
Se serviva una prova sul ddl Zan liberticida, eccola

Nel giorno della festa del lavoro e particolarmente delle donne lavoratrici, il magnifico e progressivo e miliardario Fedez è riuscito nell’impresa di sputtanare una donna e una lavoratrice Rai che stava all’altro capo del suo iPhone dorato.
Cosa accadrà adesso, dopo l’Ambrogino d’oro incassato dal sindaco Sala? Fedez entrerà nel Guinness dei primati per aver buttato giù un posto di lavoro proprio nel giorno della festa del lavoro? Lo temiamo assai, purtroppo, essendosi cinquestelle e Pd schierati non dalla parte della donna e lavoratrice, ma dalla parte del miliardario. Il quale, per altro, nel suo discorsetto nemmeno ha citato i lavoratori. Complimenti.
Fedez sul palco di tutti
Ma Fedez, il ragazzo che gira su una Lamborghini da 200 mila euro, non sapeva che è la policy della Rai, come di ogni altra azienda d’altronde – tanto più essendo un servizio pubblico pagato dai contribuenti italiani – assicurare che chi sale su un palco (un palco per altro pagato coi soldi dei contribuenti italiani) non possa impunemente insultare chi non è del suo stesso partito o chi non è della sua stessa opinione politica? Censura? E chi sei tu per salire sul palco di tutti, pagato coi soldi di tutti, con la pretesa libertà di insultare chi ti pare e piace? Ma, soprattutto, chi non la pensa come te? E togliti almeno il cappello dello sponsor Nike prima di venirci a fare la morale.
L’obiettivo del ddl Zan
Morale: grillini e Pd si son spellati le mani ad applaudire il giovin miliardario e ad esigere le scuse del servizio pubblico pagato con le tasse degli italiani. Mondo alla rovescia. Mi viene il capogiro. Già. Perché una volta era il cortigiano a farsi buffone per ingraziarsi il signore. Adesso è il signore a farsi cortigiano per ottenere benevolenza dal buffone.
Tipo il “signore” ex presidente del Consiglio e oggi mascherina di Beppe Grillo, che si è subito gettato tra le braccia del rapper proletario. Giuseppe Conte ha cinguettato: «Io sto con Fedez. No censura». E con lui, naturalmente, “stanno con Fedez” l’Olimpo pentastellato e Pd. «Sì, stupendo», canterebbe il rocker Vasco Rossi.
E quale sarà la ragione stupenda di tale inversione dei ruoli? Ma certo. Se fino a ieri è stato da più parti sollevato il sospetto che il vero obiettivo della legge Zan sia quello di aprire le porte a un regime che usa il codice penale e le star mainstream per manganellare i propri oppositori, oggi siamo più tranquilli: il sospetto è diventato certezza.
Letta, ma che stai a di’?
O come altro le volete interpretare le parole con cui il segretario del partito patrocinatore del ddl Zan è andato a ringraziare il ragazzino ricco e altezzoso? Dite voi se Enrico Letta non dovrebbe andare a consegnare le sue dimissioni e poi a nascondersi agli occhi dei lavoratori e dei disoccupati italiani: «Fedez? Ci aspettiamo tutti parole chiare dalla Rai, parole di scuse e di chiarimento. Io voglio ringraziare Fedez, perché il fatto che una persona come lui parli di questi temi con la forza con cui li ha affrontati lui rende possibile rompere quel tabù che in questo periodo purtroppo si è creato. E cioè sembra che non si possa parlare di temi inerenti ai diritti perché siamo in pandemia».
Enrico Letta, ma che stai a di’? «La forza con cui ha affrontato questi temi»? Gli hanno dato un palco pagato con i soldi degli italiani per parlare di lavoro, e tu hai il coraggio di chiamate “forza” lo sfruttare questo palco per uno spot arrogante? Hai il coraggio di chiamare “forza” la spiata di un miliardario contro una lavoratrice Rai che svolge il suo onesto lavoro?
E complimenti ai quotidiani
Complimenti anche ai giornaloni. Che ancora una volta hanno dimostrato di onorare il mestiere di un pensiero critico disegnando uno che gli han dato un rigore a porta vuota, l’ha sbagliato e poi ha pure insultato l’arbitro, come un Ronaldo che partito dalla difesa ha corso tutto il campo, dribblato tutti i poteri forti e ha fatto un goal da campione del mondo. Sti cazzi. Regalategli un’altra Lamborghini.
Ma per favore, il prossimo primo maggio toglietegli il microfono e dategli un muletto. Altro che “censura”. Più che calcarlo, Fedez il palco deve imparare a sudarlo.
Foto Ansa
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