Se avessero rapito me, avrei fatto molto peggio di Silvia Romano

Di Fred Perri
16 Giugno 2020
Al di là di tutte le analisi e dell’oscenità della sfilata governativa a Ciampino (uno spottone regalato ai banditi islamisti), questa cosa devo proprio dirvela
Silvia Romano accolta a Ciampino da Giuseppe Conte e Luigi Di Maio

Articolo tratto dal numero di giugno 2020 di Tempi. Questo contenuto è riservato agli abbonati: grazie al tuo abbonamento puoi scegliere se sfogliare la versione digitale del mensile o accedere online ai singoli contenuti del numero.

State pronti a sfancularmi. Oggi vi dico una cosa che potrebbe entusiasmare quelli di sinistra. O che potrebbe consolare i benpensanti, difensori delle libertà che sono la morte della libertà. Potrebbe piacere pure a quelli che vogliono bruciare il Vaticano, ma che “il Papa è uno di noi”. Gesù, Giuseppe e Maria, fatemi star zitto.

Devo dirvela questa cosa, al di là di tutte le analisi e dell’oscenità di quella sfilata, uno spottone a reti unificate regalato ai banditi e di quella passerella di politici in maschera che non capivano quello che facevano o peggio capivano, ma non gliene fregava nulla.

Questa cosa la devo dire, malgrado quelli che va tutto bene, perché abbiamo salvato una vita e più non dimandare.

Eh no, io dimando, perché è una storia oscura, e che cazzo, di aspetti su cui discutere ce ne sono.

Ci tengo a precisare, comunque, che non sono come questi che suonano le campane a festa. Resto il solito old bastard incarognito. Però questa cosa ce l’ho qui. Non sopporto i politicamente corretti ma neppure quelli che fanno gli eroi con il culo degli altri.

Allora, compagni e amici, se mi avessero rapito gli Al-Gabibbi e trasportato diciotto mesi tra luride grotte e schifosi tuguri, nutrito di monnezza e minacciato in ogni modo, belin, io per sopravvivere sarei perfino diventato sampdoriano. Dal mio punto di vista, molto peggio che convertirsi all’islam o diventare vegani.

Foto Ansa

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