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Esiste un elemento comune tra coloro che hanno impedito alla ministra Eugenia Roccella di parlare al Salone del libro di Torino e gli ambientalisti o presunti tali che imbrattano i monumenti. È una confusione drammatica, frutto di un analfabetismo selettivo, tra mezzi e fini. Una questione che sembrava superata con la fine dell’Unione Sovietica e che invece ritorna, sotto altre forme, talvolta anche banali e intellettualmente ironiche.
Personalmente credo che ogni forma di critica, anche quella difficilmente condivisibile, debba trovare spazio d’espressione. Nessun potere può esserne esente per autorità o perché rappresenta la maggioranza. Tutte le minoranze hanno diritto di esprimere la loro distanza dalle pratiche e dalle politiche dei vincitori. I vinti, però, non possono non aver imparato dalla storia che non esiste autonomia tra l’azione che svolgono e il fine che vogliono raggiungere. La ministra Roccella – forse un po’ meno i suoi ...
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