EQUIPOLLENTE .
Trascuri la PIENA LIBERTA’ che è cosa ostica da digerire in tutta la sua portata in quanto la cognizione di libertà è circoscritta, nei tuoi ambienti e tra i solidali che trovi qui, ad una idea di laicità fatta di tro*****re come ricci, abortire, e sopprimere i malati difettosi oltre ad insulse cose pro-gaiose (si Lucillo… vi riducete solo a questo) . E’ questa miopia che ti fa considerare uno Stato “finto laico”. Lucillo, credimi…è così.
Oh, ma sei (siete) proprio fissato!
Trombare, abortire, gayzzare sono gli unici argomenti da contrapporre in qualsiasi discussione su qualsiasi argomento.
L’equipollenza non identifica affatto le scuole private come pubbliche. Serve a tutela del cittadino-alunno, che in quanto tale ha diritto alla piena tutela da parte dello stato, da qui i controlli. La ratio è: la scuola pubblica deve garantire istruzione adeguata, chi viene mandato alle scuole private ha diritto a non essere depotenziato, quindi queste devono dare istruzione equipollente, e senza oneri per lo stato. Poi si può abbondantemente discutere di quanto la scuola pubblica sia capace di svolgere pienamente gli obiettivi che le sono assegnati dalla costituzione, ma la ratio sulle private è questa.
Mi sembra che rispondi con aria fritta oltre che ad inserire elementi incongrui tipo il “senza oneri” . E mi dispiace che insisti nonostante sia stato detto mille volte che in sede costituente il significato del “senza oneri” è stato palese per tutti, comunisti ciompresi (“Vorrei chiarire brevemente il mio pensiero. Forse da quello che avevo in animo di dire, il collega Gronchi avrebbe capito che le sue preoccupazioni sono infondate . Perché noi non diciamo che lo Stato non potrà mai intervenire a favore degli istituti privati, diciamo solo che nessun istituto privato potrà sorgere con il diritto di aver aiuto da parte dello Stato. E’ una cosa ben diversa: si tratta della facoltà di dare o di non dare» – On. Corbino, Atti Ass. Cost., pag. 3378).
«Si stabilisce solo che non esiste un diritto costituzionale a chiedere tale aiuto» – On. Codignola, Atti Ass. Cost., pag. 3378).
Ma torniamo all’aria fritta in espansione:
Dal dizionario:
Equipollente = equivalente = di pari valore … riferito al trattamento scolastico.
(il depontenziato è un inserimento arbitrario tuo)
Dal punto di vista legislativo:
La legge che le istituisce garantisce la natura “identitaria” connesso con un proprio progetto educativo .
Alle scuole paritarie private, incluse ovviamente le scuole cattoliche, “è assicurata piena libertà per quanto concerne l’orientamento culturale e l’indirizzo pedagogico-didattico”, che è libertà di darsi un progetto educativo che può indicare “l’eventuale ispirazione di carattere culturale o religioso” (legge 62/2000 art. 1, comma 3). Su tale progetto gli alunni con gli “insegnati” hanno “accettato” di aderire . E’ chiaro che l’Amministrazione pubblica, che esercita funzione di controllo su una scuola paritaria deve vigilare che il progetto educativo non sia difforme con i principi costituzionali, e che il piano dell’offerta formativa sia conforme agli ordinamenti previsti dalle norme vigenti. Ma andare oltre a ciò è eccesso di potere.
PS: Non è fissazione…siete fatti proprio cosi in tema di “concezione” di libertà
Io personalmente sono contrario a qualsiasi tipo di istruzione confessionale, almeno fino a che uno diventa maggiorenne. Base uguale per tutti, ed il resto per chi lo vuole pagandoselo: che vada a catechismo o a giocare a tennis, ed anche li controllando cosa avviene e cosa si dice, come giustamente si chiede per le moschee.
In ogni caso la parificazione in costituzione, art 33, è riferita agli effetti legali e al riconoscimento professionale del titolo di studio, come dicevo prima a tutela degli studenti. Detto che “La Repubblica (…) istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi” si consente che “enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.” C’è scritto senza oneri, punto. Non che non c’è l’obbligo per lo stato di farsene carico, e ci mancherebbe pure!, ma senza oneri. Ed infatti il trucchetto a cui il nostro stato finto laico ricorre è di inventarsi un sistema pubblico statale e privato, forzando il concetto di parificazione dei titoli (a tutela dei cittadini) in quello di parificazione degli istituti (per favorire gli istituti cattolici).
