
Se questo è un esproprio
Il consigliere regionale Mario Sala è stufo marcio di ripeterlo: «Non cadetemi nel tranello dell’edilizia: le aree oggetto dell’articolo 7 sono aree industriali dismesse. Ripeto: che avevano una vocazione e un permesso industriale. Quindi il provvedimento non riguarda affatto l’edilizia». Il riferimento è alla legge “Strumenti di competitività per le imprese e per il territorio della Lombardia” approvata dal Consiglio regionale il 23 gennaio scorso. Il chiarimento è a quello che per Sala è ormai diventato il “famigerato” articolo 7, “Recupero delle aree industriali dismesse”, penultimo di una serie dedicata allo sviluppo di capitale umano, ricerca, innovazione e internazionalizzazione. Acquisire aree dismesse da più di 4 anni e individuare iniziative imprenditoriali da insediarvi: è questo il succo della voce 7. E il “dalli all’esproprio” non s’è fatto attendere. «La dismissione di aree industriali costituisce grave pregiudizio territoriale, sociale ed economico-occupazionale», recita l’articolo, pertanto il Comune competente deve invitare «la proprietà dell’area a presentare una proposta di riutilizzo della stessa». Trascorso un periodo di 18 mesi, in caso di mancata presentazione o di proposta insoddisfacente, il Comune può aprire un bando di gara ad altri soggetti per individuare proposte migliori. A cui il proprietario dell’area potrà decidere se subentrare – riconoscendo ai promotori un indennizzo pari al 5 per cento delle opere a progetto -, o meno, costringendo il Comune a procedere all’esproprio. «Ma le aree in oggetto – continua Sala – devono essere aree che creano un grave danno per la salute, il degrado sociale e la sicurezza. E non solo avere una superficie superiore a 2000 metri quadri, ma anche essere coperte per il 50 per cento. In Lombardia, su 25 milioni di metri quadri di aree dismesse, sono pochissime quelle che presentano un grave danno per la salute dei cittadini». Chi si arrabbia, allora? «Quelli che si tengono tali aree così come sono anche per cinquant’anni, lasciando che diventino pericolose per tutti (e che vengano occupate dai rom), per ottenere un cambio di destinazione ad uso edilizio. Il partito dei palazzinari grida che facciamo gli espropri? E invece ci occupiamo di salute e sicurezza. Quello che fa rabbia a me è invece che, di tutta la legge sulla competitività, voi giornalisti parliate solo dell’articolo 7…». Touché.
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