Duello sul senso delle cose ultime a bordo di un furgone sgangherato

Amore, morte, amicizia, destino. Dentro il Ford giallo immaginato da Alberto Reggiori c’è posto per tutto quello che conta davvero

Perché Sic Transit? Perché il chirurgo varesino Alberto Reggiori ha cura delle cose ultime: di vita, morte, miracoli si occupa in sala operatoria, se ne è occupato per 10 anni in Uganda, e poi al fianco di un figlio col corpo spezzato da un incidente. Perché un medico cristiano si muove in un universo più spazioso di quello di qualunque romanziere da salotto, uno spazio che contiene l’eterno ed è impossibile evitarlo (leggere i suoi tre i libri che hanno preceduto questo uscito per Ares: Dottore è finito il diesel, La ragazza che guardava il cielo e Fatti vivo). Ecco perché Sic Transit: perché è inevitabile. Come le domande che un prof di religione, alla guida di uno sgangherato Ford Transit giallo dell’84 rivolge al suo passeggero, un incravattato omuncolo d’affari con la borsa in pelle e un diavolo per capello perché lasciato a piedi da una Mercedes.

Il libro comincia così, una piovosa mattina di fine ottobre del 2019, con una mano che ...

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