Anche la parte successiva, su cui io non sono d’accordo, non prevede comunque oneri di alcun tipo, ma fa solo riferimento a libertà ed equipollenza “la legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali”. Quindi la legge fissa diritti e doveri, e mentre assicura loro la libertà garantisce che gli alunni ricevano istruzione adeguata, cioè esplicitamente equipollente a quella delle scuole statali.
Comunque l’articolo prende a riferimento il sistema francese, per il quale l’attuale forzatura della costituzione non sarebbe sufficiente, bisognerebbe proprio cambiarla. E insisto allora di prenderselo tutto il sistema francese, non solo per i soldi.
Tu poi dire che “personalmente” la pensi in un certo modo. Poi tra il “tuo” modo di vedere le cose è la realtà, permettimi c’è l’abisso. Sono opinioni. Pertanto puoi dire che sei contrario ad una istruzione confessionale fino ai 18 anni, ed io ti dico di no perché altrimenti l’istruzione confessionale te la fa sorbire ad infimo livello con i mezzi di propaganda occulta o meno ogni gruppo di pressione che magari ti vuole indottrinare che l’asino vola, che i bambini si comprano e che due gai con bambino comprato fanno famiglia. Puoi dire che sei per uno stato laico, e lo sono anch’io a condizione che la laicità non abbia l’univoca interpretazione tua. Ma, ripeto, sono opinioni.
Ma se dobbiamo interpretare oggettivamente il diritto le cose stanno diversamente. l’interpretazione del “senza oneri” è dei costituenti ed ha il riflesso nell’articolo 33 il quale “piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico EQUIPOLLENTE a quello degli alunni di scuole statali” Il fatto che suggelli il tuo discorso con “punto” equivale solo a dire che “personalmente” ed (aggiungo)ignorantemente per te la cosa funziona in un certo modo, ma non sul piano del diritto. La legge 62/2000 recepisce l’art.33 della costituzione è con le scuole paritarie fa esercitare in condizioni di “parità” un “pubblico servizio” come quello statale e pertanto è riconoscibile un “pubblico finanziamento” come per ogni “pubblico servizio”. Correttamente il “senza trova oneri” applicazioni in tutti quei casi dove la scuola privata non esercita un “pubblico servizio”. Una scuola di uncinetto, una scuola per lo studio dei lamantini, una scuola per le conoscenze numeriche talmudiche, ecc. rientra in questa casistica
Detto questo, e conoscendo i miei polli se le scuole paritarie non fossero state per la stragrande maggioranza cattoliche ma Lgbt arcobalenate… o femministe filomenxyabortiviste… non staremmo qui a discutere e tu i finanziamenti a questi li triplicheresti. Ma questa è una mio opinione su cui aprirei scommesse.
Rileggendo ho fatto troppi errori :
Il quale garantisce * “piena libertà….”
La legge 62/2000 recepisce l’art.33 della costituzione e* con le scuole paritarie ….
Tralascio altri
il “non esiste un diritto costituzionale a chiedere aiuto allo stato” da lei dottamente citato significa “care suore, non ci chiedete” anche perché già lo stato è “spontaneamente” di manica larga anche a scapito di quella acuol che dovrebbe essere la prima (dello stato) preoccupazione. e lasci perdere i gay e compagnia bella, i suoi disagi li discuta altrove
Giovanni CadonoL
Sono i suoi disagi a non permettere una giusta interpretazione di quello che altrimenti ad una mente di media intelligenza appare il chiaro significato di un “servizio pubblico” espletato nell’ambito di una libertà di educazione che a sua volta rientra nei doveri dei genitori . E guardi, tutto, ma proprio tutto, costituzionalmente garantito.
Quindi, faccia altro, si misuri con i suoi limiti e reali disagi e non se la prenda con chi ha la sola colpa di vederli troppo evidenti.
No, non sono d’accordo.
Il pubblico si caratterizza, secondo me, per caratteristiche di universalità almeno tendenziale nell’accesso e nelle caratteristiche dell’erogazione del servizio. Il che non è per la scuola privata.
Una cosa è consentire, e non sono d’accordo ma non conta, che i privati istruiscano privatamente garantendo equipollenza, altra è dire che purché ci sia equipollenza è tutto pubblico, e quindi va ugualmente finanziato.
Io non posso organizzare un gruppo di dirigenti del traffico nelle vie della città e pretendere soldi dal comune per il fatto che non essendoci abbastanza vigili urbani esercito un pubblico servizio!
Se invece sono un supermercato e voglio mettere nel parcheggio privato dei direttori del traffico per facilitare l’accesso e il deflusso dei mezzi in modo tale che la gente si senta più sicura e veloce, allora me li pago io. E in definitiva li faccio pagare nello scontrino dei miei clienti.
