Siria, Cl si unisce a Papa Francesco: «Cultura dell’incontro unica strada per la pace»

Di Redazione
02 Settembre 2013
Il presidente della fraternità di Comunione e Liberazione Julián Carrón: «Partecipiamo alla giornata di digiuno e preghiera convocata per sabato 7 settembre»

Accogliendo il drammatico appello di papa Francesco per la pace in Siria, don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL, ha dichiarato:

«Il Papa si appella all’esigenza di pace che si annida nel cuore di ogni uomo per rivolgere un drammatico richiamo alla pace in Siria, e al tempo stesso offre un criterio per affrontare il conflitto: non è mai l’uso della violenza che porta alla pace, ma l’incontro e il negoziato. Si potrà raggiungere una soluzione pacifica solo se tutti guardiamo l’altro non come un nemico da eliminare, ma come un fratello: “Non è la cultura dello scontro, la cultura del conflitto quella che costruisce la convivenza nei popoli e tra i popoli, ma questa: la cultura dell’incontro, la cultura del dialogo; questa è l’unica strada per la pace”. Accogliamo questo pressante invito del Papa e sosteniamo il suo grido − “Mai più la guerra! Un Appello che nasce dall’intimo di me stesso!” −, unendoci alla sua preghiera con l’offerta delle nostre giornate, mentre aspettiamo di partecipare con tutti i fratelli e gli uomini di buona volontà alla grande giornata di digiuno e di preghiera convocata per sabato 7 settembre a Roma, aderendo alle iniziative delle diocesi nel mondo».

L’ufficio stampa di CL

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4 commenti

  1. Gi_Gi

    “la cultura dell’incontro, la cultura del dialogo; questa è l’unica strada per la pace”

    Con uno che è dittatore nel suo paese?!? auguroni …

    1. arrivieri

      È la guerra la strada giusta per la pace? È bombardare le città la strada giusta per la pace?

      1. Gi_Gi

        Sicuramente con un dittatore nn è con il dialogo che lo fai mollare; anzi è moolto + probable che sia lui a manovrare te…

        1. Piero

          Effettivamente bisognerebbe fare come in Iraq, dove Saddam Hussein era un dittatore,
          quindi è stato giusto non usare il dialogo ma andare a bombardarlo e a invaderlo fino a che
          è stato catturato, processato e impiccato.
          Infatti adesso l’Iraq è un paradiso di pace e fratellanza, sono anni che non
          ci sono morti, autobombe etc.etc……… no ?

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