
Società viva
Si legge, martedì 30 aprile, in un’intervista al Corriere della Sera sulle Fondazioni bancarie: «Gli enti locali, a differenza della società civile rispondono periodicamente agli elettori. Con trasparenza. Addio autoreferenzialità». Firmato Suslov (ideologo del Pcus)…, anzi no, Rosy Bindi… ma no! è proprio il ministro dell’Economia Giulio Tremonti (odierno Ferrer) dopo aver sottoscritto, per essere eletto, il programma della Casa delle Libertà, che è leggermente “diverso”. Perché? Nessuno nega il valore dei partiti, ma come dicono tutti i grandi sociologi internazionali (Darhendorf, Wagner, Anheier, Hirst), come è prassi in tutte le democrazie occidentali (Usa, Gran Bretagna, Spagna), come sostiene la dottrina sociale della Chiesa, come afferma la costituzione, la rappresentanza non è solo partitica. La società civile non è un’astrazione, la gestione diretta del welfare da parte dei soggetti sociali in sanità, assistenza, scuola, lavoro, fondazioni bancarie, è il futuro e il presente di chi non guardi alla Bulgaria del 1960. Se ne potrebbe dire molte altre sull’argomento. In questa sede un’altra “tirata d’orecchi”: nessuna grande fondazione americana è determinata dai democratici o dai repubblicani, piuttosto dalla società civile ed economica. Anche i primi della classe, a volte, sbagliano…
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