Come dissi prima, ritengo la 62/2000 un imbroglio di uno stato fintamente laico e sempre più confessionale, in contraddizione forse formale e certo sostanziale con la costituzione.
Il fatto che non sei d’accordo è una tua personalissima opinione che non ha riflesso nella nostra Costituzione. In questa le scuole paritarie rispondono con la loro esistenza a finalità diverse che no sono rapportabili in nessun modo all’esempio dei vigili urbani. Infatti soddisfano il principio di libertà dell’educazione, doveri dei genitori di impartire educazione hai figli, parità di trattamento. La scuola paritaria non ha ragione d’essere nell’insufficienza di scuole pubbliche. Non nascono (almeno nelle intenzioni) dalla penuria ma dalla soprabbondanza. E non dovrebbe essere possibilità di ogni cittadino, non solo di chi può permetterselo, come possibilità di scelta.
Ok Toni, sono d’accordo su questa focalizzazione dell’argomento. Il tema non è l’insufficienza delle scuole pubbliche e, per estensione, il costo aggiuntivo che implicherebbe per il bilancio dello stato ill chiudere le private, ma il principio della libertà di educazione e il rapporto stato/famiglia in questa operazione.
Su questo faccio due brevi considerazioni.
La prima è che la costituzione, ponendo a parametro l’istruzione fornita dalla scuola pubblica – e chiedendo equipollenza per le private – conclude che l’istruzione può essere fornita da soggetti diversi dalla scuola pubblica, ma senza oneri per lo stato.
La seconda considerazione, assolutamente un parere personale, è che a mio giudizio il maggior vantaggio per il cittadino è di ricevere una istruzione non confessionale e totalmente laica, neutra e plurale sulle scelte religiose inclusa quella della non religiosità. L’educazione è ambito più vasto di quello dell’istruzione, e su questo territorio ulteriore intervengono la famiglia ed altri soggetti. Questo avviene normalmente ma purtroppo spesso con carenze e problemi anche gravi – non è che tutti i valori in quanto trasmessi dalle famiglie siano “buoni”, pensiamo per esempio all’educazione che le famiglie mafiose forniscono ai loro figli in termini di rispetto (degli altri verso di loro), violenza, sopraffazione.
E dovrebbe*essere possibilità di ogni cittadino, non solo di chi può permetterselo, come possibilità di scelta.
Tralascio la seconda obbiezione contro la quale ho espresso il mio giudizio negativo sotto. Mi interesso solo della prima per ribadirti che focalizzi e decontestualizzi il “senza oneri”. Eppure hai a disposizione l’interpretazione autentica di chi ha scritto la Costituzione . Il gap nasce dal concetto di “istruzione” che può essere di diversi tipi (anche l’istruzione del lavorare a maglia lo è) e verso i quali lo Stato, aggiungo ovviamente, non deve avere obblighi “imposti” (non si esclude che può comunque farlo stando ai giudizi dei citati costituzionalisti). Ma la fattispecie non è assimilabile al caso delle scuole paritarie dove lo Stato ti dice come devi “essere” per poter svolgere un “servizio pubblico”.
A parte che io ho testimonianza diretta di docenti che sono andati via dalla paritaria solo e unicamente per mantenere la famiglia e veramente con le lacrime agli occhi, ti faccio presente che se per ipotesi tutte le scuole paritarie chiudessero nello stesso istante facendo confluire tutti i loro alunni alle scuole statali , allora sì che lo Stato si troverebbe a sostenere oneri assolutamente INSOSTENIBILI. Non bisogna avere posizioni ideologiche nel merito, ma vedere molto laicamente e pragmaticamente cosa è più conveniente
E io conosco molti insegnanti, ex di private o ancora relegati li, che se ne sono andati o vorrebbero andarsene il prima possibile. Vita privata controllata, rischio di perdere il posto da un momento all’altro, diritti sindacali nulli, necessità di assecondare le famiglie paganti, orari moooolto flessibili e diciamo allargati senza corrispettivo in busta paga, assenza di collegialità e potere assoluto dei dirigenti.
Se le private chiudessero subito non si darebbero più loro i sussidi diretti ed indiretti, e non bisognerebbe aggiungere grandi cifre per accogliere tutti nella scuola pubblica.
Un altro articolo così, e un TSO non ve lo nega nessuno.
Ok Giacomo, hai capito tutto e hai detto la tua. Adesso togliti il costume da Napoleone e vai a nanna….