Lettere al direttore

I silenzi poco “cattolici” di Mattarella

Di Peppino Zola
06 Gennaio 2024
Famiglia, educazione, tutela della vita. Breve elenco delle cose non dette dal nostro Presidente nel discorso di fine anno. E una domanda: perché? Lettera al direttore
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del discorso di fine anno, al Palazzo del Quirinale, lo scorso 31 dicembre (foto Ansa)

Caro direttore,

prendo atto del tripudio unanime con il quale è stato accolto il discorso di fine anno del nostro Presidente della Repubblica. Per certi versi, capisco. Ma vorrei permettermi una osservazione e qualche domanda.

Ogni volta (o quasi) che le istituzioni parlano ufficialmente e pubblicamente dei problemi del Paese, vengono dimenticati (forse inconsciamente) i reali problemi che stanno a cuore al cosiddetto mondo cattolico o, almeno, a parte di esso. Quasi tutti i temi su cui vedo impegnati quotidianamente molti cattolici (tra cui, indegnamente, mi ci metto anch’io) vengono, evidentemente, considerati di serie B quando si deve guardare al presente ed al futuro di questa strana Italia, anche per una malintesa concezione della laicità dello Stato. In questo contesto, vorrei elencare non tanto le cose dette dal nostro Presidente, quanto i suoi silenzi, causati, forse, dalla preoccupazione di non essere ”divisivo”, tanto per usare una delle parole oramai insopportabili di questo momento storico, dominato da un incomprensibile “pensiero unico”.

Così, c’è stato assoluto silenzio sul tema della famiglia, la cui difesa e il cui sostegno sono diventati urgenti, vista che essa viene, oramai da decenni, sottoposta ad ogni forma di attacco. Si tace della famiglia perché sarebbe “divisivo” dire che essa è una “società naturale”, anche se è la stessa Costituzione a definirla così nell’articolo 29? In questo caso si deve tacere anche della stessa Costituzione, la “più bella del mondo”?

Così, c’è stato silenzio su uno dei problemi più gravi che l’Italia sta affrontando (insieme a tutto l’Occidente) , quello della sempre più clamorosa denatalità. Silenzio per non dovere sottolineare la contraddizione con chi afferma, addirittura, che quello all’aborto è un vero e proprio diritto, anche se esso impedisce a parecchie decine di migliaia di esseri umani di venire al mondo ogni anno, dando così un notevole contributo al fenomeno della denatalità? Oppure per non contraddire chi sostiene che, per motivi ecologici, meno siamo e meglio è? Oppure perché sembra un tema troppo “cattolico”?

Così, c’è stato silenzio sul fatto che continua ad essere violato uno dei fondamentali diritti della famiglia, che è quello di mantenere, istruire ed educare i figli. Oggi, infatti, non tutte le famiglie italiane, soprattutto quelle povere, sono in grado di scegliere liberamente la scuola a cui iscrivere i propri figli. Anche questo diritto, invece, è proclamato solennemente dalla Costituzione, all’articolo 30, ma viene costantemente posto sotto silenzio. Perché? Per non contraddire tutti quelli che sostengono, erroneamente, che il diritto all’educazione spetta, in fondo, allo Stato (come avviene in tutti i regimi totalitari)? Sarebbe bene ricordare, una volta per tutte, che la stessa nostra Costituzione riconosce solo alla famiglia (ai genitori) il diritto a educare i figli. E perché, anche in questo caso, si tace persino della Costituzione?

Così, c’è stato silenzio sul grande tema della tutela della vita, che non viene violata solo nei tragici e tristissimi casi dei “femminicidi”, ma sotto molteplici e numerosi aspetti.

Perché tutti questi silenzi? E proprio su temi tanto cari al mondo cattolico e così urgenti per favorire il bene comune? Perché tanti silenzi da parte di un Presidente “cattolico”?

Peppino Zola

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