
Sex and Zen 3D: il vedo non vedo in tridimensionale
Ci sono dei film che sembrano tanto una presa per i fondelli ai danni dello spettatore. E non diciamo certo i film sbagliati o mal fatti, le promesse mancate o quei film che proprio non ci sono andati giù per un motivo o per altro o semplicemente per gusto personale. Tutto può essere materia di discussione e anche i film brutti possono essere occasione per imparare qualcosa di nuovo o per lo meno per non cadere negli errori più marchiani. Tutto, a patto di trovarci di fronte a un’opera completa e compiuta e non a un collage di immagini tagliate e giustapposte nemmeno dal regista ma dal distributore. Chi avesse la sfortuna di avventurarsi nella visione di Sex & Zen 3D si troverebbe di fronte a questo misero spettacolo: un insieme disordinato di immagini, doppiate come spesso accade per il cinema orientale, in modo indecoroso. Immagini senza un filo logico, brevi flash che tanto sembrano delle pezze malposte per cercare di coprire un enorme buco narrativo che rende quasi incomprensibile la vicenda.
Immagini patinate, stereoscopia del sesso ai minimi termini: il film di Christopher Sun Lap Key, grande successo a Hong Kong e in Oriente (ma non in Cina dove per problemi di censura il film non è stato distribuito) ripercorre vagamente la vicenda alla base di un altro film erotico orientale di inizio anni ’90, il mediocre Sex & Zen – Il tappeto da preghiera di carne, pure quello di grande successo in patria e venduto anche all’estero. Di quel film, capostipite di una stagione non breve del cinema erotico orientale (uscirono, sempre negli anni 90 tra gli altri: vari sequel oltre ai vari Erotic Ghost Stories) si riprendono un certo gusto pruriginoso e voyeur oltre alla celebre sequenza del trapianto “equino”. Il problema è che i 50 minuti che mancano all’edizione italiana rendono difficile se non impossibile un giudizio sul film. Tutte le scene tagliate sono quelle erotiche: i nudi integrali maschili e femminili sono assenti così come alcune scene “gore” di cui circolano commenti non proprio entusiasti sui siti per amanti del genere.
E di quei 50 minuti, almeno 40 avevano effetti in 3D, e quindi anche un giudizio puramente tecnico su quello che avrebbe potuto essere il primo film erotico in 3D è impossibile. Che cosa rimane? Non certo un film per famiglie, nonostante tutti questi tagli abbiano fatto uscire in Italia il film senza alcun divieto. E nemmeno una commedia scollacciata, nonostante il doppiaggio nefando strizzi l’occhio da quelle parti. E, per quanto la Lucky Red, la casa di distribuzione del film, dopo le tante proteste arrivate dal pubblico che ha notato la discrepanza tra la durata internazionale del film (129′) e quella della versione italiana (79′), si sia precipitata a far presente che la versione uncut uscirà in DVD, rimane la sensazione di una grande presa per i fondelli. Spendere più (la maggiorazione per il film in 3D) per vedere meno. Anzi per vedere un bel niente.
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