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Su Dagospia Antonio Scurati dice: «Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via».
Il ripudio del fascismo da parte di Giorgia Meloni è evidente sia per quel che riguarda l’accettazione e il rispetto della democrazia garantita dalla nostra Costituzione antifascista (pur da riformare in alcuni elementi della parte ordinamentale troppo condizionati dalla Guerra fredda), sia per quel che riguarda il nazionalismo superato dalla chiara scelta europeista e atlantista della leader di Fratelli d’Italia. Perché dunque la Meloni non si dichiara apertamente antifascista? Da un lato per lo stesso motivo per cui chi ha riconosciuto il tragico fallimento del comunismo, non si dichiara anticomunista, perché pur avendo elaborato criticamente la deriva del movimento nato in Russia nel 1917, ha rispetto per la propria vita...
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