
Se il tuo paese è ricco e rispetta l’ambiente, vincerà le Olimpiadi. Parola di Goldman Sachs
Goldman Sachs, tra le più importanti banche d’affari del mondo, ha pubblicato un breve saggio dal titolo The Olympics and Economics 2012. Il titolo non lascia spazio a interpretazioni: il gruppo americano vuole dimostrare l’incidenza delle questioni politico-economiche sull’esito delle gare olimpiche attraverso sistemi numerici, dati statistici e autorevoli opinioni di addetti ai lavori. Come quella del giornalista e tre volte medaglia d’oro di tennis-tavolo ai giochi del Commonwealth Matthew Syde. «C’è un che di mitologico nel pensare che il successo nello sport sia conseguenza di un talento naturale o di attributi genetici che permettono di eccellere. Larga parte della variazione tra successo e fallimento deriva dall’efficienza nell’insegnamento, dalla cultura e dall’ambiente» e, aggiunge Goldman Sachs, dall’andamento economico.
Infatti, uno studio sulle ultime dieci classifiche dei giochi olimpici ha dimostrato che la stabilità politica, la condizione economica, la sostenibilità ambientale e la valorizzazione del capitale umano sono elementi che influiscono sulla condizione degli atleti. Il perché è presto detto. La stabilità politica interessa direttamente il patriottismo dell’atleta, così come la valorizzazione dei talenti di casa. Una condizione economica favorevole implica più fondi stanziati nell’attività sportiva e un minor tasso di inquinamento consente un generico miglioramento delle condizioni di vita. Così, si scopre che in media i paesi ospitanti ricevono il 54 per cento di medaglie in più rispetto alle trasferte, o che a un aumento del Pil pro capite corrisponde una possibilità maggiore di vincere l’oro nel ciclismo, nel canottaggio, nel nuoto e nel judo.
In una foresta di cifre, numeri e grafici, gli studiosi José Ursùa e Kamakshya Trivedi ipotizzano pure l’andamento di Londra 2012. Al primo posto, ovviamente, gli imperituri statunitensi, che porteranno a casa 37 medaglie d’oro, una in più di quelle guadagnate a Pechino 2008. La Cina si posizionerà al secondo posto. Più che il welfare ridotto e l’abuso dei diritti umani, pesa la localizzazione delle nuova olimpiade al di là della Grande Muraglia. La Gran Bretagna potrà vantare nel suo palmares 11 ori in più rispetto alla passata edizione, cui seguirà la Russia e l’Australia. A pari merito con la regina Germania si stanzierà la Francia, prima coppia dell’area Euro tra i Big Ten. A seguire la Sud Corea e l’Italia. Il Belpaese, nonostante la crisi dei mercati, grazie all’autorevolezza internazionale conquistata dal premier Mario Monti dovrebbe piazzarsi in nona posizione, con 2 medaglie d’oro in più rispetto a Pechino 2008. E per chi non credesse alla veridicità di queste teorie, ricordiamo che ai Mondiali 2010 Goldman Sachs aveva predetto in finale Brasile – Inghilterra. Forse è più affidabile il polpo Paul.
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