
SE RITA E KATRINA PASSASSERO PER LA GRANDE MELA
L’uragano Rita è arrivato e, fortunatamente, se n’è andato senza provocare tutta la distruzione che si temeva. Per quasi un mese il pubblico americano è stato costretto a pensare a come il paese è preparato ad affrontare eventi catastrofici, causati dalla natura o dall’uomo. Improvvisamente alcuni dei più disastrosi scenari descritti nei film di Hollywood non sono sembrati poi così irreali. Qui a New York City il ricordo dell’11 settembre 2001 è stato risvegliato da questi eventi. Ci è stato ricordato che gli scienziati del National Hurricane Center, i quali avevano previsto esattamente l’arrivo e la potenza di Katrina e Rita, hanno anche insistito sul fatto che molti altri uragani dello stesso tipo si abbatteranno probabilmente sulle coste dell’America nei prossimi dieci anni. Le cinque regioni degli Stati Uniti più esposte ai danni catastrofici degli uragani sono New Orleans, le Florida Keys, Tampa, Galveston e. New York City. Se New York City dovesse essere colpita da un uragano con la stessa potenza di Katrina o Rita, i danni potrebbero essere inimmaginabili. Analoghe preoccupazioni sono sorte nella West Coast, in ragione dei probabili “spaventosi terremoti” provocati dall’enorme faglia che attraversa la California. Questa regione è preparata per affrontare le conseguenze dell’atteso “Big One”?
Che dire poi di eventi catastrofici provocati dall’uomo, come lo scoppio di una “bomba atomica sporca” o un attacco con armi chimiche o biologiche? La scorsa settimana ho incontrato una persona che lavora per un’agenzia segreta del governo, il quale, avendo saputo di un possibile attacco terroristico a New York attorno ad una certa data, aveva avvertito i suoi amici consigliandogli di lasciare la città durante quei giorni. (Sono rimasto offeso che non avesse avvertito anche me!). La scorsa settimana Katrina ha dimostrato in modo terribilmente chiaro che, malgrado l’11 settembre, non siamo preparati ad affrontare una catastrofe di tali proporzioni. Sembra che ci sia una sola agenzia di governo capace di intervenire nel caso di simili disastri: l’esercito degli Stati Uniti.
Gli Stati che si affacciano sul Golfo del Messico oggi sembrano sotto occupazione militare. Il popolo americano, che ha sostenuto con grande riconoscenza le forze militari fin dall’11 settembre, apprezza ancora di più la loro capacità di rispondere a queste minacce. Ma molti sono preoccupati per le difficoltà che ciò impone alle nostre forze militari, già impegnate dalla guerra in Irak. Inoltre, alcuni libertari sono preoccupati dai pericoli di un così pesante coinvolgimento dei militari nella vita civile del paese. Senza dubbio questo sarà uno dei più importanti temi per le prossime indagini sugli effetti di Katrina e Rita e sullo stato attuale della preparazione del paese ad affrontare minacce che improvvisamente non sono più soltanto teoriche.
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