
Serra e Veltroni vivono in un altro mondo
Un regalo non si rifiuta mai. Fedele a questa vecchia e consolidata pratica, ho iniziato a leggere un volume donatomi recentemente. Titolo: New Global. Tra gli autori, Walter Veltroni e Michele Serra. Superata la diffidenza iniziale (non sopporto i flebil-riformisti che con Berlusconi al governo si atteggiano da consumati rivoluzionari) ho iniziato la lettura. L’incipit del libro parte da un assunto tutt’altro che disprezzabile, in sintesi gli autori sottolineano quanto sia importante passare dalla contestazione al progetto. Purtroppo, immediatamente dopo, l’analisi che essi propongono precipita tristemente nella più scontata delle contrapposizioni: “con” o “contro” Berlusconi. L’abusato slogan “un altro mondo è possibile” serve agli autori per ricondurre l’intera discussione “No-global” nel ragionevole alveo dell’alternanza di governo. La tattica messa in campo risponde essenzialmente ad una logica opportunista tutta incentrata sull’emotività del momento. Un po’ audacemente i new-global cercano di cavalcare l’onda dei movimenti, senza mai approfondire la critica di sistema. L’assenza di radicalità produce quindi un ridimensionamento notevole delle ambizioni messe in campo. Il punto più dolente dell’impostazione presentata risiede nella totale assenza di una seria riflessione sull’uomo in quanto individuo sociale. Desideri, libertà, alienazione non sembrano far parte dei vocaboli dei nuovi profeti, eppure un “nuovo mondo possibile” non può essere edificato senza interrogare l’uomo sulle sue aspirazioni e sulla propria esperienza di vita. Criticare lo stato di cose presenti non significa soltanto puntare l’indice sulle macro contraddizioni del sistema, ma dovrebbe consentire anche di riflettere sull’essenza stessa dell’uomo, sulla contraddittorietà del libero arbitrio, sulla presunta capacità d’emancipazione e di autorealizzazione dei singoli individui. Per farla breve, nessun gioco politico, nessuna alternanza di governo, nessuna nuova regola potrà imporsi come motore del cambiamento, se non si porrà al centro della discussione l’essere umano. Chi glielo spiega a Walter?
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