
Social housing sostenibile
Metti una delle più interessanti boutique finanziarie indipendenti sul mercato come Iperion. Metti la notizia del 13 febbraio che il nuovo fondo rotativo per le imprese potrebbe essere attivato all’interno della legge obiettivo, esteso alla finanza di progetto applicata soprattutto per l’energia da fonti rinnovabili. E metti la proposta di molti assessorati allo Sviluppo del Territorio di bonus volumetrici a chi costruisce utilizzando materiali ecocompatibili. Il risultato? Il futuro già roseo della finanza di progetto (il coinvolgimento di capitali privati nel finanziamento di opere di interesse pubblico in crescita continua) sembra destinato a raccogliere sempre più consensi e sempre più attori pronti a declinarlo in soluzioni diverse. Strizzando l’occhio, per esempio, a operatori di private equity, in grado di convogliare ulteriori risorse private in iniziative di sviluppo infrastrutturale attraverso l’immissione di capitali di rischio. Ne è convinto Alberto Salsi, managing director di Iperion Corporate Finance, in prima linea nel programma di social housing sostenuto dalla Comunità Europea allo scopo di riequilibrare il mercato della casa e valorizzare il patrimonio edilizio esistente: «Le opportunità di crescita per la nuova industria italiana non possono più intrecciarsi solo con il territorio nazionale, ma devono avere obiettivi di sviluppo perlomeno paneuropei. è in questa logica che il sistema dei fondi di private equity che abitualmente mettiamo in competizione, meglio reagisce offrendo risorse, che difficilmente e in altri ambiti, potrebbero essere così fruibili». L’obiettivo di Iperion è semplice: garantire agli investitori l’elaborazione di formule abitative, che possono diventare parametri di riferimento internazionali anche per altre regioni competitive come la Catalogna e la Roen Alp, dove il costruire secondo principi di sostenibilità è uno dei fattori critici di successo. «Il processo di privatizzazione nell’Europa allargata è impietoso con l’Italia e la iscrive tra gli ultimi paesi ad aver avviato un processo tecnico, ma anche culturale su questo tema. In questo contesto i fondi di private equity assumono un ruolo centrale e circa il 67 per cento dei processi di privatizzazione è stato attuato, sempre a livello internazionale, fuori dal mercato, ovvero con l’apporto di finanza privata e diretta».
0 commenti
Non ci sono ancora commenti.
I commenti sono aperti solo per gli utenti registrati. Abbonati subito per commentare!