
SE PRODI PENSA L’IMPOSSIBILE
Era un po’ impensabile che il principale avversario di Prodi diventasse Rutelli, ma questo di fatto è avvenuto. Rutelli ha deciso di rappresentare la componente post-democristiana della Margherita, che tende e trovare una sua figura autonoma rispetto alla grande armata Brancaleone (che va da Mastella a Bertinotti, ai Verdi, ai comunisti italiani) che vuole organizzare l’attuale presidente della Commissione europea.
Ogni ipotesi politica tentata internamente alla sinistra è così cancellata: sia quella del partito riformista sia quello del centro-sinistra (col trattino). Rimane il dubbio che sia una posizione attrattiva per l’elettore di centro un listone il cui unico contenuto sia l’odio a Berlusconi e la faccia di Prodi. Pensare che gli italiani siano giunti a un tale punto di deliquio politico da votare il listone come un mandato in bianco sembra un’ipotesi poco realista. Sembra veramente strano che venga accolta dal silenzio interno alla sinistra.
Non c’è traccia di una ipotesi di programma che affronti riforme dello Stato sociale, della spesa pubblica e delle tasse: e lo si comprende perché il listone è composto tutto da partiti e forze politiche che sullo statalismo, il corporativismo e l’assistenzialismo hanno costruito la loro storia.
La Margherita resiste e viene perciò severamente ammonita da Prodi a non creare difficoltà e ad essere pronta alle elezioni anticipate.
Ciò significa che Prodi conta sul suicidio della Casa delle Libertà, ma il suicidio in politica non esiste.
La sinistra è diventata talmente prigioniera del pensiero negativo che persino le sue componenti moderate, come i socialisti di Boselli, ne sono travolti. Pensare che il presidente della Commissione europea, che sta per rimproverare l’Italia per le sue posizioni di bilancio, sia al tempo stesso il candidato in Italia del partito della spesa pubblica indica il singolare livello del personaggio per cui la politica è solo la guerra con il nemico da praticarsi con qualunque mezzo e in qualunque condizione.
Una simile coalizione guidata da Prodi non reggerà i due anni di opposizione che vanno di qui al 2006. La politica che il pensiero negativo caccia dalla porta entrerà dalla finestra e tutte le differenze che vengono colmate dal puro odio a Berlusconi ritroveranno durante la traversata dei due anni tutte le difficoltà e differenze di cui sono portatrici.
La Casa delle Libertà di fronte a tale coalizione deve sentire maggiormente le sue responsabilità di essere l’unica forza in grado di governare il paese e quindi trovare in se stessa un equilibrio interno che eviti al listone di Prodi di concepire così assurde attese e così drammatiche speranze. I giorni di fibrillazione della maggioranza legati alle dimissioni di Tremonti hanno dato a Prodi la possibilità di riformulare l’antico slogan del ’68: «Siate realisti, pensate l’impossibile».
bagetbozzo@ragionpolitica.it
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