
Se al Qaida dà lezioni di realismo all’Espresso
Può un gruppo terrorista come al Qaida ergersi a difensore della verità e dell’evidenza, accusando il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad di essere un complottista, un banale antiamericano a cottimo? La risposta è stampata sulla rivista legata ad al Qaida, “Inspire”, dove un articolo a firma di Abu Suhail intima al presidente iraniano di smetterla di attribuire l’attacco alle Torri Gemelle agli americani e non al gruppo terrorista.
Scrive Suhail: “Il governo iraniano ha detto per bocca del suo presidente di non credere che l’attacco dell’11 settembre sia opera di al Qaida ma del governo Usa. Quindi noi solleviamo questo interrogativo: perché l’Iran sostiene questa teoria ridicola che contrasta con ogni logica e ogni prova?”. E ancora: “Forse l’antiamericanismo dell’Iran è solo un gioco politico”. Per finire con una stoccata al paese a maggioranza sciita: “La verità è che al Qaida (sunnita, ndr) è riuscita là dove l’Iran (sciita, ndr) ha fallito. Gli iraniani, dunque, vogliono screditare le azioni del 9/11 e quale modo migliore per farlo che diffondere teorie cospirazioniste. Non ci sostenete solo per rivalità religiosa e per invidia”.
Ed è proprio quest’ultima annotazione la chiave dello scontro tra al Qaida e Iran: una tappa di quello più vasto tra sunniti e sciiti. Una polemica di cui si è consumato solo l’ultimo atto e non il primo. al Zawahiri, che ha preso il posto alla guida di al Qaida di Osama Bin Laden, nel 2008 aveva accusato Hezbollah, i terroristi che non riconoscono il diritto a esistere di Israele, di mettere in giro false voci intorno alla responsabilità di Tel Aviv nell’attacco del 9/11. Voci subito riprese dall’Iran, ovviamente. Da qui la critica del nuovo leader di al Qaida: «Lo scopo di questa bugia è chiaro: insinuare che non ci sono eroi tra i sunniti che possono colpire l’America, così come non ce ne sono mai stati nella storia».
Come ha scritto più volte l’inviato Rodolfo Casadei su Tempi.it, “il complottismo è la malattia spirituale che si impadronisce di chi vede accadere avvenimenti che contraddicono la sua visione del mondo”. Una malattia di cui soffre anche l’Espresso, visto che ha deciso di pubblicare il dvd Zero, l’opera di Giulietto Chiesa «piena di errori tecnici gravi» sull’11/9, come spiega il cacciatore di frottole Paolo Attivissimo sul numero 38 di Tempi. Ora. Che Ahmadinejad sia un po’ malato, però, non stupisce nessuno. Ma che al Qaida sia più realista dell’Espresso, un po’, sì.
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