Serve un’autentica lobby del buon senso per difendere la famiglia e il diritto naturale

Di Alfredo Mantovano
01 Giugno 2013
Tra la legge sull'omofobia e quella per le coppie di fatto, i militanti dei "nuovi diritti" si sono mobilitati. Ci vuole un'iniziativa come la "Marcia per la vita" anche su questo fronte

Non è necessaria la sfera di cristallo. I primi provvedimenti del “pacchetto famiglia” che verranno messi all’ordine del giorno del Parlamento saranno le leggi sull’omofobia e sul riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. Sconsiglio ragionamenti del tipo “il governo è sorretto da un maggioranza anomala e precaria, e questo scoraggerà interventi sui temi etici”. Per tre ordini di ragioni: a) su coppie di fatto e omofobia i mutamenti normativi saranno (impropriamente) presentati come necessaria attuazione di direttive comunitarie, come si è già tentato in passato; il ministro Idem è stata chiara in proposito; b) oggi questi due temi non sono così divisivi, come attesta il coro di consensi di esponenti autorevoli del centrodestra alla campagna di pressione avviata da Repubblica, secondo la tecnica sperimentata del “caso pietoso” (stavolta un gay diciassettenne); c) al governo non viene chiesto di occupare la prima linea, bensì di prendere atto della volontà del Parlamento.

Se da una parte le forze che puntano a disgregare ulteriormente la famiglia sono in movimento, dall’altra dovrebbe cessare l’atteggiamento di attesa: iniziative di mobilitazione come la Marcia per la vita e la raccolta Uno di noi devono diventare la regola. Volendo chiamare le cose col loro nome, serve una vera e propria lobby del buon senso che favorisca collegamenti fra tutte le realtà associative (non necessariamente confessionali) che già operano in positivo sulle tematiche in questione, e soprattutto faccia sentire la propria voce, con le istituzioni e in piazza. Rendere evidente che si è in tanti, che non ci si conforma alla caricatura nella quale ci si vorrebbe costringere, che quindi – senza urla o gesti inconsulti – si è pronti ad affrontare la battaglia sul piano culturale con argomenti di diritto naturale, e perciò laici.

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7 commenti

  1. Nicola Francavilla

    Onerevole Mantovano , grazie per la sua chiarezza di giudizio ed è quello di cui c’e bisogno in un momento in cui la menzogna è diventata una struttura pervicace di pensiero. La famiglia è massacrata a tutti i livelli e i cattolici adulti stanno a discutere di difesa dei diritti delle minoranze. Ma di che stiamo parlando? Occorrono segnali forti, azioni concrete al sostegno della famiglia in un paese che vive ormai una sorta di rassegnazione e mancanza di speranza. Che i cattolici in politica agiscano presto perchè l’esasperazione di chi fa mille sacrifici per far diventare uomini i propi figli è tanta e non è più tollerabile ascoltare discorsi puramenti ideologici che sono espressione di una falsa coscienza della realtà e per di più sostenuti da una cattiva fede! La ringrazio per la sua testimonianza

  2. Giulio Dante Guerra

    A Mariano Tului
    Questo “Top Commentator” ha dimenticato un piccolo particolare. Nel caotico ridispiegamento di forze che ha caratterizzato le ultime elezioni, nessuno ha ricandidato l’amico Alfredo Mantovano. Non so quale sia, attualmente, la sua “posizione” nei confronti della magistratura, ma è certo che l’unica possibilità rimastagli di “attività politica” è la composizione del “Foglietto”, che compare settimanalmente a pag. 3 di “Tempi”. Sarà poco, per mobilitare l’opinione pubblica, ma che fa chi ha più potere?

    1. Daniele, Napoli

      non dimentichiamo, Giulio, che la rivista Tempi ha grandi capacità di mobilitazione. Lo abbiamo visto in occasione delle elezioni, 700 persone ad un incontro politico in favore di Maroni Presidente della Regione.
      Ed i lettori sono sicuramente molti di più.

      1. Giulio Dante Guerra

        Caro Daniele, quel che dici è vero; d’altronde, io avevo scritto “sarà poco”, non “è poco”, e qui in Toscana quell’espressione equivale grosso modo a “può darsi che sia poco”. Purtroppo, almeno qui da noi, Tempi non ha un’altrettanto grande capacità di diffusione. Per esempio, qui a Pisa il numero dedicato al referendum di Bologna sulla scuola, che si è svolto domenica scorsa, è arrivato, nelle poche edicole che ricevono Tempi, solo martedì! A che sarebbe servito, se si fosse svolto un referendum nazionale?

  3. anonimo

    il buon senso porterebbe a dire:
    – certe situazioni esistono,
    – sono esseri umani come tutti,
    – di conseguenza bisogna discutere leggi che diano loro alcuni diritti, protezione.
    Invece alcuni sono molto bravi a farci credere che omosessuali e lesbiche stiano prevaricando le persone eterosessuali. E che la legge contro l’omofobia in realtà farebbe più male che bene perché non equilibrata.
    Condivido che ci voglia una lobby concretamente per il buon senso, su un piano culturale con argomenti di diritto naturale e, per ciò, laici. E non manifestazioni pro o contro questo e pro o contro quello. In Italia, ed in altre nazioni, ad es., sarebbe meglio discutere di crisi economica e sociale, evasione fiscale e altri temi che rovinano la società. Ma per alcuni la soluzione della crisi sociale ed economica consiste anche nel non dare diritti ad omosessuali e lesbiche perché altrimenti potranno chiedere una casa popolare al Comune o chiedere la pensione di reversibilità togliendo risorse alle coppie eterosessuali che sarebbero le uniche degne di riceverle.
    Ho il dubbio che certi abili oratori traggano ispirazione dal diavolo Berlicche. Non dalla carità, cioè dallo sguardo di amore che Dio ha verso tutti noi.

    1. giovanni

      Più che discutere nuove leggi bisognerebbe ridiscutere la legge che toglie OGNI diritto a chi non si può difendere!

      1. giovanna

        Caro Giovanni, proprio l’altro giorno leggevo di una psicologa di grido che in un’invettiva contro gli obiettori di coscienza tirava fuori la stantia storia della difesa “del corpo delle donne”, nessun cenno a quaella vita, nessuna pietà. Così in questa mortifera ideologia gay non c’è spazio per la pietà e l’amore per il bambino, assimilato ad un oggetto, in questo caso non pezzo del corpo della donna, ma bambolotto da assemblare su catalogo.

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