Società viva

Di Giorgio Vittadini
09 Maggio 2002
Si legge, martedì 30 aprile, in un’intervista al Corriere della Sera sulle Fondazioni bancarie

Si legge, martedì 30 aprile, in un’intervista al Corriere della Sera sulle Fondazioni bancarie: «Gli enti locali, a differenza della società civile rispondono periodicamente agli elettori. Con trasparenza. Addio autoreferenzialità». Firmato Suslov (ideologo del Pcus)…, anzi no, Rosy Bindi… ma no! è proprio il ministro dell’Economia Giulio Tremonti (odierno Ferrer) dopo aver sottoscritto, per essere eletto, il programma della Casa delle Libertà, che è leggermente “diverso”. Perché? Nessuno nega il valore dei partiti, ma come dicono tutti i grandi sociologi internazionali (Darhendorf, Wagner, Anheier, Hirst), come è prassi in tutte le democrazie occidentali (Usa, Gran Bretagna, Spagna), come sostiene la dottrina sociale della Chiesa, come afferma la costituzione, la rappresentanza non è solo partitica. La società civile non è un’astrazione, la gestione diretta del welfare da parte dei soggetti sociali in sanità, assistenza, scuola, lavoro, fondazioni bancarie, è il futuro e il presente di chi non guardi alla Bulgaria del 1960. Se ne potrebbe dire molte altre sull’argomento. In questa sede un’altra “tirata d’orecchi”: nessuna grande fondazione americana è determinata dai democratici o dai repubblicani, piuttosto dalla società civile ed economica. Anche i primi della classe, a volte, sbagliano…

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