Silvio o dell’amicizia

Diario di un soggiorno in Sardegna a casa di Berlusconi, uno che faceva tutte le cose – grandi o piccole – solo per condividerle con le persone che aveva a cuore

«Non morietur in aeternum». Non morirà in eterno. Mentre il feretro esce dal Duomo risuona questo canto con la promessa solenne di Gesù a Marta. Silvio Berlusconi, le sue ceneri, riposano con quelle del padre, della madre e della sorella nel mausoleo di Arcore.

Non riposa invece nella memoria di chi gli ha voluto bene, e mi ci metto anch’io, molto indietro nella fila. Se fossi in grado, scriverei una ode intitolata “Silvio o dell’amicizia”. Ma poeta non sono. Trascrivo una pagina di diario, fu una delle volte che gli stetti più vicino.
* * *
Mi disse una persona a me cara: «Impara da Berlusconi come si sta con gli amici». E come sta con gli amici? Lui si versa tutto, come una bottiglia di vino che più si versa più è piena. Diventa una cosa con gli amici. L’amicizia, come si sa, è parità nel dono reciproco. Gli viene però naturale essere guida, comandare la danza, e questo non per superbia, ma perché resta sempre un capitano, e gli altri...

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