Se non vuole perdere l’effetto Pd, ora Veltroni deve disarcionare un governo sempre più impopolare

Prodi e Veltroni oppure Prodi o Veltroni? Questo è il dilemma. Bisogna mettere la congiuntiva o la disgiuntiva? All’origine l’Ulivo pensava che Berlusconi fosse il nulla e che sarebbe svanito al sole della grande coalizione: Prodi, che sorgi libero e giocondo. Ma Prodi non ha, come accade nell’inno a Roma, domato i cavalli. Veltroni doveva venire dopo, costruendo con i Ds un partito intrinsecamente maggioritario, una nuova Dc. Si delineava un lungo periodo di governo: la sinistra antagonista reazionaria sarebbe stata solo il trampolino, la scorciatoia per giungere sulla nuova planizie del grande partito di centro. Peccato però che Berlusconi non era il nulla, come pensava Prodi. E più di metà del paese votò per lui. Votò per lui il Nord, gli operai del Nord legati vitalmente alle piccole e medie imprese e non più coperti dall’accordo tra i sindacati della sinistra e le grandi industrie. Votò per Berlusconi la maggioranza che temeva l’apertura indiscriminata dei confini italiani all’immigrazione.
Berlusconi, cioè, si rivelò socialmente radicato, grazie alla mutazione culturale che deriva da una globalizzazione in cui ogni paese deve trovare il proprio spazio sul mercato internazionale. L’idea dello Stato che fa la giustizia, propria sia del pensiero cattolico sociale sia di quello della sinistra, così come dei fascismi, era ormai interamente crollata. La cultura politica italiana, così statalista e di sinistra, veniva sconfessata dalla storia.
Così Veltroni da soluzione finale divenne provvedimento di emergenza, perché il governo Prodi si rivelava sempre più alieno alla società italiana. Ormai è palese che il governo Prodi, dossettiano e antagonista, è lontano dalla temperie, dalla realtà, dal gusto del paese. Se continua a governare, nella società italiana crescerà ancora l’ondata di dissenso. Quindi adesso Veltroni deve pensare di liberarsi rapidamente del Professore, altrimenti la sua carta della nuova Dc, il partito moderato di maggioranza, gli si sfilerà dalle mani ogni giorno di più.
Il nodo del problema è individuato, appunto, dalla disgiuntiva: Prodi o Veltroni? Se Prodi cadesse, la crisi toccherebbe anche la componente prodiana del Pd, quella che Arturo Parisi e Rosy Bindi hanno posto in grande rilievo nella campagna elettorale. Mentre il governo Berlusconi, delegittimato a livello mondiale, ha governato il paese per cinque anni mantenendo alto il livello di governabilità, la sinistra, portando nelle istituzioni le sue lacerazioni ideologiche e contraddicendo la realtà e il sentimento del paese, sta rendendo l’Italia ingovernabile.
    bagetbozzo@ragionpolitica.it

Articoli correlati

0 commenti

Non ci sono ancora commenti.