Senza le romane

Di Fred Perri
26 Marzo 2004
Ho dovuto assistere anche alla prima partita cancellata “per leggenda metropolitana”.

Ho dovuto assistere anche alla prima partita cancellata “per leggenda metropolitana”. Il calcio italiano attraversa la sua crisi peggiore, il governo sta pensando di varare l’ennesimo decreto per sanare i bilanci dissestati delle società, poi una trentina di caciaroni romani s’inventano la storia di un bambino morto, investito da un’auto della polizia, e tutto finisce in vacca. Totti e Cassano, vera coppia di fenomeni, abboccano fino al mulinello e decidono che la partita non si gioca. Gliel’hanno detto i tifosi. Alla polizia non credevano, ai baluba da curva sì. La verità è che comandano ancora quelli che hanno causato il disastro: ultrà che non sappiamo cacciare a pedate, giocatori irresponsabili, dirigenti incapaci. Sono contro qualsiasi decreto salva-calcio. «è impossibile pensare al campionato senza le romane» ha detto il Berlusca, pensando alle elezioni. Mi dispiace ma io lo immagino benissimo il calcio italiano senza le romane, anzi, lo vedo bene anche senza le milanesi, le lucchesi, le chiavaresi. Me lo immagino benissimo un calcio senza Totti, senza Galliani, senza Biscardi, senza ultrà. Ma soprattutto senza di me. Io torno a giocare agli Emiliani col mio amico Roscelli. C’è ancora un posto? Sono quell’attaccante “robusto” che faceva un sacco di gol e non ha mai interrotto una partita.

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