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L’Occidente ripaga col silenzio i doni di Aliyev

Di Renato Farina
30 Ottobre 2024
Un “genocidio infinito” – così lo ha definito Antonia Arslan – è in corso contro il popolo armeno. E non puoi accettare oro dai persecutori dei fratelli, che lo usano per legittimarsi
aliyev e meloni
La stretta di mano tra Ilham Aliyev, presidente dell'Azerbaigian e Giorgia Meloni, Roma, 5 settembre 2024 (foto Ansa)

Come si noterà dal fatto che c’è il suo nome scritto sopra (ironia), il Molokano ha rinunciato al patteggiamento e a mettersi a riposo crogiolandosi nel proprio decoroso fallimento, e accetta l’eventuale sconfitta della storia, ampiamente prevedibile vista l’enorme sproporzione tra le forze in campo. Da una parte la minima Armenia, molto più piccola di Davide, senza neanche le pietre aguzze per la fionda, e un Golia meno stupido dell’eroe dei Filistei. Eppure, le trote argentate del lago di Sevan guizzano, e il nemico che le vorrebbe fiocinare non ha ancora trovato l’algoritmo per decifrare le traiettorie della loro malinconica bellezza. Queste principesse della mia vita mi esortano a insistere, ed è alla fine la scelta più razionale che ci possa essere.
Le uniche cose interessanti sono quelle imprevedibili, e il fatto più cospicuo della storia ha spezzato le catene dell’impossibile: l’Eterno che entra nel tempo, un punticino carnale ma infinito, quel Gesù Nazareno che è l’amore di Di...

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