
Società civile o basso impero?
Sentite che bella frase: «La politica la fanno gli uomini e non i partiti». Così pontifica l’ex sindaco di un paese dell’hinterland milanese, ora fautore di una lista civica anti-Forza Italia. Vale la pena di un commento. Che squallore i politici che non hanno la bellezza nel cuore. Nella seconda repubblica, industrialotti senza cultura e commercianti senza scrupoli si trasformano in politici senza alcuna preparazione. Così le rogge, i prati e gli alberi, diventano terreno di conquista per qualche nuovo palazzinaro. L’hinterland diventa parco giochi dei nuovi ricchi che vengono a esportare i loro usi da “basso impero”. Le tradizioni religiose e culturali di un paese non valgono nulla perché “purtroppo” non si possono monetizzare. I nuovi apprendisti don Rodrigo si emozionano solo di fronte al dollaro. E la sinistra senza più dignità, un incrocio tra Pilato ed Erode, pur di vincere si allea con questi padroni del vapore. A ben vedere, non sempre società civile, sussidiarietà, decentramento, sono sinonimi di libertà.
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