Si decide sulla selezione genetica e Renzi non manda neanche il suo avvocato

Di Alfredo Mantovano
01 Maggio 2015
Davanti alla Consulta il Governo non si è costituito a difesa del divieto di diagnosi pre-impianto previsto dalla legge 40. Vede dunque con favore la selezione (e lo scarto) degli embrioni

fecondazione-shutterstock_129449231Articolo tratto dal settimanale Tempi in edicola (qui la pagina degli abbonamenti) – Per il governo la selezione genetica è cosa buona e giusta. Detta così, sembra una follia, e certamente lo è; ma è una follia conforme a verità. Un passo indietro: nel 2004 il Parlamento approva la legge 40 sulla fecondazione artificiale e, fra le tutele per il concepito, inserisce il divieto della diagnosi pre-impianto. Con ciò vuole impedire che il figlio sia oggetto di una ordinazione à la carte, e quindi che sia soppresso un essere umano pur in origine fortemente voluto, se emerge il rischio anche remoto di anomalie o malformazioni. La scelta della Camera e del Senato è condivisa dagli italiani: costoro, un anno dopo, chiamati alle urne dal referendum abrogativo di quella legge promosso dai Radicali, rispondono che invece essa va bene, e per intero; uno dei quesiti referendari punta esattamente a permettere la selezione degli embrioni, una volta formati, e viene bocciato come gli altri.

Dieci anni dopo la conferma popolare, della legge 40 resta ben poco, grazie alla demolizione delle parti più importanti di essa realizzata dalla Corte costituzionale: l’ultima sentenza in ordine di tempo, la 162 del 2014, ha introdotto la fecondazione di tipo eterologo, con la scissione fra i genitori biologici e quelli giuridici. Fra qualche giorno la Consulta si riunirà perché sollecitata a dare una ulteriore picconata su un aspetto residuo della legge: oggetto del giudizio di costituzionalità è il divieto della diagnosi pre-impianto. Le previsioni non sono fauste, se la Corte continuerà nel solco abortista e privo di considerazione del concepito tracciato a partire dal 1975, con la sentenza numero 27 che aprì la strada alla legge 194 sull’aborto, e se riprenderà i concetti diffusamente esposti nella sentenza del 2014 sull’eterologa. In quella pronuncia la Consulta ha teorizzato l’esistenza del “diritto al figlio”, quale declinazione del più ampio diritto all’autodeterminazione: se il figlio ha avuto la cattiva idea di farsi concepire contro la mia determinazione io posso eliminarlo con l’aborto; se non arriva nonostante lo desideri lo devo ottenere anche a costo che abbia l’identità genetica di altri. Corollario dell’equazione figlio = oggetto è che se lo desidero, ma c’è il pericolo che arrivi con caratteristiche differenti da quelle volute, devo essere messo nelle condizioni di liberarmene prima che l’embrione sia impiantato.

Questo è l’oggetto della decisione, con annesso rischio che la Consulta proceda nei termini temuti. Quale è la posizione del governo? In ogni giudizio di costituzionalità l’esecutivo sceglie se costituirvisi; se lo fa, conferisce mandato all’Avvocatura dello Stato perché sostenga la permanenza della legge impugnata. Di regola questo accade in automatico: sono rari i casi nei quali non viene affidato l’incarico. La questione della diagnosi pre-impianto è uno di essi: il governo ha scelto di non costituirsi. Così ha di fatto manifestato acquiescenza alla contestazione di legittimità alla legge 40: condivide, cioè, la selezione degli embrioni.

Se il governo avesse impegnato l’Avvocatura dello Stato, non sarebbe stato costretto a sostenere necessariamente la tesi contraria: l’Avvocatura avrebbe potuto limitarsi a prospettare dubbi sulla deriva antiumana del figlio à la carte. Invece l’esecutivo tace, quindi acconsente. A pochi giorni dal festeggiamento del 70esimo della “Liberazione”, cioè dalla sconfitta di un occupante fra i cui pilastri vi era la selezione degli esseri umani per ragioni di razza e genetiche. Se papa Francesco con tanta frequenza e con tanto dolore parla della “cultura dello scarto”, è perché oggi essa è ancora più ramificata rispetto al passato.

Foto fecondazione in vitro da Shutterstock

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7 commenti

  1. Corrado

    Ma Lupi non dice niente? Dove sono tutti quei lettori che si stracciavano le vesti per lui? Questo è il risultato di un Cattolico votato e sostenuto dal Movimento che tradisce per bramosia del potere, altro che “buone leggi”
    Farina nessun commento in difesa di Lupi e Alfano in merito alla selezione genetica?

  2. Emanuele

    Mi pare che questo articolo sia la risposta (purtroppo ) alla richiesta di impegno dei cattolici in politica. ..

  3. Mengele

    Cari Renzi e Mattarella sono il dott. Mengele, e mi complimento con voi perchè contribuite allo sviluppo di queste importanti ricerche genetiche iniziate nei campi di sterminio che ho diretto.
    Sono felice che condividiate con me l’importanza della selezione della razza per avere un italiano sano, senza difetti e di pura razza.
    Grazie
    Dott. Josef Mengele

  4. Giuseppe

    A parte Renzi [del quale ormai abbiamo capito che passerebbe sopra la mamma con lo schiacciasassi, pur di mantenere e consolidare il potere, o se “glielo chiedesse l’Europa”], mi punge vaghezza di sapere come si è espresso Mattarella nella sentenza del 2014 sull’eterologa. Qualcuno lo sa?

  5. To_Ni

    Starà studiando per dire qualcosa ad effetto….. di tendenza ….. insomma: una figata …. su twitter

  6. mery

    ma cosa si aspetta caro mantovano da uno come renzi. uno tutto chiacchiere e zeppole?

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